.|. Il Volere degli Dei .|.

Capitolo 6

~

Aragorn si svegliò e si ritrovò a fissare gli occhi blu di Legolas.

“ Buongiorno amore mio” gli disse posandogli un bacio sulle labbra.

Stava per baciarlo di nuovo, quando la porta della camera si spalancò. Entrò Erestor per nulla preoccupato di quello che avrebbe potuto vedere.

“ Su, su. Aragorn, Legolas. Alzatevi poltroni. Ci sono un mucchio di cose da preparare e pochissimo tempo. Forza.” E così dicendo scostò le coperte dal letto. I due arrossirono, ma il primo consigliere continuò imperterrito a elencare tutto quello che c’era da fare. Era talmente agitato che no si era nemmeno accorto di avere dato del tu ad Aragorn,cosa che nonostante la loro amicizia avrebbe mai fatto.

“ Muovetevi, su. E non siate imbarazzati, non è la prima volta che vedo qualcuno nudo.” E se ne andò facendo l’occhiolino.

I due nel letto si guardarono scoppiando a ridere.

“ Erestor deve essere impazzito. Non l’ho mai visto così” disse Legolas.

“ O solo molto innamorato. Fin ha il potere di fargli perdere il controllo. Credi.”

“ E io?” chiese Legolas

“ Tu? Tu hai il potere di farmi perdere la testa solo quando mi passi vicino. Ogni volta che ti vedo vorrei prenderti tra le braccia e baciarti fino a toglierti il respiro. E poi farti mio.”

“ E allora perché non cominci?” gli chiese con voce innocente l’elfo.

Aragorn si avventò su di lui e stava per baciarlo.

 

“ E allora. Quante volte ve lo devo ripetere. Muoversi” la voce di Erestor spezzò l’incanto.

“ Aghhhhhhh io t’ammazzo” ruggì Aragorn, girandosi verso il suo primo consigliere che non si scompose per niente.

“ Su, su. Avrete tutto il tempo per fare questo e altro, dopo il matrimonio.” E anziché uscire attesa finché i due furono costretti ad alzarsi dal letto. Notevolmente impacciati e vergognosi.

Per tutto il giorno seguirono le direttive di Erestor che come un direttore d’orchestra gestiva tutti quanti. Persino Fin fu messo al lavoro come uno schiavo.

 

Cominciarono ad arrivare tutti gli invitati,già avvisati da tempo da Erestor. Tutti erano convinti che la sposa fosse Dama Arwen, perché a nessuno era ancora stato detto niente. Quel giorno gli araldi di corte annunciarono alla popolazione che il giorno dopo si sarebbero tenute le nozze del loro sovrano. Tutti erano invitati ai festeggiamenti che si sarebbero tenuti dopo la cerimonia.

Tutti esultarono. Finalmente il loro Re avrebbe avuto una compagna. Ma l’entusiasmo si smorzò quando si fece il nome di Legolas.

Il re sposava un’elfo. Non era concepibile. Doveva essere impazzito. Era una cosa scandalosa. Stessa reazione ebbero anche gli ospiti che man mano arrivavano al castello. No, quel matrimonio era impossibile.

Poi qualcuno disse: “ Ma non è un uomo, è un elfo” come se questo spiegasse tutto. E a tutti quelli che sollevavano obiezioni veniva ripetuta la stessa cosa. Ben presto tutti si convinsero che quelle nozze erano la cosa più naturale del mondo e nessuno ebbe più niente da obiettare.

 

“ Vedi, basta poco. E’ bastato pronunciare la formula magica e nessuno ha più niente da obiettare. Adesso per tutti questo matrimonio è la cosa più naturale del mondo.”

“ Già, adesso faresti fatica a farli ricredere.”

“ Siamo proprio due miti.” I due Valar batterono il cinque.

“ Senti e mozzarella che starà facendo?”

“ Boh, vediamo” Vagarono con lo sguardo finché non la trovarono.

