.|. Il Volere degli Dei .|.

Capitolo 3

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L’incoronazione di Aragorn aveva avuto luogo. Finalmente il Re era tornato.  I giorni seguenti all’evento furono frenetici. C’erano tante cose da sistemare. Riunioni a non finire. Il Re e suoi consiglieri lavoravano alacremente.

Fin entrò nella sala del consiglio. La riunione era finita. Res stava parlando ancora con il re e alcuni consiglieri. In quei giorni lo aveva visto così poco. Gli mancava. Non aveva più avuto modo di parlare con lui, dopo che gli aveva raccontato la strana storia dell’apparizione. Ancora gli sembrava incredibile.

Si mise al suo fianco e  cominciò ad accarezzargli la schiena, con un dito. Un leggero sfiorare che però stava accendendo di desiderio Res. Il suo corpo cominciò ad essere percorso a fremiti, la sua mente si stava offuscando. Faceva fatica a seguire il discorso. Cercò di scostarsi da Fin, ma questo intuendo le sue intenzioni gli si mise dietro  appoggiò le mani sui suoi fianchi e premette leggermente verso di lui.

“ Lo senti?” Gli sussurrò all’orecchio “ Lo senti, quanto ho bisogno di te?” un gemito strozzato uscì dalla bocca di Res richiamando l’attenzione del Re e degli altri consiglieri. Si girarono verso di lui. Fin si era spostato e gli aveva pestato un piede.

“ Chiedo scusa Sire, non volevo interrompere. Ho pestato inavvertitamente un piede  a Erestor.” Disse con il più naturale dei sorrisi.

Aragorn li fissò per un attimo. Non era andata sicuramente così. Bastava guardare la faccia di Erestor.

“ Andate pure.” E il re congedò tutti.

Res uscì quasi di corsa, seguito da Fin.

 

Appena furono a distanza di sicurezza, si girò verso di lui e puntandogli un dito sotto il naso

“ Non azzardarti mai più. Tu…” era così arrabbiato che era senza parole.

“Res, ho così voglia di te” Fin lo fissò sensualmente. Guardandolo negli occhi Res poteva leggere tutto il suo desiderio.

Fin lo prese tra le braccia e lo spinse contro una colonna. Scese ad impossessarsi della sua bocca. Non fu un bacio dolce. Succhiava le sue labbra con forza, mentre la sua lingua cercava di saziare la sua sete. Erestor si abbandonò completamente a quel bacio. Quanto gli era mancato. Improvvisamente si staccò da Fin, lo prese per mano e quasi di corsa lo trascinò verso la loco camera. Se qualcuno li avesse incontrati sarebbe rimasto a bocca aperta. Vedere l’altero e freddo primo consigliere, tutto spettinato con la tunica slacciata che cadeva in modo provocante dalle spalle, che quasi correndo trascinava con se il Capitano delle Guardie, la cui espressione la diceva lunga.

Chiuse la porta della camera dietro di se. Vi fece appoggiare contro Fin, mentre ricominciava a baciarlo. Si spogliarono a vicenda, i loro corpi finalmente nudi si toccarono. E fu un’esplosione.

 

Res lo fece sdraiare sul letto e si mise cavalcioni sopra di lui. Le sue mani, la sua bocca, la sua lingua toccavano… mordevano… leccavano ogni singola parte del corpo dell’amante. Insaziabili e instancabili. Fin sentiva il desiderio crescere in lui. Gemiti di piacere uscivano dalle sue labbra.

“  Res…. Ti prego….. ti prego…” le sue parole erano quasi un sussurro indistinto.

“ Ahhhhhhhhhhh……” un gemito più forte gli sfuggì quando le bocca di Erestor si chiuse su di lui.

“Prendimi….. ti prego, voglio sentirti.” Erestor si inumidì le dita e cominciò a preparare il compagno.

“ Adesso…..” sussurrò Fin. Res entrò in lui  e cominciò a muoversi dapprima lentamente e poi sempre più forte. Chiuse il pugno sul compagno e  si lasciarono andare al piacere.

“ Sei stato meraviglioso, adoro quando prendi l’iniziativa” Fin lo guardava sorridendo. Chi avrebbe mai pensato quale vulcano covava sotto quel iceberg.

“ Ti amo” gli sussurrò prima di chinarsi a baciarlo.

