.|. Il Volere degli Dei .|.

Capitolo 1

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Il  consiglio dei Valar era riunito. Avevano ancora parecchie cose da fare prima che Aragorn fosse incoronato. Il tempo era poco. Anche per loro.

Negli ultimi tempi passavano gran parte del loro tempo ad osservare gli abitanti di Gondor. I loro maggiori progetti vertevano proprio sulla vita di alcuni di loro. Ogni tanto si divertivano a stravolgere il destino di qualcuno, così per puro gioco. In fondo potevano fare come volevano, erano i Valar.

“ Dobbiamo agire in fretta. Osservali. Ormai non c’è più tempo.”

 

Aragorn e Arwen erano seduti su una panchina. Aragorn cercava di abbracciarla, ma lei gli sfuggiva. Gli permetteva solo di tenerla per mano.

Aragorn era agitato.

“ Arwen, ancora non posso crederci. Tra due giorni sarò incoronato Re. La mia vita cambierà del tutto. Poi il nostro matrimonio.”

Arwen sussultò. Negli ultimi tempi aveva riflettuto molto. Aragorn la spaventava, cioè il suo lato umano la spaventava. Più passava il tempo, meno lo comprendeva. La spaventava quel suo lasciarsi andare alle emozioni, il suo non controllarsi. Lei era un elfo e come tutta la sua razza aveva una totale e assoluta padronanza dei sentimenti e delle emozioni. Non conosceva la paura, la morte, il dolore e non riusciva ad accettare il modo in cui il suo compagno le affrontava e le viveva, come se fossero una parte importante della sua esistenza.

“ Aragorn, credo che il matrimonio vada rimandato.”. Le sue parole calme e tranquille lasciarono l’uomo di sasso.

“ Perché?” chiese stupito e anche un poco sollevato.

“ Dal momento in cui sarai incoronato avrai un sacco d’impegni, un mucchio di cose da sistemare e poco tempo. Avrai poco tempo da dedicare a me e ai preparativi. Preferisco aspettare ancora un poco. Avrai così meno problemi e più tempo.”

“ Va bene.” Si rese conto che l’idea di Arwen gli piaceva. Ultimamente il solo pensiero del matrimonio lo atterriva. Sentiva che non era la scelta giusta. C’erano dei pensieri che lo turbavano ultimamente. Pensieri rivolti ad un altro elfo: Legolas. Sapeva che quello che provava per lui andava ben oltre alla semplice amicizia. Lo amava. Ecco l’aveva ammesso. Ma non sapeva come comportarsi. Spesso pregava i Valar perché lo illuminassero. Ma fino a quel momento era nel buio più assoluto.

“ Devo andare, Gandalf mi aspetta.” Si congedò da lei con un lieve bacio su una guancia.

 

“ Vedi ecco cosa intendevo. Quei due non sono fatti per stare insieme. Lei fredda e controllata, lui impetuoso e passionale. No, non va. Sai come la penso.”

“ Si, lo so. Sono d’accordo con te. Legolas è perfetto per lui. Devono solo lasciare libero sfogo ai loro sentimenti. Devono vincere le loro paure e scoprirsi. Ho un’idea.”

Discussero su come procedere.

 

Legolas si era rifugiato tra i rami di una albero, nei giardini di Gondor. Aveva bisogno di starsene da solo a riflettere. In quell’ultimo anno erano cambiate molte cose, lui era cambiato. Non era più il giovane principe incosciente che era partito con la Compagnia. Era un altro. Ma quello che lo spaventava più di tutto era il fatto che non riusciva più gestire i suoi sentimenti e le sue emozioni. Spesso, sempre più spesso, avevano il sopravvento sul suo controllo. Soprattutto quando si trattava di Estel. Sorrise. Ormai era uno dei pochi se non l’unico, a chiamare con il suo nome elfico il futuro Re di Gondor. Mai nella sua lunga vita aveva provato sentimenti così forti e profondi verso qualcuno. Era irrimediabilmente innamorato di lui.

