.|. Candle .|.

by Arlieen Greenleaf

Cosa succederebbe se Elessar, Gemma Elfica, avesse una penna e un foglio, per scrivere la storia del suo amore per una creatura immortale, dalle Aule di Mandos?"

Sentimentale | Slash | Rating PG | One Piece

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“ Una candela arde di fianco a me…alta, bianca, snella, la cera è vellutata…e in cima…una piccola fiamma arde, imperturbabile e leggera, ondeggiando a poco a poco, lentamente..come te…

Lunghi anni sono passati…lunghi, oblianti anni…il tempo ti passava accanto senza sfiorarti minimamente.

Io me n’ero già andato, accolto da Mandos misericordioso, e mi era concessa un’esistenza tranquilla, tra le sue aule.

Tu, no.

Tu appartenevi alla razza immortale, e come tale avresti affrontato l’eternità.

Eri una creatura di una bellezza non tangibile, non palpabile. Vivevi accompagnato da una costante aurea di bellezza e di fiaba, d’irrealtà, sia che stesti sgozzando un Uruk-Hai oppure che  stesti danzando fra le fronde degli alberi.

Ma questa creatura immortale e assolutamente perfetta che eri, aveva una pecca. S’innamorò di un mortale, un semplice mortale. Che non aveva il privilegio dell’eternità.

Mi sento un vile verme, perché il mortale ero io…e invece di allontanarti come ero inteso a fare, come dovevo fare…ti ricambiai e lasciai che la cosa andasse avanti, cercando di dimenticare la sorte che ci attendeva…per me la morte, o di spada o per il lento sfacelo del tempo, e per te o una vita vegetativa, un’agonia nel dolore…oppure…la morte, per mano di quello stesso dolore…quell’odioso sentimento, simile ad un annegamento…

E qui commisi un altro sbaglio…ti chiesi di giurarmi che non ti saresti suicidato, ignaro che, mentre pronunciavi il tuo esile <<Sì, Meleth Nïn>>, ti stavo condannando ad una sorte molto peggiore della morte.

Ecco..la candela si sta spegnendo…è segno che anche la tua fiamma si sta lentamente smorzando, come l’imperturbabile e inarrestabile lavoro di un veleno nel corpo di una vittima…presto sarai come un fanciullo privo di vita…abbandonato dovunque tu abbia deciso…”

 

Aragorn, nell’aule di Mandos, depose la penna, con cui aveva scritto quella lettera su un brandello di pergamena…era stato così stupido…con le sue promesse, i suoi giuramenti, le sue sciocche parole…aveva lasciato che Legolas si spegnesse, condannato a morte certa, ma non del corpo, ancora peggio…dell’anima e dello spirito…un paio di lacrime scorsero sul suo volto , deformato dal dolore.

Osservò il filo di fumo che lentamente saliva dalla candela spenta, involandosi in mille aggraziati passi di danza…

Pianse  lungo, come un bambino smarrito che cerca la sua mamma, come un padre dinanzi ai suoi errori.

Fino a che una voce gentile non si avvicinò a lui, sussurrandogli all’orecchio:

<<Perché il grande re degli uomini Elessar, la gemma elfica, piange come un bimbo?>>

Aragorn sgranò gli occhi, nel sentire quella voce, dolce come il miele, gioiosa come il canto degli usignoli, amabile come il profumo dell’Athelas, vellutata come le foglie di Mallorn…stava sognando…un incredibile e bellissimo sogno…

<<Im Ôl… (sto sognando…) non…non puoi essere tu…Legolas…>

Ed egli si girò, scostandosi dalla presa.

Stropicciò gli occhi, sgranandoli, ammirando i contorni del corpo e del viso dell’amato.

Come attraverso una nebbia fitta, allungò delicatamente una mano e accarezzò una ciocca di quella splendida cascata d’oro fuso.

La figura davanti a lui sorrise.

Elessar gli volò letteralmente tra le braccia.

<<Non sei un sogno…ti posso toccare…sentire…baciare…>> sussurrò timidamente lo spirito dell’uomo.

Detto questo, le loro labbra si unirono in un lungo ed intenso bacio.

<<Mi…mi hai seguito…dopo la morte…>>

<< Sì, Estel…non ho avuto il coraggio di vivere eternamente senza di te…mi si vuole condannare per questo?…Meleth Nïn…i Valar ci hanno concesso la loro grazia, il nostro amore è tanto forte che…abbiamo sconfitto le soglie dello spazio, del pensiero e del tempo…hanno sancito che la nostra nuova vita si trovasse oltre la morte…oltre ogni cosa…nelle Terre Imperiture dove scorrono i ruscelli e il sole compie il suo eterno cammino…>>

Si baciarono di nuovo.

<<Devo ringraziare i Valar per la grazia concessami…vivere per l’eternità con colui che ho sempre amato e perennemente amerò…con dedizione totale e assoluta…>>

Legolas sorrise.

<<Non i Valar, Estel…ma la potenza del nostro amore>>.

Gli accarezzò dolcemente una guancia.

<<Non crucciarti…per me dieci, cento, mille anni di sofferenze sono nulla…adesso…in confronto all’eternità che avremo da vivere…insieme…>>

E si presero per mano.

Nell’istante in cui questo accadde le aule dell’eterna attesa vennero turbate per la prima e ultima volta da una luce enorme, bianca, quali  non c’e n’erano mai state…perché l’amore, è come l’Evenstar…nessuno lo può spezzare…perché l’amore non può perdere mai la sua brillantezza…c’è più possibilità che le stelle si spengano una ad una e la luna più non raggiare che un vero amore si estingua con la morte…

 

***

 

Allora…

Premetto che mi sono ispirata al finale di “Amarth” per questa storia, seppur cambiando alcune cose per pura esigenza poetica…per me lei è un puro eterno e perfetto modello da idolatrare ed ammirare, spero ce non se ne dispiacerà…

Inoltre con questa fanfiction che a voi potrà sembrare insulsa e breve ho capito di avere decisamente più attitudine per i racconti brevi che per le storie lunghe e a capitoli, perché per questi ultimi basta un’ attimo di ispirazione mentre per le altre devo innanzitutto trovare un valido soggetto, poi una trama articolata…inoltre io ho lo stramaledettissimo vizio di trasformare anche una piccola ideuzza insulsa in una  saga a puntate tipo Beautiful, quindi se non avete pazienza è meglio che vi seguiate le mie storie a capitoli dall’inizio, prima che la cosa degeneri…però, un raggio di speranza c’è…per Sister Elf non ho molta ispirazione, e credo che la cosa non si prolungherà ancora troppo a lungo.

Ringrazio Celebel, Enedhil, Aranel, Leia, Il Capitano Fede, i miei Legolas e Aragorn, che sono convinta, da qualche parte esistono, o meglio,voglio essere convinta, perché non posso credere che un uomo, per quanto intelligente e fantasioso possa sembrare, abbia immaginato un universo intero. Non credo che questo ad un cervello umano sia possibile, e forse davvero, Il Sommo Tolkien ha avuto il privilegio di dare un’occhiata ad un Tuc oppure parlare con un elfo o anche, chissà, andare in cerca di Mithril con un nano, annusare il profumo di un’ Athelas o salire su un’ albero a Lothlorien, vedere spegnersi  la regina Arwen nell’eterno cadere delle foglie dei mallorn, in quel luogo che un tempo era abitato dagli elfi e ora è solo un dolce ricordo nelle sabbie del tempo.

 

Namarië

 

Arlieen Greenleaf Luce nel Buio