 

“ Come adoro quei due” i Valar li osservavano teneramente.

“E’ così che dovrebbe essere anche fra Aragorn e Legolas. Si sarà così, se non meglio per loro due.”

“ Fosse l’ultima cosa che facciamo.” Poi si guardarono e scoppiarono a ridere.

“ Fino alla prossima”

“ Già.”

 

Legolas stava percorrendo il corridoio, quando arrivò all’altezza della sala del trono la porta si aprì e ne uscì Aragorn. Il viso gli si aprì in un sorriso.

“ Mellon nin, che gioia vederti. Legolas inciampò e sarebbe finito lungo disteso per terra se Aragorn non lo avesse preso fra le braccia. Rimasero a fissarsi per un lungo momento. Legolas sentiva il calore delle braccia di Aragorn. Stava così bene. Il corpo di Aragorn cominciava a reagire a quella vicinanza. Il profumo dell’elfo, quel corpo sinuoso tra le sue braccia. Per un momento provò l’impulso irrefrenabile di baciare quella bocca. Legolas si sciolse da quell’abbraccio. Aveva paura di non riuscire più a rimanere impassibile.

“ Grazie Estel, sono inciampato se non fosse stato per te sarei caduto.” Intanto si guardò in giro perplesso non trovando niente che potesse averlo fatto inciampare. Eppure era sicuro di avere toccato qualcosa. Proseguì per la sua strada, seguito dallo sguardo di Aragorn. Poteva sentire i suoi occhi percorrere il suo corpo e un fremito si impossessò di lui.

“ Per i Valar” mormorò  “ per quanto riuscirò ancora a controllarmi?”

 

“ Per poco speriamo” fu la risposta che non udì.

“ Bene, l’idea dello sgambetto mi è piaciuta.” Si sfregarono le mani soddisfatti. Avrebbero gettato Legolas tra le braccia di Aragorn ogni volta che fosse stato possibile. Prima o poi uno dei due avrebbe ceduto. Adesso dovevano occuparsi anche di quella lessa di Arwen. Bisognava toglierla dai piedi e in fretta.

 

Arwen passeggiava nei giardini quando venne raggiunta da Aragorn. Questi tentò di abbracciarla, ma lei si ritrasse.

“ Arwen, è solo un abbraccio” aveva così bisogno di quel contatto. Voleva provare a se stesso che quando si era ritrovato Legolas tra le braccia non aveva provato niente. Sapeva che non era così, ma aveva bisogno di rassicurare se stesso. I suoi sentimenti per l’elfo diventavano sempre più incontrollabili.

“ Aragorn, lo sai che non amo questo tipo di contatto” Arwen avrebbe voluto che se ne andasse. La sua mente e il suo cuore erano pieni dello sguardo di quel paio di occhi verdi che avevano incrociato i suoi qualche giorno prima. Non riusciva a dimenticarli.

“ Cosa posso fare?” mormorò.

“ Fare cosa?” chiese Aragorn. Arwen sussultò si era dimenticata di lui. Arrossì sotto il suo sguardo.

“ Niente, pensavo alle nozze.”

Qualcosa nello sguardo di Aragorn la mise sull’attenti. Per un attimo aveva pensato di leggere nei suoi occhi lo stesso suo rifiuto verso quell’evento che prima o poi avrebbero dovuto affrontare. Fu un istante.

“ Sire Aragorn, Erestor richiede la vostra presenza.”

“ Devo andare” disse Aragorn e seguì il consigliere che lo aveva cercato.

Arwen si sentì sollevata.

“ Lascialo, lui non ti ama.” Al suono di quelle parole si girò, ma non vide nessuno. La sua mente le giocava brutti scherzi.

“ Lascialo, devi lasciarlo.” Ancora quel sussurro e nessuno intorno. Ma cosa stava accadendo?

 

Erestor era a colloquio con il Re.

“ Sire, dobbiamo stilare diversi documenti. Le nuove alleanze sancite, le nuove leggi. Ci sarà parecchio da fare. E poi i preparativi delle vostre nozze con il principe Legolas.”

A quelle parole il re sollevò la testa “ Principe Legolas, cosa dici Erestor?”

“ Principe Legolas?” ripetè stupito il consigliere “ io ho parlato di dama Arwen, non del principe”

Riuscì a mostrarsi veramente sorpreso. In cuor suo gongolava però. La reazione del Re era un chiaro segnale dei suoi sentimenti.

