.|. Cuore di Elfo .|.

 

Parte Ottava

~

Note: parole fra parentesi è la voce di Meril che cerca di mettersi in contatto con Legolas

Ringraziamenti: grazie Aranel Enedhil e Enys…. La lista s’allunga sempre di più^_^

--

***Doriath***

Legolas si allontanò da Aragorn. Ormai anche El-Born riposava nelle Aule di Mendos, ne era certo. Avrebbe sentito moltissimo la sua mancanza, anche se in quei mesi era sempre stato sicuro che non fosse più.

Si guardò attorno. Se El-Born in quelle condizioni era riuscito a trovarlo, sicuramente sua sorella Meril non doveva essere lontana. Ma dove? Purtroppo non aveva alcuna idea di dove cercare. Prese in mano nuovamente l’arco e iniziò ad esplorare i dintorni.

Aragorn e Legolas avevano deciso di dividersi per velocizzare la ricerca che sapevano difficile e lunga.

Legolas era riuscito a fatica a smettere di piangere. Aveva perso un amico fidato che si era sacrificato per salvare la vita a Meril. Chissà quante volte aveva combattuto in quei mesi. Gli sarebbe stato grato in eterno, se solo fosse giunto prima, ma ormai non poteva più cambiare ciò che era accaduto.

Il silenzio che regnava nella foresta era di attesa, come se la natura partecipasse alla disperata ricerca dei due uomini. Il vento aveva smesso di soffiare. Tutto sembrava immobile come la natura non volesse disturbare.

La notte stava calando velocemente. L’Elfo temeva di non riuscire a trovare sua sorella prima che fosse completamente buoi. Poteva immaginare il terrore che poteva provare in quei momenti in cui non vedeva ritornare il suo cavaliere. Chissà cosa stava passando per la mente di sua sorella. Da quello che aveva potuto capire era già molto spaventata; ora che la notte era prossima la sua paura sarebbe aumentata e forse avrebbe lasciato il suo rifugio sicuro per cercare El-Born. Doveva assolutamente trovarla al più presto.

Improvvisamente sentì un rumore alle sue spalle. Si fermò di scatto per poi girarsi lentamente, ma non vide nulla. Forse era stata la sua impressione. Rimase immobile alcuni minuti, ma non udì alcun rumore. Si avvicinò alla siepe da cui aveva udito il rumore. Spostò le foglie con delicatezza. Non trovò nulla.

Sentì nuovamente il rumore che aveva udito in precedenza. Questa volta veniva da un lato. Decise di rimanere lì dove si trovava. Sicuramente aveva spaventato chiunque lo stava osservando. Si sedette in attesa, prima o poi la persona si sarebbe presentata. Non avvertiva alcun pericolo quindi si sentiva relativamente tranquillo. I suoi occhi erano però sull’attenti.

Le foglie di fronte a lui si mossero nuovamente. Dal centro uscì una figura, esile e delicata molto incerta sulle gambe. La piccola figura si muoveva con circospezione come se avesse paura di lui. Certo la capiva. Si era ritrovata da sola improvvisamente e non sapeva chi si era trovata di fronte visto che lui si trovava leggermente in ombra.

Legolas ebbe un tuffo al cuore. Meril, finalmente l’aveva trovata, ma non riuscì a muoversi. Aveva paura di spaventarla, chissà se si ricordava di lui. Mille ricordi gli affollarono la mente.

Vederla camminare era per lui un emozione grandissima. Non avrebbe mai immaginato avesse fatto tutti quei progressi…. E lui non aveva potuto assistere a quella conquista.

La piccola si avvicinò lentamente. I suoi capelli scuri erano spettinati. Si fermò a pochi passi da lui. Allungò una manina e gli sfiorò una gamba per poi allontanarsi immediatamente, ma non si nascose. Sembrava sentirsi sicura, anche se non sapeva cosa fare. Si avvicinava e poi si allontanava.

I suoi occhioni blu erano fissi su di lui incuriositi. Si ricordava vagamente quel volto, ma non riusciva a ricordare chi fosse. L’unico volto che aveva visto in quell’ultimo periodo era della sua guardia. Aveva però una bella sensazione. Si ricordava un dolcissimo canto e una calda sensazione, ma i suoi ricordi erano legati a quella persona. Il ricordo più forte che aveva era una dolcissima voce maschile. Chissà se era lui. Era curiosa.

Cadde a terra. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Portò una mano sporca al viso per asciugarsi. Guardò la sua mano e rimase ferma. Era così sporca. Ma perché? Se lo ricordò. La sua guardia tutta sporca…. Dov’era il suo amico?

“Meril”.

