.|. Come Far Cambiare Idea .|.

by Thilus

A volte per far cambiare idea a qualcuno, bisogna passare ai fatti… non credete?

Sentimentale | Slash | Rating PG-13 | One Piece

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“Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?” Mi grida Viggo strattonandomi per un braccio e trascinandomi fuori dal locale.

“Viggo, lasciami, mi stai facendo male!”

Mi guarda arrabbiatissimo ma non mi lascia il braccio, anzi, stringe con più forza la presa.

“Mi vuoi spiegare cosa ti è preso? Ti sembra il modo di comportarsi?”

“Forse sono io che dovrei chiederlo a te!!” Inizio ad arrabbiarmi anch’io. “E lasciami il braccio.” Continuo, facendo forza affinché lasci la presa, ma inutilmente.

“Non so se te ne sei accorto, ma stiamo dando spettacolo.” Gli faccio notare mentre cerco di mantenere un tono di voce normale e calmo.

Si guarda intorno notando alcune persone che avevano rallentato l’andatura cercando di non perdersi nulla di quella che si sta rivelando una vera e propria ‘scenata’.

Mi lascia finalmente il braccio che subito mi massaggio.

“Perché, tu prima che cosa hai fatto?” Mi sussurra sulla faccia. Non l’ho mai visto così arrabbiato. “Non hai forse dato spettacolo dentro a quel pub… con Sean?” Ma cosa? Sono incredulo e stordito, non posso credere veramente che questa scenata sia dovuta a… “Stavamo solo ballando! Ci stavamo solo divertendo un po’, come tutte le altre volte, che c’è di male?”  Ora il mio tono di voce non è poi così basso e calmo.

“Come tutte le altre volte, certo.” Sussurra a denti stretti, la voce così bassa che faccio fatica a sentirlo, mentre mi prende il polso. “Ma allora la tua è una mania!” Ma non sembra sentirmi.

“Vuoi lasciarmi?” Ma di nuovo non mi ascolta e mi trascina dentro un taxi.

“Non possiamo parlare in mezzo alla strada.”  Mi dice non appena la macchina si immette nella strada.

Neanche lo guardo. Ma pensa te.

“Parlare di cosa? Io non ti devo alcuna spiegazione per quello che è successo prima. Dal momento che non è successo proprio NIENTE!”

Mi giro a guardarlo finalmente negli occhi e alzando la voce continuo. “Segui il labiale: NIENTE Vig! Non è successo NIENTE!!” Scandisco bene ogni singola parola.

“Ma davvero?!” Mi dice lui con il suo tono più strafottente e io non ci vedo più.

“Si fermi!!” Grido al tassista e non appena accosta al marciapiede scendo dalla vettura iniziando a camminare.

Non posso crederci.

Naturalmente mi ha seguito. Ora mi si è piazzato davanti ed è visibilmente irato.

“Non è successo niente secondo te?”

“Già!” Rispondo convinto.

“A me non sembrava così!”

Tuttavia anch’io sono spazientito. Trovo che questa discussione sia ridicola e persino fuori luogo, per non dire ASSOLUTAMENTE fuori luogo.

“Allora?! Sto aspettando!” Mi aggredisce ancora.

“A me sembrava semplicemente di ballare! Né più, né meno.” Puntualizzo.

“No, tu non stavi SEMPLICEMENTE ballando con Sean. Lui ti si strusciava addosso!! E tu ci stavi! Più che volentieri!!” Anche lui ha alzato –per la prima volta contro di me- la voce.

Ma io non sono da meno. “COSA??” Non è possibile. Non riesco a credere a quello che ha appena detto. “Vorresti ripetere per favore??”

“HAI CAPITO BENISSIMO!”

“Ma perché sto qui ad ascoltarti?!”

Ma lui continua a parlare, a dirmi che tutti sanno che Sean ha sempre avuto delle mire su di me, che non dovevo dare spettacolo a quel modo e altre cose del genere.

“Viggo smettila!” Ma lui imperterrito continua e io, qui, che incredulo e attonito lo ascolto. Intenzionato a fermarlo appena supera il limite.

“C’è mancato poco che ti scopasse davanti a tutti!”

Ecco, è questo il limite che intendevo.

Mi porto una mano sulla faccia, sconvolto, tirandomi poi in dietro i capelli. Mi è passata la voglia di ribattere. Mi giro su me stesso e riprendo a camminare.

Non faccio neanche due passi che mi mette una mano sulla spalla facendo sì che mi volti di nuovo verso di lui.

“Stavo parlando! Gradirei che mi ascoltassi!”

“No Vig! Adesso sei tu che ascolti me!” Alzo ulteriormente la voce infervorandomi un po’.

“In quel cazzo di pub non è successo niente! NIENTE!! E poi tu non sei mio padre, non ti azzardare mai più a dirmi cosa devo o non devo fare! Come devo o non devo comportarmi! Perché non lo sopporto! CHIARO!?” Prendo fiato per poi continuare. “E poi… non vedo cosa possa interessare a te se mi facessi scopare da Sean o chicchessia!?”

Mi guarda malissimo e io faccio altrettanto, restiamo in silenzio per un po’, quando poi mi dice con tono serio e trattenuto. “Non hai capito un cazzo!”

E qualcosa fa capolino nella mia testa e sono ancora più incredulo, ora che ho capito qual è il vero problema. “Tu sei geloso.” Affermo con sicurezza quasi sillabando ogni parola. E il suo trattenere il fiato ne è la prova. Ho proprio colpito nel segno.

Sorrido dentro di me ma continuo a dargli addosso. “Beh… lascia che ti dica ancora una cosa: non puoi essere geloso! NON PUOI!! Punto primo: non c’è niente tra me e Sean. Punto secondo: non c’è NIENTE tra me e te! Non hai MAI voluto che ci fosse qualcosa tra noi due!”

“Sbagliavo.” Mi dice con un tono calmo e voce bassa, questa volta, non più arrabbiato.

Si avvicina e mi bacia con passione, chiedendo subito l’accesso alla mia bocca, alla mia lingua.

Ci baciamo, incuranti del luogo in cui ci troviamo.

Ci baciamo a lungo, abbracciati, le mie mani tra i suoi capelli, le sue che scorrono sulla mia schiena, sui miei fianchi.

Riprendiamo fiato, guardandoci negli occhi.

Mi sorride e io mi sciolgo.

Ci baciamo ancora, respiro il suo profumo nell’abbraccio, è così dolce e così caldo il suo corpo.

Era da tanto che volevo stare così, non ce la facevo più ormai, solo sognarlo ogni notte, non mi bastava più.

Pongo fine all’ennesimo bacio, cercando di allontanarmi un po’ ma lui mi stringe di più a sé e sente quello che non volevo sentisse, la mia erezione, contro la sua coscia.

“Andiamo in albergo.” Mi sussurra all’orecchio. “Vuoi?” Spingendosi leggermente e con sensualità contro i miei fianchi. “Mmn… Sì.” Gemo sulle sue labbra.

Fermiamo il primo taxi che troviamo e mentre salgo, sorrido, pensando che… devo proprio ringraziare Sean. Non credevo avrebbe funzionato.