Aragorn lo fissò perplesso, eppure era convinto che avesse nominato l’elfo.

“ Per le nozze c’è tempo. Io e dama Arwen abbiamo deciso di attendere. Prima sbrigheremo le cose primarie per la gestione del regno, poi penseremo al resto.”

“ Bene, ma sono sicuro che sarete impazienti di celebrare le nozze. In fondo la vostra unione con il principe sarà molto importante.”

“ Adesso sono certo che hai detto principe”

“ Sire, scusate vi sentite bene? Io non ho nominato nessun principe.”

Aragorn cominciava a spazientirsi.

“ No Erestor, sono certo. Vuoi forse mettere in dubbio ciò che dico?”

“ Non mi permetterei mai. Ma credete io non ho mai nominato il principe. Vi consiglio di andare a riposare. Vi farò portare una tisana. La tensione dell’ultimo periodo è stata tanta e voi cominciate a risentirne.”

Lo sospinse fuori dalla stanza e chiamò un servo ordinandogli di far portare  una tisana  al Re.

 

Aragorn si sdraiò sul letto, dopo aver bevuto la tisana. Cosa stava succedendo? Possibile che avesse capito male? Che Erestor avesse veramente nominato Arwen e non Legolas? Stava forse impazzendo?

“ Se non risolvo la situazione rischio di impazzire”

La sua mente cominciò a vagare. Ripensò a quell’ultimo anno. A tutti gli eventi che si erano succeduti. Inevitabilmente i suoi pensieri arrivarono a Legolas.

Lo conosceva da anni, ma mai come in quell’ ultimo anno erano stati così vicini e uniti. Giorno per giorno il suoi sentimenti di amicizia si erano trasformati in amore. Un amore forte… intenso e unico verso quella creatura fantastica. Non era solo la sua bellezza ad averlo incantato. Aveva vissuto a lungo fra gli elfi e sapeva che erano creature che rasentavano la perfezione fisica, erano tutti bellissimi con quei lineamenti dolci, quei corpi perfetti, quella pelle diafana. Legolas però li superava tutti. Era un gradino sopra gli altri. La sua bellezza era molto più intensa e luminosa, era come se un alone di luce lo accompagnasse.  E poi sapeva essere dolce, ma anche feroce e coraggioso. Era l’essere più perfetto che avesse mai conosciuto e lui lo amava con tutto se stesso.

“ Per lui rinuncerei a tutto, persino al mio Regno. Oh, se solo potessi.”

 

“ Non ce n’è bisogno.”

“ Bene, bisogna battere il ferro finché è caldo.” I Valar sorrisero. Si stavano divertendo come matti.

“ Erestor è stato un mito, che attore”

“ Sire, scusate vi sentite bene? Io non ho nominato nessun principe.” Lo imitarono alla perfezione. E che tono sorpreso. Quell’elfo è una miniera di sorprese.

“ Bene adesso occupiamoci della mozzarella”.

 

“ Dama Arwen che piacere incontrarvi.”

Quella voce la fece sussultare. Si girò e incontrò quei magnifici occhi verdi che la turbavano da giorni.

“ Oh siete voi, è un piacere incontrarvi.”

“Posso accompagnarvi nella vostra passeggiata?” chiese porgendole il braccio

“ Volentieri” rispose Arwen appoggiandosi a lui.

Che strana sensazione provava. Stava così bene con lui, si sentiva serena, protetta, al sicuro. Non come quando era con Aragorn e doveva sottrarsi ai suoi abbraccia continui.

Improvvisamente si sentì spingere e si ritrovò fra le braccia dell’elfo.

“ Bacialo, bacialo” sentiva sussurrare. Si guardò un attimo intorno. Ancora quella voce e nessuno. Poi sentì una leggera pressione e in un attimo si ritrovò a sfiorare la bocca dell’elfo.

Thranduil, rimase un attimo sorpreso e poi si ritrovò a ricambiare il bacio. Le sua bocca cercò con avidità quella di Arwen, era da tanto tempo che non sentiva più il calore di un bacio.

“ Cosa sta succedendo qui?” una voce adirata li fece sussultare. Si separarono e si trovarono a fronteggiare un paio di occhi azzurri che sprizzavano scintille su un volto adirato.