.|. Cuore di Elfo .|.

 

Parte Seconda

~

***Lórien***

 

I giorni passavano lentamente. Haldir ed i suoi fratelli erano tornati con buone notizie. Imladris era salva, gli orchetti erano stati respinti.

Legolas finalmente poteva rilassarsi. Da quando, due mesi prima, i fratelli erano partiti non aveva più avuto un momento di tranquillità. Sentiva i suoi muscoli tesi fino l’impossibile.

Il giovane principe si diresse verso il bagno. Le ancelle di Galadriel per quel giorno erano a sua disposizione, un premio da parte della Lady per una serie di motivi a lui perfettamente chiari.

Osservò le Donne-Elfo che finivano di preparare il bagno caldo. L’acqua era stata profumata, ma non ne conosceva l’essenza. Quando le ancelle si accorsero di lui, Legolas le mandò via. Aveva bisogno di stare da solo e tranquillo.

La sensazione dell’acqua calda sulla sua pelle gli fece dimenticare tutte le tensioni e i problemi di quegli ultimi mesi. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul bordo. I capelli ricadevano al di fuori dalla vasca. Rimase immobile per alcuni minuti.

“ Meleth[i].” Legolas riaprì gli occhi. Aragorn lo stava fissando. “Spero di non averti disturbato”.

“Tu non disturbi mai, Aragorn. La tua presenza mi rilassa”.

Aragorn si avvicinò alla vasca.

“Ho mandato via le ancelle di Galadriel, spero...”.

“Hai fatto bene”.

Aragorn prese uno sgabello e si sedette dietro a Legolas. Iniziò a massaggiargli le spalle.

“Sei molto teso”. Legolas non rispose. “Ho parlato con Lord Celeborn e Lady Galadriel. Ti hanno concesso un periodo di riposo. Hai il loro premesso di lasciare Lórien se vuoi”.

“E per andare dove?”

“Ci sarà un posto in cui desideri tornare”.

“Sì, ma lì non vi è più nulla per me, solo dolore se sofferenza. Non sono ancora pronto per affrontare tutto ciò”.

“Prima o poi dovrai”.

“Lo so, ma non ora. Il dolore è ancora troppo giovane per me. Un giorno, forse potrò tornare e spero tu sarai al mio fianco”.

“Lo sarò”.

Il silenzio che cadde fra di loro fu un vero toccasana per Legolas. Aragorn continuava a massaggiargli le spalle e lui poteva assaporare quegli istanti. Il tocco di Aragorn era dolce, ma nello stesso tempo deciso. Aragorn prese del sapone per lavare la schiena del principe.

Quando uscì dalla vasca si sentiva completamente rilassato. I cattivi pensieri erano svaniti come per magia dalla sua mente. Sentiva lo sguardo di ammirazione di Aragorn su di lui.

Legolas si sedette su una sedia che le Donne-Elfo avevano preparato in precedenza per lui sulla terrazza.

“Lo spettacolo degli alberi di Lórien mi ha sempre tolto il fiato.” Disse più a sé stesso che al suo compagno silenzioso dietro di  lui. “Questi alberi sono così carichi di storia, così differente da Mirkwood…”.

Odiava sé stesso. Ogni immagine ed ogni sensazione lo riportavano con la mente al suo vecchio palazzo. La ferita si era riaperta e lo faceva soffrire più che mai.

“Quella mattina…. Quella mattina era tutto così calmo a Mirkwood…. Mia madre ed io stavamo passeggiando. Mi ricordo ancora il suo dolce profumo, il suo splendido sorriso…. Ma la sua voce era estremamente preoccupata. Gli orchetti ormai erano alle porte della città. Da mesi non avevamo alcun contatto con Lórien o Imladris o qualsiasi altro posto della Terra di Mezzo…. Anche la via del fiume che usavamo per trasportare il vino era inutilizzata da mesi e sempre sotto controllo. In quel luogo abbiamo perso molti Elfi. E’ stato solamente grazie a loro che gli orchetti non erano riusciti ancora ad entrare a palazzo. Tutti noi eravamo stremati e mia madre sembrava più vecchia che mai. Nonostante fossimo sotto assedio mia madre aveva partorito una femmina…”.

Le parole morirono fra le labbra di Legolas. Il ricordo di sua sorella gli straziava il cuore.

“Meril[ii], questo era il suo nome…. Nei momenti in cui non pattugliavo le mura del palazzo stavo con lei. Ero molto orgoglioso e affezionato a Meril…. Quei suoi occhioni mi fissavano sempre con curiosità. Si faceva cullare per ore da me senza lamentarsi…. La sua nascita era stato l’unico evento felice di palazzo. Mio padre era forse più orgoglioso di me”.