La piccola alzò gli occhioni tirando su col naso e fissò l’Elfo che gli sorrideva. Una lacrima le rigò il volto. Rimase ferma. Un sorrise apparve sul suo volto. Con lentezza si alzò ricadendo nuovamente a terra. Guardò i suoi piedi e poi Legolas. Sorrise nuovamente come fosse divertita. Sembrava anche che la tristezza di prima era scomparsa.

Legolas si alzò senza fare movimenti bruschi. Si avvicinò alla piccola. Si inginocchiò e le accarezzò la testa. I capelli sembravano di seta anche se il loro aspetto non era dei migliori.

Meril si rialzò sulle gambe. Mise nuovamente una mano sul ginocchio di Legolas per reggersi in piedi. Le sue gambe tremavano, ma riuscì comunque a rimanere in piedi.

Il tocco gentile di Meril lo fece sussultare. La manina era così calda.

L’Elfo prese un fazzoletto per asciugare le lacrime di Meril. Fissava con dolcezza Meril che si faceva asciugare le lacrime.

Meril prese la mano del principe fra le sue manine. Legolas guardò le mani della sorella così piccole in confronto alle sue.

“Legolas”, disse con voce melodiosa.

Meril si fece prendere in braccio dal fratello e si abbandonò al caldo abbraccio. Alzò le braccia verso Legolas e gliele mise attorno al collo. Finalmente aveva ritrovato la sensazione che aveva sempre provato.

Legolas non poteva credere a ciò che vedeva. Sua sorella Meril si ricordava ancora di lui. Non aveva mai provato una tale felicità. Strinse forte a sé quel corpicino e la baciò sulla guancia. Quella pelle vellutata e quel profumo che gli ricordavano sua madre. Si coprì col mantello avendo notato che Meril si era addormentata. Il respiro era regolare. Il suo volto sorridente. Si sedette in un posto riparato. Non voleva svegliare Meril.

 

Aragorn trovò Legolas sdraiato e addormentato. Si avvicinò a lui. Rimase di stucco quando vide chi stava abbracciando. La felicità nel volto dell’Elfo lo toccò il cuore del Ramingo. Toccò leggermente l’Elfo che aprì leggermente gli occhi.

“Aragorn”.

“Meleth-nín”.

Legolas si alzò. La piccola Meril dormiva ancora fra le sue braccia.

“Coi capelli scuri? Non me lo sarei mai aspettato”.

“Mio nonno era coi capelli scuri…”.

“Sai che a Lórien quando sarà grande farà strage di cuori?”

Legolas sorrise. Si rese conto di essere geloso di Meril e la prospettiva di lei grande con un Elfo accanto gli faceva accapponare la pelle.

“Legolas…”.

“A’maelamin Meril, ‘Quel amrun[i]”.

Gli occhi di Legolas brillavano alla vista di Meril. La piccola voltò lo sguardo e vide il Ramingo. Lo fissò con curiosità.

“Lui è Aragorn, Meril…. E’ nostro amico”.

“Aragorn?”

Il Ramingo sorrise alla piccola Donna-Elfo che ricambiò.

Meril si sedette sulle gambe del fratello e guardò l’Uomo senza dire nulla.

I suoi occhi erano identici a quelli del fratello come pure la bellezza. A Aragorn sembrava di vedere la copia di Legolas al femminile. Sorrise.

La piccola guardò il fratello senza capire perché quello strano tipo sorrideva poi  guardò il tizio. Rimase ferma qualche istante prima di avvicinarsi con sospetto. Aveva quella strana cosa sul viso che lo rendeva minaccioso. La piccola si voltò verso Legolas che le sorrideva.

"Meril, non devi avere paura di lui".

"Buto".

"Lo so non è il massimo", rispose Legolas. "Vieni qui, piccola mia".

Meril tornò tra le braccia sicure del fratello e guardò mentre quello strano tipo che si avvicinò. Si lasciò prendere la mano del fratello che gliela baciò dolcemente.

"Non devi avere paura di lui.... E poi ci sono io a proteggerti, piccola Meril".

Legolas fece cenno a Aragorn di avvicinarsi. Il principe sfiorò la barba del Ramingo.

"Ti fa paura questa? Puoi tirargliela quanto vuoi, tanto non si arrabbia...".

Legolas avvicinò la manina di Meril al volto di Aragorn e le fece accarezzare la barba. La piccola Meril sorrise mentre iniziava a tirargliela e vedeva le facce che il Ramingo faceva.

“E’ un Uomo, non è un Elfo”, disse Legolas. “E’ una persona molto buona, un mio amico”.

“Mellon”.

“Avrete fame voi due. Preparo qualcosa da mangiare, mentre tu Legolas ti occupi di tua sorella”.