Arwen stava passeggiando insieme a Thranduil. Si tenevano per mano. A guardarli facevano tenerezza. Improvvisamente si trovarono davanti Erestor e Glorfindel che infischiandosene di tutto e tutti si stavano baciando. I corpi avvinghiati, con le mani che si accarezzavano febbrilmente.

Un grido uscì dalle labbra di Arwen. I due si staccarono. Li guardarono sorridendo, poi si presero per mano si avviarono in cerca di un luogo meno frequentato dove scambiarsi le loro effusioni.

“ Hai visto?” Arwen era scandalizzata. Thranduil la guardò sospirando. Aveva il vago sentore che la sua futura sposa fosse un po’ diciamo pezzo di ghiaccio.

“ Speriamo di riuscire a scioglierla un po’, se no sai che palle. Mi toccherà cercare il divertimento altrove.”

“ Su Arwen, lascia stare. Dimentica ciò che hai visto” e l’abbracciò per confortarla.

 

“ Mozzarella non si smentisce. Povero Thranduil. In che inferno l’abbiamo cacciato. Ancora si deve sposare e già pensa a tradirla”

“ Potevamo essere un po’ più buoni”

“ E perché, mai. Era l’unico che potesse toglierci mozzarella dalle scatole. E poi lo sai che lui sa già con chi divertirsi. Cosa credi che abbia portato a fare quell’elfa che spaccia come sua segretaria tuttofare.”

“ Be di vero c’è che è tuttofare.”

E scoppiarono a ridere.

 

Anche quella lunga giornata volse al termine. Aragorn e Legolas pregustavano il momento in cui sarebbero rimasti solo. Non erano riusciti ad avere un solo momento per loro. Ma Erestor ruppe loro ancora una volta le uova nel paniere.

“ Dove state andando voi due?”

“ Non ci hai detto di riposare?” chiese Aragorn.

“ Appunto. Tu vai pure nella vostra camera. Legolas verrà con me. Non sta bene che gli sposi si vedano prima del matrimonio.” E così dicendo prese Legolas per un braccio e lo trascinò con se.

Aveva intenzione di farlo dormire nella sua camera, così poteva controllarlo.

“ Io lo strozzo” mugugnò Aragorn e si diresse mestamente nella sua camera.

 

Finalmente il gran giorno era arrivato. Tutto era pronto.

Aragorn fu raggiunto dal suo sarto che lo aiutò a indossare l’abito per le nozze. Aveva preparato per lui una tunica di seta blu notte lunga fino al ginocchio, con dei disegni in argento lungo la scollatura, sul bordo delle maniche e sull’orlo. I pantaloni aderenti erano blu come la tunica, infilati negli stivali di pelle. Completava il tutto la corona.

Legolas invece fu vestito con una tunica di seta color argento. Aveva dei ricami neri uguali a quelli di Aragorn. Pantaloni neri e la sua corona.

I due sposi si ritrovarono davanti all’altare. Il loro ingresso aveva lasciato tutti senza fiato. Mai fino a quel giorno si era vista una coppia di sposi così bella. Aragorn era magnifico. Il suo portamento fiero ed elegante e il bellissimo abito che metteva in risalto il suo fisico. Se Aragorn era magnifico Legolas era addirittura strepitoso. Sembrava una visone. L’argento dell’abito metteva ancora più in risalto il suo incarnato e i lunghi capelli biondi sembravano fili di oro fuso.

 

Tutti seguirono la cerimonia come in un senso di irrealtà. Quando i due sposi si scambiarono la promessa e gli anelli, partì un applauso spontaneo.

La festa procedeva bene. Tutti erano allegri. Gli invitati parlavano tra di loro senza mai distogliere lo sguardo fagli sposi. Sembravano circondati da un alone di luce. Si tenevano per mano e parlavano con i vari ospiti senza lasciarsi un momento.

“ Quando credi che potremo filarcela? Non vedo l’ora di fare l’amore con te.”

“ Direi di aspettare ancora un’oretta.” Rispose Legolas.