Questa scoperta lo stava angosciando. Non sapeva cosa fare, come comportarsi. Estel non era un elfo, era un umano. Quante differenze tra loro. Prima fra tutti la sua immortalità. Sebbene Estel fosse uno dei Dúnedain, beneficiato di lunga vita. Poi erano due uomini. Se questo tra gli elfi non aveva importanza, non era cero accettato dagli umani. E per ultima cosa, ma forse la più importante Estel doveva sposarsi. Con dama Arwen. Un’elfa vero. Ma lei avrebbe rinunciato alla sua immortalità.

“ Lo farei anch’io, se solo avessi la possibilità di scegliere.” Mormorò fra se.

 

“ Lo sappiamo, che lo faresti. Non avresti nessuna esitazione. Del resto il tuo amore per lui è così grande.”

Ai Valar sfuggì un sorriso carico di tenerezza. Legolas era uno dei loro preferiti. Nutrivano verso di lui un affetto particolare e stavano studiando qualcosa per renderlo felice. Se lo meritava, era una creatura meravigliosa, speciale. Negli ultimi tempi erano intervenuti spesso per cambiare i destini già tracciati di alcuni di loro,a volte con risultati così sorprendenti che persino  loro facevano fatica a capacitarsene. Come quei due che stavano sopraggiungendo. Erano andati ben oltre a quello che era stato delineato per loro. Ma i Valar non se ne dispiacevano, in fondo erano dei romantici e adoravano le storie d’amore.

 

 

La meditazione di Legolas fu interrotta dall’avvicinarsi di due persone. Un sorriso gli increspò le labbra quando riconobbe Erestor e Glorfindel.

“ Fin, smettila” Erestor brontolava con il compagno che cercava di baciarlo.

“ Eh dai, Res. Un bacetto che sarà mai!”

“ Insomma, quante volte te lo devo dire. Non voglio fare queste cose in pubblico. Se ci vedesse qualcuno. Cosa penserebbe, del primo consigliere del Re. Ho una reputazione da difendere”

Fin sorrideva. Adorava farlo arrabbiare. Res era sempre così compito, serio, almeno in pubblico. Ma in privato si trasformava. Era come se si togliesse il costume di scena, e smettesse di recitare. Era una persona tenera,dolcissima. Quando sorrideva il suo viso si trasfigurava. E poi sotto quell’apparente freddezza, ardeva il fuoco.

“ Dai Res, solo uno” Fin insisteva. “ Lo sai da quanto è che non ti bacio?”

“ Esattamente da due ore e venticinque minuti.” Rispose res con un sospiro.

Fin scoppiò a ridere. “ Hai contato il tempo!” esclamò

“ Cosa credi che io non senta mai la voglia di baciarti?” rispose Res un po’ risentito.

Fin lo fissò per un lungo istante.

“ Res, non so cosa tu mi abbia fatto. Non riesco a starti lontano. Anche prima durante a riunione del consiglio, mentre tu parlavi il mio unico pensiero era che avrei voluto fare l’amore con te. Possederti li sul tavolo della riunione e scoparti fino a farti urlare dal piacere”.

Res arrossì. Fin adorava vederlo arrossire. Per certi versi era un timido ragazzino insicuro, e lui adorava metterlo  in imbarazzo. Vedere che volto stupendo colorarsi di rosso, gli fece ribollire ancora di più il sangue.

 

Gli si avvicinò, ma Res si spostò.

“ Non Fin, ti prego. Se arriva qualcuno?” ma questi non lo ascoltò. Gli si avvicinò, facendolo indietreggiare finché si trovò con la schiena contro la pianta. Gli si mise davanti appoggiando le braccia al tronco, imprigionandolo.

“ Adesso non puoi più scappare” le sue labbra scesero lentamente ad assaporare quelle del compagno,mentre la lingua si insinuava fra di esse per entrare ad assaporare il calore di quella bocca. Un gemito sfuggì dalle labbra di Erestor che circondò il compagno con le braccia per attirarlo a sé. Sentì la sua erezione premere sulla gamba, mentre il bacio si fece sempre più profondo.