Meril si alzò. Iniziò a correre su e giù per il prato inseguita da suo fratello.

“Meril dove vai?”

Meril si girò e attese il fratello che la raggiunse senza fiato. La piccola scoppiò a ridere vedendo il fratello senza fiato.

“Piccola peste”. Legolas riuscì a prendere Meril in braccio. “Ora non mi scappi più”.

Meril guardò il fratello dritto negli occhi.

“Sai che hai bisogno di un bagnetto?”

“Questo non me lo sarei mai aspettato da te”.

Legolas si voltò.

“Cosa?”

Aragorn accarezzò la testa della piccola.

“Farti battere da lei”.

Meril sorrise, evidentemente aveva capito cosa intendeva il Ramingo. Allungò le braccia verso il Ramingo che la prese in braccio.

“Eh… bè… insomma… cos’è una coalizione contro di me?”

“No, certo che no, vero Meril? Tuo fratello ha ragione hai bisogno di un bagno”.

 

*** Lórien***

 

Haldir era seduto tranquillamente ai confini di Lórien. I suo fratelli erano sdraiati accanto a lui.

Erano ormai alcuni mesi che Legolas e Aragorn erano partiti alla ricerca della piccola Meril. Non avevano più ricevuto loro notizie. Iniziavano a preoccuparsi, ma sapevano che erano abili guerrieri e quindi in realtà le loro preoccupazioni erano inutili.

Il caldo dell’estate era insopportabile come ogni anni, ma all’ombra degli alberi la temperatura era per fortuna accettabile.

I tre fratelli erano silenziosi. Sembrava che nulla e nessuno potesse disturbare il loro meritato riposo. Infatti, Celeborn e Galadriel avevano ordinato loro di riposarsi, ma appena avrebbero saputo dove si stavano riposando si sarebbero arrabbiati moltissimo.

Iniziò a soffiare un venticello ristoratore. Haldir annusò l’aria che gli stuzzicava le narici.

“Haldir?”

“Dimmi, Rumil?”

“Mi sembra di udire un canto”.

I due fratelli tesero l’orecchio. In effetti portato dal vento vi era un dolce canto. Rimasero in ascolto per un po’ prima di riconoscere la voce di Legolas. Era così diversa da quella che avevano conosciuto in quell’ultimo periodo.

Salirono in groppa ai cavalli e li spronarono. Le chiome bionde degli Elfi erano mosse dal vento e brillavano alla luce del sole.

Quando li videro rimasero interdetti. Legolas sembrava molto più alto di quando era partito. Avvicinandosi si resero conto di chi aveva creato quell’illusione. Legolas portava sulle spalle una Elfo-Femmina sorridente che canticchiava allegramente.

“Mae govannen, Legolas”.

“Elen sila lumenn omentilmo[ii], Haldir o Lórien”.

“Sono felice di vedere che la vostra ricerca ha avuto buon esito”.

“Sì, Haldir, ti presento Meril. Piccola Meril ti presento Haldir, Rumil e Orophin”.

“Benvenuta principessa”.

Meril fissò l’Elfo sorridente. Quella chioma bionda e lucente la rapì. Gli piaceva moltissimo. Quel dolce sorriso che assomigliava a quello di suo fratello. Allungò una manina e Haldir gliela prese.

“Vuoi venire in braccio, piccola?”

Meril guardò suo fratello che le diede l’assenso. Felicissima si fece prendere in braccio dal Guardiano di Lórien.

“Sei proprio bella, piccola Meril. Si vede che sei sorella di Legolas. Stessi occhi e stesso splendido sorriso”.

Meril sorrise all’Elfo.

“Bello… Elfo…”.

“Grazie, dolce principessa”.

“Ma perché con te è così?” Chiese Aragorn.

Haldir sorrise amabilmente al Ramingo e poi alla piccola.

“Non saprei…. Forse perché non ho la barba”.

“Forse…”.

Haldir accarezzò i capelli di Meril che nel frattempo si era addormentata fra le sue braccia.

“A dire il vero…. Sono i bambini che hanno sempre avuto la passione per me. Non sono mai stato molto bravo con loro”.

“A me non sembra”.

Haldir guardò la piccola e sussurrò:

“Siamo felici che tu e tuo fratello abbiate scelto Lórien come vostra casa. Il Lord e la Lady saranno felici di darti il benvenuto”.

 

Fine?

( haldir_of_lorien@email.it )

~

[i] A’maelamin Meril, ‘Quel amrun: mia amata, Meril, buon giorno

[ii] Elen sila lumenn omentilmo: una stella deve brillare nell’ora del nostro incontro.

[vi] Heruamin: mio Signore, modo familiare.

[vii] El-Born: uomo fedele , nella lingua Doriathrin