“ Un’oretta? Facciamo un quarto d’ora. Non riesco più a tenere le mani a posto.”

“ Mezz’ora” concesse Legolas che era impaziente quanto lui. Ma bisognava pur mantenere un po’ di forma.

 

“ Vieni” Erestor fu trascinato da Fin dietro una delle colonne della sala.

“ Ho voglia di baciarti, e non potevo certo farlo là in mezzo”

Erestor sorrise mentre riceveva il suo bacio.

“ Possiamo andare” sussurrò Legolas all’orecchio dello sposo.

“ Finalmente”  borbottò Aragorn e presolo per mano lo trascinò quasi di corsa attraverso la sala dicendo agli ospiti.

“ Gli sposi salutano e ringraziano. Continuate pure a festeggiare.” Uscirono quasi di corsa dalla sala seguiti dai sorrisi e dagli sguardi ammiccanti di tutti.

 

“ Finalmente soli” mormorò Aragorn.

“ Ehm, non proprio.” Mormorano due voci.

Gli sposi si girarono verso i Valar

“ Ancora voi” disse Aragorn. “ Abbiamo fatto come volevate, cosa c’è ancora? Voglio stare da solo con Legolas. Sono due giorni che siamo lontani e io non ne posso più.”

“ Lo sappiamo. Volevamo solo farvi i nostri auguri e portarvi il nostro dono. Ma forse per quello è meglio un altro momento.”

“ Grazie” rispose Legolas. E poi incuriosito chiese “ Quale dono?”

“ Oh, lo saprete presto” risposero enigmatici e sparirono.

Aragorn si guardò attorno con circospezione “ Finalmente soli” ripetè portando la sua attenzione su Legolas.

 

Gli prese il volto tra le mani e cominciò a dargli teneri baci sul viso.

“ Ti amo, Legolas. Di un amore immenso e indescrivibile. Sei la mia Vita. Senza di te io non sarei niente. Sei il mio amico, il mio compagno, il mio amante. Sei l’aria che respiro, il cibo che mi nutre. Sei la mia linfa vitale. La mia unica e sola ragione di essere. Grazie.”

“ Grazie? Di cosa?” chiese Legolas commosso da quelle parole.

“Di amarmi”.

“ Dovrei dire la stessa cosa, ma visto che mi hai rubato le parole, te lo dirò coi fatti.”

Cominciò a spogliare il compagno, baciando ogni singolo centimetro della sua pelle. Le sue mani passavano sul suo corpo in una lenta e sensuale carezza. Finalmente fu nudo e si fermò ad ammirare quel corpo perfetto. Aragorn se ne stava fermò e immobile. Sentiva su di se il calore dello sguardo del suo sposo, come se lo stesse accarezzando. Il suo corpo cominciò a reagire in maniera evidente. Allora Legolas si inginocchiò davanti a lui e lo accolse nella sua bocca.

 

“ Ah….si…così…” Aragorn mise una mano sulla testa del compagno e contemporaneamente si spinse ancora di più dentro di lui. Sentiva che era vicino. Quella bocca lo stava facendo impazzire e lui non voleva che tutto finisse. Sollevò di peso Legolas e lo mise sul letto. Poi cominciò lentamente a spogliarlo ammirando quel corpo perfetto. Saggiando ogni centimetro della sua pelle.

La luce della luna filtrava attraverso le finestre e colpiva i suoi capelli rendendoli simili a bagliori d’oro. E poi i suoi occhi il cui colore mutava dal blu al nero della notte nei momenti di passione.

 “ Mi chiedo come ho fatto a stare lontano da te. Solo con te mi sento vivo. Tu hai dato alla mia vita la pena di essere vissuta. Come elfo non conoscevo emozioni, paura, passione. Ora si e questo lo devo a te. Come si può vivere senza provare tutto questo?”

 

“ Non lo so. Ma ora non ha più importanza. Insieme vivremo ogni nostra singola emozione liberi da ogni vincolo.” Rispose Aragorn prima di rimpossessarsi della sua bocca.