“ Toccami, Erestor.” 

Erestor cominciò a slacciare gli alamari della tunica di Fin,scostandogliela leggermente. Prese fra le dita i capezzoli che si ergevano duri e reclamavano il suo tocco. Poi una mano scese verso la cintura dei pantaloni slacciandola e si insinuò dentro ad accarezzare la tenera pelle dell’inguine.

 

Glorfindel gemeva. Erestor lo guardò per un istante. Era in piedi davanti a lui, le gambe  divaricate. La tunica che gli scendeva dalle spalle e il bacino proteso in avanti verso di lui, verso la sua mano che gli stava procurando piacere. La testa  reclinata all’indietro, i lunghi capelli che sembravano un mantello. E dalla bocca leggermente dischiusa uscivano gemiti di piacere che diventavano sempre più forti, mentre la lingua continuava a leccare le labbra.   Era un’immagine così lussuriosa che Erestor perse la testa. Si inginocchiò e prese in bocca l’erezione del compagno. Un urlo roco uscì da quelle labbra.

“ Oh… si …… si …..mi stai facendo impazzire”….. le parole uscivano a stento dalla bocca di Fin.

 

Erestor lo lambiva con la lingua in tutta la sua lunghezza, dandogli dei teneri morsi. Poi la sua lingua si insinuava per un momento nella piccola fessura, per poi ritornare a lambirlo.

“ T…ti….. prego….dai… prendilo tutto.” Fin lo implorava. Stava per scoppiare. Voleva sentire la bocca di Erestor su di lui. Voleva scoparla. Finalmente Res accolse le  sue preghiere e lo prese tutto in bocca cominciando a succhiare, mentre con la mano lo accarezzava. Fin prese la testa dell’amante fra le mani e la accompagnò nei suoi movimenti, mentre spingeva il bacino in avanti. Poi il piacere esplose e venne nella sua bocca.

 

Sollevò Res da terra e lo abbracciò stretto. Sentì un piccolo rumore, alzò la testa e incontrò gli occhi di Legolas, che gli rivolse un sorriso imbarazzato. Fin sorrise a sua volta facendogli capire che non c’erano problemi. Si ricompose e preso Erestor per mano si incamminarono.

“ Visto Res, tante proteste per nulla”

“ Oh, tu. Mi fai perdere il lume della ragione. Pensa se ci vedeva qualcuno. Che bello spettacolo! Il Consigliere del Re che …” si interruppe arrossendo.

“ Dai Res, lo sanno tutti che stiamo insieme. Se fosse arrivato qualcuno, avrebbe visto solo due persone che si amano. Magari poteva arrivare Legolas.”

“ Ecco, così era ancora peggio. Io sono come un padre per lui. Bell’insegnamento gli avrei dato”

Fin si girò e scambiò un sorriso complice con il giovane elfo che nel frattempo era sceso dal suo nascondiglio.

 

I Valar sorrisero. Quei due erano fantastici. Nei loro progetti iniziali avevano stabilito che sarebbero dovuti diventare amici. Ma le cose erano andate ben oltre e loro ne erano pienamente soddisfatti.

Il giorno e la notte, la luna e il sole, il ghiaccio e il fuoco. Ecco cosa erano quei due. Glorfindel era alto, con un fisico possente. Lunghi capelli biondi che emanavano bagliori d’oro a ogni singolo movimento e caldi occhi azzurri. La bocca sempre aperta al sorriso. Era uno degli elfi più belli che si fossero mai visti.

Erestor aveva un corpo bellissimo, una bellezza diafana e algida. Pelle bianchissima che contrastava con il nero corvino dei capelli. Occhi azzurri di ghiaccio. La bocca carnosa sempre atteggiata in una linea seria. Era bellissimo, ma inconsapevole di quanto lo fosse.

“ Ah, che magnifica coppia. Ma adesso dobbiamo sbrigarci il tempo stringe.”

“Quei due ci saranno utilissimi.”

Tutto era pronto.