Aragorn si avvicinò all’Elfo. Rimase colpito dal dolore con cui pronunciava quelle parole ed aveva il sospetto che fosse la prima volta che si confidava con qualcuno. Si sedette per terra di fronte a lui con le gambe incrociate. Notò solo allora che lo sguardo di Legolas era perso nel vuoto e che le sue labbra tremavano leggermente.

“Quella mattina mia madre volle andare sulle mura ed io l’accompagnavo. Tutto era tranquillo, gli orchetti non si erano più visti ormai da un paio di notti.

“Camminammo in silenzio protetti da due ali di soldati preoccupati per la presenza della loro Regina in quel luogo. Ogni tanto si fermava ad osservare il Bosco silenzioso. Ormai anche tutta la selvaggina era stata distrutta dalla furia dei nostri nemici. In compenso i Ragni proliferavano incominciando la loro piccola vendetta contro di noi con delle incursioni appena all’interno delle mura.

“Ma quella mattina tutto taceva. Un silenzio innaturale che ci faceva rabbrividire, ma che mai ci avrebbe potuto far capire cosa sarebbe accaduto la notte seguente….

“Quando rientrai a palazzo c’era mio padre che ci stava attendendo. Il suo volto corrucciato non prometteva nulla di buono. Lasciai mia madre con le guardie. Quella fu l’ultima volta che la vidi.

“Seguì mio padre. I nostri passi echeggiavano nel palazzo.

/Sono preoccupato, Legolas/,  mi disse mio padre.

/Questa calma non mi piace. Vorrei che domattina tu, tua sorella e tua madre lasciate il palazzo. I nostri uomini sono riusciti ad aprire una breccia tra i nostri nemici. Con te verranno altre due guardie. Non dovreste avere problemi a raggiungere Lórien. Non terremo occupati gli orchetti/.

/Ma padre…/.

/Non discutere, figlio mio. La vita di Meril e di tua madre sono più importanti di qualunque altra cosa. I preparativi stanno procedendo e domattina partirete/.

“Adesso comprendevo perché mia madre aveva voluto fare quella passeggiata, era un silenzioso addio a Mirkwood. Sapevo che il Re mio padre aveva ragione, ma nello stesso tempo non avrei mai voluto lasciarlo da solo.

“Mi congedai da lui in silenzio. Il mio cuore era pensante perché sapevo che se mio padre aveva preso quella decisione lo aveva fatto perché sapeva che non c’era più alcuna speranza di salvezza per Mirkwood.

“Mi diressi nella camera di Meril. Mi sorpresi a non trovare mia madre. Mi avvicinai alla culla di mia sorella che appena mi vide mi sorrise. Tese le sue braccia verso di me per farsi prendere i braccio”.

Il principe chiuse gli occhi e non parlò per svariati minuti. Poteva ancora sentire il dolce peso di sua sorella fra le sue braccia.

“Giocai con lei a lungo. Le ancelle di mia madre mi guardavano sempre con ammirazione. Dicevano che ero l’unico che riusciva a fare ridere Meril così tanto. L’unica cosa che mi ‘rimproveravano’ era quando me ne andavo…. Mia sorella cominciava a piangere e solo dopo molto tempo riuscivano a tranquillizzarla”.

Aragorn guardava Legolas che stava sorridendo. Era quasi geloso di come Legolas descriveva sua sorella. Traspariva un tale amore e un tale attaccamento che avrebbe voluto solo per sé.

“Avevo ricevuto l’ordine da mio padre di risposarmi quella notte. Non avrei potuto per alcun motivo pattugliare le mura.

“Controvoglia andai a letto. La mia camera si trovava in uno dei luoghi più tranquilli e isolati del palazzo. Dalla mia finestra potevo ammirare il fiume. Come mi divertivo ad osservarlo quando barili di vino viaggiavano verso la città degli Uomini! Ma quella volta nemmeno la mia immaginazione mi fu di aiuto.

“Riuscii ad addormentarmi solo a notte fonda. I miei sogni erano costellati di combattimenti, urla, pianti e dolore….

“Troppo tardi mi resi conto che quelle grida non erano nei miei sogni, ma erano reali. Mi alzai e corsi fuori. In lontananza sentii dei soldati che combattevano. Gli orchetti erano riusciti a penetrare nel palazzo e ormai la sua conquista era prossima.

“Mi diressi immediatamente verso le stanze dei miei genitori. Speravo in cuor mio che gli orchetti non fossero già arrivati lì, ma….

“Quando entrai nella camera di mia madre rimasi paralizzato. Vi erano i segni di un combattimento. Alcuni corpi di Elfi giacevano a terra mescolati a quelli degli orchetti. Sul letto vi era mia madre. Lentamente mi avvicinai; avevo paura di cosa avrei potuto trovare. Mia madre giaceva sdraiata col petto squarciato.