Le sue labbra scesero poi lungo il corpo fino all’inguine. Li si fermarono per un attimo e poi risalirono verso la bocca. I loro bacini si sfioravano, la loro passione aumentava.

“ Voglio sentirti dentro di me” disse Aragorn al suo amante. “ Voglio diventare tuo, come tu sei diventato mio.”

Legolas si scostò prese un’ampolla d’olio e cominciò a massaggiarlo. Le sua dita si insinuarono lentamente nella cavità. Cominciò a muoverle, mentre Aragorn sentiva la sua passione crescere.
 “ Adesso” sussurrò Aragorn.

Legolas gli sollevò il bacino ed entrò in lui.  Lo sentì irrigidirsi per il dolore. Rimase fermo per un attimo finché non lo vide rilassarsi, allora riprese a muoversi. Chiuse il pugno su di lui. I loro corpi si muovevano all’unisono al ritmo crescente della passione finché non raggiunsero l’estasi.

Aragorn si sdraiò sulla schiena e Legolas di fianco a lui appoggiò la testa nell’incavo del suo collo abbracciandolo. Si addormentarono.

 

 

Al mattino Legolas aprì gli occhi. Aragorn dormiva ancora. Il suo viso era sereno e rilassato e un sorriso gli increspava le labbra. L’elfo non resistette e vi depositò un bacio. La sua bocca fu subito catturata da quella di Aragorn che cominciò ad accarezzarlo.

“Ehm scusate” quelle voci li fecero sobbalzare

“ Ancora voi due, cosa volete ancora!” Aragorn si stava arrabbiando.

I due sorrisero. “ Siamo venuti a consegnare il nostro regalo.”

“ Bene, grazie. Ma adesso ve ne potete andare.” I Valar lasciarono li una pergamena arrotolata e se ne andarono salutandoli con la mano.

“ Aragorn, guardiamo cos’è”

“ Adesso?” chiese alzando gli occhi al cielo.

“ Si” rispose Legolas allungando la mano a prendere la pergamena.

 

“ Noi Valar signori e padroni del destino di tutti gli essere viventi facciamo dono a Aragorn Re di Gondor dell’immortalità, affinché gli sia concesso di regnare per sempre al fianco di Sire Legolas suo amato sposo”

 

“L’immortalità!!!” esclamarono all’unisono. Si abbracciarono di gioia. Ciò significava che sarebbero stati insieme per sempre. Aragorn sollevò il viso verso l’alto e con gli occhi lucidi di lacrime sospirò.

“ Grazie Valar, non potevo ricevere dono migliore. La possibilità di vivere per sempre al fianco di colui che amo.”

Legolas lo abbracciò.

 

“ Bene. E anche questa è fatta.”

“ Si.”

“ Adesso dobbiamo andare da Erestor.”

Entrano nella camera del Primo consigliere.

“ Ah … si… così…”  la voce di Erestor era un roco bisbiglio, mentre Glorfindel si spingeva dentro di lui.

I due Valar alzarono gli occhi al cielo.

“ Ehm, scusate”

I due si girarono di scatto. Erestor arrossì fino alla radice dei capelli, mentre Fin li fissava imperturbabile.

“ Non potevate scegliere un altro momento?” chiese.

“ Volevamo solo salutarvi e ringraziarvi per la collaborazione.” E se ne andarono.

Fin e Res si guardarono per un secondo.
” Hai intenzione di startene li impalato ancora per molto?” gli chiese Res cominciando a strusciarsi contro di lui. Fin sorrise e ricominciò da dove si era interrotto.

 

“ Ok abbiamo finito. Certo che sono degli ingrati. Oltretutto hanno da ridire? Non lo sanno che se mi vengono i cinque minuti sono capace di mandare all’aria tutto!”

“ Certo però che si danno da fare.”

“ Effettivamente. Adesso abbiamo qualcosa di urgente da sistemare?”

