.|. Il Volere degli Dei .|.

Capitolo 2

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Aragorn se ne stava sdraiato nel letto, le braccia dietro la testa e lo sguardo perso a fissare un punto inesistente sul soffitto. Gli sfuggì un sospiro.

La paura gli attanagliava lo stomaco. Adesso che il momento era vicino aveva solo voglia di scappare. In quel momento rimpiangeva la sua vita da Ramingo. Lontano da tutto e da tutti. Tutti! Per un attimo vide l’immagine di Legolas. No, da lui no. Non ce l’avrebbe fatta a lasciarlo.

“ Lasciare chi?” come se stessero insieme. Lui doveva sposare Arwen. Si erano scambiati una promessa. Poco importava se poi lui si era innamorato del suo migliore amico. Durante l’anno passato aveva preso coscienza dei suoi sentimenti e aveva imparato a soffocarli. Legolas lo considerava solo un amico. Era riuscito a mascherare così bene quello che  provava.

“ Perché adesso sta diventando tutto così difficile?”

 

E se non fosse stato all’ altezza. Tutti erano convinti che sarebbe stato un grande Re , buono e giusto. Che sotto la sua guida il Regno di Gondor sarebbe tornato al suo antico splendore. Ma era veramente così? Era questo che voleva?

In quel momento l’unica cosa che desiderava era Legolas. Avrebbe voluto essere con lui, abbracciare quel corpo morbido e sinuoso, baciare le sue labbra così invitanti e farlo suo.

Il suo corpo cominciò a reagire a quei pensieri. La stoffa dei pantaloni cominciava a tirare, e lui sentiva un calore propagarsi nel suo corpo. Fece scivolare la mano verso il basso, slacciò i pantaloni e prese in mano la sua virilità. Cominciò ad accarezzarsi con  movimenti lenti, mentre la sua mente si concentrava  su Legolas. Non era più lui a darsi piacere, quella mano che si muoveva su di lui era quella di Legolas, sue erano le carezze sul suo corpo. Il respiro si fece più ansante, i gemiti più intensi, i movimenti più frenetici, finché il suo corpo non fu scosso da un sussulto liberatorio. Rimase così per un attimo. Poi si alzò, si rivestì e usci. Aveva tante cose da fare.

 

“ Cavolo, che succede laggiù?” I Valar seguivano con trepidazione il susseguirsi di eventi.

“ Oggi sembrano tutti impazziti.”

Si studiarono per un attimo. Non che non fossero abituati a queste cose, ne avevano viste di tutti i colori in tanti millenni.

“ Si dobbiamo dare inizio al nostro piano”

“ Se quelli laggiù la smettessero di complicarsi la vita. Ma no, le strade semplici e lineari non fanno per loro.”

“ Forse ti sei scordato che siamo noi che le tracciamo quelle strade?”

“ No, ma mi suonava bene la frase e l’ho detta”

Scoppiarono a ridere. In fondo loro erano i Valar e potevano fare come volevano.

 

Res era nel suo ufficio e stava studiando dei documenti. Improvvisamente percepì una presenza. Si girò, ma non vide nessuno. Ritornò ai suoi documenti, ma c’era qualcosa che lo distraeva. Strano, era come se qualcuno fosse lì con lui nell’ufficio. Ad un tratto intravide due sagome circondate da un alone di luce. Gli sfuggì un grido.

“ Non aver paura Erestor, non siamo qui per farti del male. Abbiamo bisogno del tuo aiuto.”

“ Ma.. chi siete… cosa?” balbettava. Un pensiero attraversò la sua mente.

“ Esatto Res, siamo proprio noi.”

Quasi svenne a quella risposta.

“ Cosa posso fare per voi?”

Loro risero, era ritornato l’impettito Erestor di sempre. Nemmeno i Valar riuscivano a scomporlo.

“ Ah Erestor,  l’unico che riesce a suscitare qualcosa in te è  Glorfindel!”

Lui arrossì.

“ Devi aiutarci. Dobbiamo fare in modo che Aragorn e Arwen non si sposino. Aragorn non è destinato a lei.”

“ Legolas” il nome sfuggì dalle labbra di Res.

“Esatto. Abbiamo fatto bene a rivolgerci a te”

“ Ma cosa posso fare?”

“ Sappiamo che Arwen gli ha chiesto di rimandare l’annuncio delle nozze, e questo gioca  a nostro favore. Devi fargli capire che non fa per lui. Devi mettergli sempre davanti Legolas. Inventati qualcosa. Noi faremo il resto.”

“Va bene, penserò a qualcosa.” Ma si accorse di avere parlato al nulla. Per un attimo pensò di avere sognato, ma una voce gli diceva che non era così.

 

Legolas camminava per i giardini di Gondor. Nemmeno le piante riuscivano a farlo sentire in pace. In quegli ultimi giorni il pensiero delle imminenti nozze di Aragorn lo tormentava.

“ Legolas” la voce di Res lo riportò alla realtà.

“ Erestor” lo fissò sorridendo e per un attimo rivide la scena del mattino.