“Un turbinio di immagini affiorò nella mia mente…. Mille e più mille volte vidi la sua morte…. Vidi i soldati che la difendevano e si scarificavano per lei… mentre… mentre io riposavo nella mia stanza…”.

Aragorn prese Legolas fra le sue braccia. Il volto dell’Elfo sconvolto dal dolore e dai sensi di colpa lo faceva soffrire moltissimo.

“Uscii dalla sua stanza. In mano avevo le mie spade…. Decisi di morire anch’io, non mi era rimasto più nulla. Tutte le persone che amavo di più…. Combattei a lungo contro gli orchetti fino a rimanere l’ultimo Elfo che c’era a palazzo.

“Sentii una freccia che mi penetrava la schiena. Com’era nel loro stile gli orchetti mi avevano colpito alle spalle. Caddi in ginocchio. Il dolore era tremendo.

“Quando mi risvegliai il palazzo era silenzioso. Tutto era finito, uno dei regni degli Elfi nella Terra di Mezzo era scomparso per sempre.

“Tentai di alzarmi, ma svenni nuovamente. Non so per quanto tempo rimasi nella sala del trono svenuto, ma quando mi svegliai nuovamente da una delle finestre filtrava la luce delle stelle.

“Riuscii ad alzarmi appoggiandomi al trono che una volta era stato di mio padre. A fatica mi incamminai verso l’uscita del palazzo. I corpi degli Elfi ormai avevano raggiunto le Aule di Mendos, ma i corpi degli orchetti giacevano ancora lì.”

Legolas smise di parlare. I singhiozzi scuotevano ancora il suo corpo. Le lacrime scendevano ancora copiose rigando il suo volto.

Nessuno dei due uomini parlò. Non c’era nulla da dire. Il dolore che Legolas provava lo stava lentamente uccidendo, Aragorn lo sapeva, ogni Elfo di Lórien lo sapeva.

“E Meril?”

“Prima di cadere ferito ho girato tutto il palazzo, ma…. Ma non l’ ho mai trovata. Se mi fossi accorto di ciò che stava accadendo… mia madre e mia sorella ora sarebbero qui con me, ne sono sicuro”.

“Non puoi incolparti, Legolas, di ciò che è accaduto. Se tu fossi stato lì cosa avresti potuto fare?”

Legolas si divincolò da Aragorn e si allontanò da lui.

“Come puoi dire che non è colpa mia? Certo non lo è per l’invasione degli orchetti nel palazzo, ma era mio dovere difendere Meril e mia madre. Se… se non sono più è colpa mia e soltanto mia”.

“Ma hai detto tu stesso che non hai più trovato Meril. Potrebbe essere ancora viva”.

“Ho pensato e ripensato a questa possibilità, ma non vedo…”.

“Bè tu sei vivo perché non dovrebbe esserlo lei?”

Legolas non sapeva cosa rispondere. Se ci fosse stata una minima possibilità di ritrovare Meril. Non sapeva da che parte cominciare. O meglio, lo sapeva bene, ma tornare in quei luoghi.

“Legolas…. Sono sicuro che Meril sia ancora…. Lascia che ti aiuti in questo difficile momento. Lo sai che starti vicino è ciò che più desidero”. Legolas osservò Aragorn senza dire nulla. “Non devi decidere subito, ma prima lo fai meglio sarà”.

“Tu pensi veramente che potrei ritrovare Meril?”

“Certo, ne sono più che certo”. Aragorn si avvicinò all’Elfo. “L’amore che provi per Meril ti guiderà nella direzione giusta…. L’amore che provi per lei è molto profondo, vero?”

“Sì lo è, Aragorn, ma tu non devi esserne geloso. Ciò che provo per lei e che provo per te è ben distinto. A nessuno avevo mai detto ciò che avevo passato a Mirkwood, né a Lord Celeborn né a Lady Galadriel che considero molto più di quanto tu possa immaginare. A nessuno avevo  aperto il mio cuore, ed mi ero ripromesso di non farlo mai, ma…. Non potevo più sopportare un tale peso al cuore”.

“Sono felice che tu ti sia confidato con me”.

“E con chi altro avrei potuto?” Legolas prese il volto di Aragorn fra le sue mani. “Tu sei l’uomo che amo e l’uomo con cui voglio condividere la vita”.

Legolas baciò Aragorn con passione.

“Io, Aragorn, ti dono il mio corpo, la mia anima e il mio cuore. Spero tu voglia accettarli”.

“Certo, lirimaer[iii]”.

 

Fine Seconda Parte

( haldir_of_lorien@email.it )


~

[i] Meleth: amore

[ii] Meril: rosa (fiore)

[iii] Lirimaer: lovely one