“ No.”

“ Bene. Perché mi è venuto un certo sano appetito. Per qualche tempo possono arrangiarsi anche da soli.” Prese per mano il compagno.

“ Cosa…?”

“ Ho qualche idea su come impegnare il tempo per il prossimo futuro. Diciamo per qualche secolo. Ho visto due o tre cose che vorrei sperimentare” e con un sorriso innocente si avvicinò al compagno cominciando a baciarlo.

 

Intanto in un’altra stanza della reggia.

“ Arwen, posso baciarti?” Thranduil si avvicinò alla fidanzata prendendola tra le braccia. Un certo appetito si era risvegliato in lui. In fondo erano millenni che era solo, aveva diritto a un po’ di piacere.

Arwen avvicinò la sua bocca. Si aspettava il solito timido bacio. Invece la bocca di Thranduil sembrava la volesse divorare, la sua lingua si era aperta un varco tra le sue labbra e adesso si muoveva nella sua bocca assaggiandone ogni angolo.

Gli puntò le mani sul petto cercando di allontanarlo, ma l’elfo la strinse ancora più forte, facendola aderire a se. Lei sentì la sua erezione premerle sul bacino e spalancò gli occhi per la sorpresa. Thranduil cominciò a baciarle il collo e intanto aveva preso a slacciarle il corpetto. Arwen sentì che il suo corpo si faceva sempre più debole per i fremiti di piacere che lo percorrevano. Le sue mani si insinuarono nella tunica di Thranduil accarezzandogli il petto. Gliela sbottonò e cominciò ad accarezzarlo. La sua mano esitante scese sui pantaloni e sfiorò la sua erezione. La ritrasse di scatto mai aveva osato tanto.

“ Fallo ancora” le sussurrò. Lei allora ricominciò a sfiorarlo, questa volta in modo più deciso. Gemiti di piacere uscivano dalla bocca di Thranduil. Si sbottonò i pantaloni e se li abbassò, per sentire le sue carezze direttamente sulla pelle. Arwen si bloccò e lo fissava estasiata.

“ Non ti fermare” le prese la mano e la riportò su di lui. La sua mano accompagnava quella di Arwen dandole il ritmo che si faceva sempre più intenso.

Arwen lo fissava incredula, non aveva mai visto qualcuno nel momento del piacere.

Thranduil la fece inginocchiare davanti a lui e si spinse nella sua bocca. Arwen cercò di arretrare ma lui le teneva dolcemente la testa.

“ Ti prego, Amore mio. Ho bisogno di te” Arwen cominciò a succhiare e leccare e sentiva che lui si spingeva sempre più intensamente dentro di lei aumentando il ritmo. La cosa non era del tutto sgradevole. Improvvisamente percepì un liquido caldo nella bocca. Si scostò sputandolo.

“ Ma…?” mormorò ma un’occhiata al suo compagno le fece capire la situazione.

Rimase li un attimo in piedi davanti a lui.

“ Non che la cosa mi sia spiaciuta del tutto. Se è una cosa che ti fa piacere, sicuramente qualche volta potremo ripeterla.” Si riallacciò il vestito e si recò in bagno.

Thranduil la fissò a bocca aperta.

“ Be pensò, meglio di niente.” Gli scappò un sorriso. “ Forse non tutto è perduto. C’è ancora speranza.” E la seguì nel bagno.

 

I Valar per fortuna loro non si erano persi la scena e adesso ridevano a crepapelle.

“ Non che la cosa mi sia spiaciuta del tutto. Se è una cosa che ti fa piacere, sicuramente qualche volta potremo ripeterla.” Le fecero il verso.

“ Quella è pazza.” Mormorano.

“ Meno male che avevi sete e ti sei alzato. Così ho deciso di dare un’occhiata. Per fortuna. Pensa cosa ci saremmo persi”

“ Già, oggi le comiche. Vieni qua. Siccome a me la cosa piace e parecchio ho intenzione di provarla e spesso.”

 

Fine