“ Come stai? Ti vedo pensieroso.” Voleva un bene immenso al quel giovane elfo che aveva aiutato a crescere e desiderava con tutto il cuore che fosse felice.

“ Niente. Sto bene.” Ma si vedeva che mentiva.

“ Ho saputo che Arwen ha chiesto ad Aragorn di rimandare l’annuncio delle nozze.”

Legolas lo fissò stupito “ Chi te l’ha detto?” nessuno gliene aveva parlato.

“Oh, ho amicizie molto in alto che mi hanno informato. Ma nessuno sa ancora niente. Solo noi due.” Intanto studiava le sue reazioni e vide il sollievo negli occhi del giovane elfo.

“ Bene” pensò “ Adesso che sono certo dei suoi sentimenti posso agire”.

“Legolas, vorrei parlarti di Aragorn e dei tuoi sentimenti nei suoi confronti.” Legolas chinò il capo e arrossì.

“ Erestor, io non pensavo fossero cos evidenti. Credevo di essere riuscito a nasconderli bene.”

“ Non preoccuparti, me ne sono accorto solo io. Ma perché non gliene hai mai parlato?”

“ E come potevo. Lui ama Arwen. Si devono sposare. Cosa potevo dirgli io? Che lo amo, che per lui rinuncerei alla mia immortalità, che darei la vita per lui. No, non posso. Perderei la sua amicizia ed è tutto quello che posso avere da lui.”

 

“ Legolas, io non ne sarei così sicuro. Pensaci bene. Aragorn passa un sacco di tempo con te, quando non ci sei ti cerca, i suoi sguardi, i suoi gesti non sono quelli di un amico. I suoi occhi quando ti guardano esprimono sentimenti ben diversi dall’amicizia. Non è innamorato di Arwen. Deve solo ammetterlo.”

Legolas ascoltava e quelle parole stavano facendo breccia nella sua mente, in lui per un attimo si accese una piccola speranza.

“ No Erestor, ti sbagli”

“ Caro ragazzo, non sai quanto ho ragione invece.” Lo abbracciò e se ne andò.

Adesso che aveva acceso la speranza in Legolas, doveva trovare il modo di svegliare Aragorn. Doveva chiedere consiglio a Fin. Come gli avrebbe spiegato tutto nemmeno lui lo sapeva.

 

“ Bene, bravo Erestor. Abbiamo fatto bene a chiedere il suo aiuto.” I Valar sorrisero. Forse ci sarebbe voluto meno tempo di quello previsto.

“ Riusciremo a staccare Aragorn da quella mozzarella.”( nda :di mucca xè quella di bufala è troppo buona me lo ha suggerito Venu)

“ Non dire così.”

“ Non dire così! Ma non vedi che è imbalsamata. Non la può nemmeno toccare. Senti Aragorn ha bisogno di passione, di fuoco, non di una camomilla. L’unico che possa dargli tutto questo è Legolas, non certo quella mummia.”

“ Proprio non la reggi, eh!”

“ Hai ragione, non la reggo. Ma ho dei progetti anche per lei. Non sono così malvagio da lasciarla sola per l’eternità. Ho già adocchiato qualcuno che vada bene per lei.” E posò il suo sguardo sugli elfi  che in quel momento stava facendo il loro ingresso a Gondor: con Lady Galadriel, Lord Celebron, Sire Elrond, Re Thranduil in testa alla delegazione.

“No, non penserai..ma”

“Si. Li vedo bene insieme. Sono complementari. Lui ha bisogno di una compagna e lei è quella giusta. Dolce, gentile, ma con polso quando serve.”

“ Mi sa che ne vedremo delle belle”

 

Arwen andò incontro al padre. Ma il suo sguardo fu catturato da due occhi verdi come smeraldi. Per un attimo rimase senza respiro. Mai lo sguardo di Aragorn le aveva provocato tale sensazione.

“ Padre, ben arrivato.”

“ Arwen, piccola mia.” La studiò per un attimo e poi seguì la direzione del suo sguardo. In un attimo capì cosa era successo. Sospirò.

“ Prevedo guai” fu il suo pensiero.

“ Vieni, accompagnami nella mia stanza.” La prese sottobraccio e si avviarono.

“Arwen, cosa succede?”

Lei lo guardò “ Ho chiesto ad Aragorn di rimandare l’annuncio delle nozze. Padre non sono più sicura. Credevo di amarlo. Ma mi sono resa conto che quello che amo in lui è la parte elfica che ancora ha, il suo lato umano mi fa paura.”

“ E poi, il tuo cuore è rimasto turbato.”

“Si. Oh padre, cosa devo fare? In che pasticcio mi sono cacciata?”

 

Intanto anche qualcun altro era rimasto turbato da quell’incontro. Ma in tanti anni uno sguardo aveva avuto il potere di turbarlo in quel modo. Era solo da tanto, troppo tempo. Ma lei era Arwen promessa al futuro Re di Gondor.

“ Per i Valar, che mi sta succedendo?” sussurrò.

 

“ Succede, che mettiamo fine alla tua solitudine.”

“ La situazione si sta intricando sempre più, mi piace.”

I Valar si scambiarono uno sguardo d’intesa.