.|. Amore e Speranza .|.

7. Brusco Ritorno alla Realtà

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Aragorn osservò Legolas... il suo elfo era ranicchiato contro il proprio corpo... osservò quello dell'elfo, il volto era rilassato e tranquillo... i tratti erano dolci ed ingenui, come quelli di un bambino... e il suo corpo, bellissimo che però di infantile aveva ben poco... più lo guardava, più lo amava...

Gli sfiorò il viso con le nocche delle dita... a quel contatto Legolas aprì gli occhi e il ramingo potè scorgervi un nuovo sfavillo di complicità e affetto.

Aragorn lo guardò con commozione crescente e, continuando ad accarezzargli il volto e i capelli mormorò:

<Sembri così indifeso... dolce e puro...> Legolas sorrise ed Aragorn lo baciò con ardore... sembrava volerlo divorare... gli succhiava le labbra e l'elfo lo assecondava... lo abbracciò a sè con forza, accarezzandogli la schiena e la cosce.

Legolas si stava completamente perdendo in quei gesti di pura dolcezza che l'uomo gli stava regalando... sembrava tutto così lontano... distante... irreale c'erano solo loro due in quella in quel piccolo angolo di paradiso... a consumare il loro amore...

L'elfo ripensò al litigio avvenuto quel pomeriggio e si domandò come avesse potuto restare arrabbiato con Estel tutto quel tempo... per cosa poi?! Neanche lo ricordava più!...

Quando sentì le labbra del ramingo allontanarsi dalle sue si lasciò sfuggire un gemito di disappunto

<Cosa c'è?... mi è parso di udire una nota di delusione...> disse Aragorn con un sorriso malizioso. Legolas lo osservava intensamente... i suoi occhi, le sue labbra... gli posò le mani sul petto e, poggiandogli la testa sulla spalla mormorò:

<Baciami... baciami ti prego!...> e prima che il ramingo potesse rispondere, dischiuse le labbra sulle sue.

Ben presto i due compagni cominciarono a perdersi nei gesti affettuosi che si stavano scambiando...

Legolas ad un tratto ebbe la sensazione di udire qualcosa... erano urla... versi malvagi... l'aria ne era impregnata e la terra tremava come schiacciata da passi di guerra...

Mentre lo stava baciando, osservò il ramingo... sembreva non essersi accorto di niente... ma quei rumori erano sempre più vicini e minacciosi...

L'elfo si allontanò dal viso dell'uomo

<Este...> ma fù interrotto dalle labbra del compagno che lo reclamavano... stava per perdersi di nuovo in quell'intenso vortice di emozioni, ma riuscì a controllarsi e mormorò

<Estel... aspetta, fermati... ascolta...> Aragorn lo guardò con un briciolo di disappunto e sussurrò:

<Tesoro... cosa c'è ora?... Non sei stato tu a chiedermi di...>

<Shh!...> Legolas gli posò l'indice sulle labbra e mormorò:

<Senti!...> Aragorn allora si concentrò, percepì quel frastuono e capì: gli eserciti di Sauron!... Come poteva averlo dimenticato?!... Semplice!... quando era intento a fare l'amore con il suo elfo, non si sarebbe preoccupato neanche di essere sull'orlo di un baratro!...

Legolas si alzò ed esclamò preoccupato:

<Presto! Dobbiamo tornare!... gli eserciti... non riusciremo a...> Aragorn si alzò, lo abbracciò e lo rassicurò:

<Calmati meleth nin...> gli sollevò il mento con due dita e mormorò:

<Ora ci rivestiamo, prendiamo i cavalli e corriamo alla fortezza... vedrai, faremo in tempo!...>

<Si... si...> annuì Legolas.

Si rivestirono in fretta e furia e andarono a prendere i cavalli che erano visibilmente nervosi.

Gli eserciti nemici si scorgevano in lontananza... Legolas aveva gli occhi spalancati e osservava l'orizzonte... cominciò a piovere... i due compagni spronarono i cavalli e partirono al galoppo.

Entrambi sentivano gli uruk-hai ormai vicini...

Legolas si girò, vide alcuni orchi a cavallo dei mannari che li rincorrevano... si chideva come poteva non averci pensato prima?!... come loro erano andati in avanscoperta, così i nemici avevano a loro volta mandato delle sentinelle... come aveva fatto a non udirli?... A non vederli?... si diede mentalmente dello stupido...

Ormai li avevano alle calcagna... successe tutto così in fretta...

il cavallo di Legolas si bloccò di colpo e s'impennò, così facendo scivolò a terra nal fango trascinando l'elfo giù con sè... l'animale però si rialzò subito e galoppò lontano...

Legolas si ritrovò a terra, dolorante e ferito... già sentiva su di sè le fauci delle bestie... la pioggia gli impediva di vedere bene...

Ad un tratto notò, a pochi metri da lui, una di quelle infide creature che ringhiava minacciosa... provò ad afferrare i suoi pugnali, l'arco... ma era come pietrificato...

La belva si avventò su di lui... si era già rassegnato al suo brutale quanto inevitabile destino, quando ad un tratto vide la bestia che veniva trafitta da una spada e l'orco che la cavalcava ucciso a sua volta... poi sentì qualcuno tirarlo per un braccio e afferrarlo per la vita facendolo sedere sul proprio cavallo... era un tocco familiare, che percepiva anche attraverso la stoffa bagnata e sudicia...

<Legolas!... Legolas, stai bene?>

<Estel?!> mormorò l'elfo incredulo

<Chi credevi che fossi?!> domandò il ramingo ridendo. Legolas sorrise impercettibilmente e si strinse e lui...

<Grazie per avermi salvato la vita!...> sussurrò tenendo lo sguardo basso. Aragorn rispose sereno:

<Dovere, meleth nin... dovere!> e gli baciò teneramente la fronte. Poi, spronando il cavallo ad andare più veloce aggiunse:

<Reggiti forte Legolas... dobbiamo raggiungere la fortezza immediatamente... prima che lo facciano gli uruk-hai!>...