.|. Before the Tide .|.

by Emma Keigh - Tradotta da Rinie

Edoras, Legolas e Aragorn.

Sentimentale | Slash | Rating NC-17+ | One Piece

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Edoras, Rohan, nel palazzo di Meduseld

 

“Theoden, non Aragorn, è re di Rohan”

Il principe elfo trattenne la lingua davanti alla retorica di Theoden, conscio del fatto che Aragorn non stava più nella pelle dalla rabbia. Era vero; Theoden ERA re di Rohan, e per quanto fosse l’erede di Elendil Aragorn non era ancora re di Gondor. Sporgendosi in avanti, Legolas toccò la spalla dell’uomo, costringendo gli occhi di Aragorn a guardarlo.

“So cosa desideri, Estel,” Sussurrò Legolas in elfico, usando il nome sotto cui aveva conosciuto Aragorn.

 “Quello che IO desidero” Aggiunse, poi diede un’occhiata alla sala comune. Gimli tornò a riservare tutta la sua attenzione al piatto ricolmo di cibo e al bricco di birra davanti a lui; gli altri tornarono ai loro affari, senza prestare attenzione all’elfo a al ramingo .

“Vieni”

Legolas condusse Aragorn giù per un corridoio laterale, e si fermò davanti a una porta di legno massiccio. “Dama Eowyn ha pensato che avessi bisogno di un po’ di privacy, dal momento che non ci sono altri della mia razza qui,” spiegò, mentre sollevava il catenaccio e spingeva la porta per aprirla. La luce di un’unica candela tremolava mentre la porta veniva aperta, rivelando un piccolo tavolo con una rozza seggiola, e un piccolo letto. Il pavimento di pietra era coperto da un tappeto di pelle grezza, e la finestra alta e stretta aveva una tenda dello stesso tessuto che ricopriva il letto.  Era la stanza di un uomo di guardia, anonima e fredda.

“Legolas” Borbottò Aragorn. “Non ti posso chiedere questo”. Una mano sulla schiena lo spinse nella stanza. Due passi furono sufficienti a raggiungere il lato più lontano della camera, e si voltò verso Legolas.

Il principe elfo tirò la sicura per chiudere la porta, e si voltò a sua volta per guardare in faccia il ramingo. “Non l’hai chiesto tu”. Gli si avvicinò e prese tra le mani il viso turbato. “La porta è chiusa,” Affermò. “Abbiamo un’ora, forse di più, prima che comincino a cercarci. “ non ci fu una risposta da parte di Aragorn, niente negli occhi azzurro pallido se non dolore e dubbio. “Lascia che faccia questo per te”. Pregò l’elfo 

Le loro labbra si incontrarono gentilmente, il sapore di erba pipa e birra, forte nella bocca dell’uomo. Fece piacere a Legolas che Aragorn ricambiasse il bacio, il bisogno dell’uomo per questa intimità quasi tangibile nella risposta. Lunghe dita affusolate si intrecciarono nei capelli scuri, trattenendo la testa di Aragorn mentre l’elfo baciava le sue ciglia e sopracciglia. Un altro passa premette i loro corpi uno all’altro, e dopo l’esitazione di un secondo, braccia forti cinsero la forma snella dell’elfo.

L’abbraccio di Aragorn rinfocolò luna passione che avevano entrambi tenuta sepolta in profondità, e ancora si baciarono. Legolas sfiorò le labbra chiuse con la punta della lingua, e si aprirono uno all’altro con un basso gemito di mutuo desiderio. Abili dita impiegarono breve tempo a slacciare i nodi che tenevano insieme la casacca e la maglia di Aragorn, rivelando presto le forti spalle e l’ampio torace. Sentì il fuoco della passione salire nel corpo dell’uomo, ma strappò via le sue mani per togliere i propri abiti.

Velocemente si svestirono, abbandonando a terra  i vestiti , e le fasce di cuoio che supportavano il sottile materasso rumoreggiarono quando si stesero sulla coperta rozzamente intessuta. “Sei troppo teso.” Disse Legolas mentre con una mano accarezzava le forti spalle. Chinò il capo per baciare la base della gola dell’uomo, poi mordicchiò la strada attraverso i sottili peli scuri per andare a torturare un capezzolo già eretto con veloci carezze della lingua. Sentì  le dita di Aragorn intrecciarsi nei suoi capelli, per trattenergli testa al suo torace. L’intenso odore emesso dall’uomo era un inebriante profumo di sudore, cavallo ed erba pipa, e lo inspirò profondamente, facendolo diventare una parte di se. Improvvisamente, fra un sospiro e l’altro, un familiare odore muschiato di eccitazione sopraffece tutti gli altri, e Legolas gemette in gola. Spinse un ginocchio tra le cosce dell’uomo, sollevando i fianchi in modo che l’erezione di Aragorn sorgesse di fianco alla sua.      

Aragorn sussultò, e Legolas prese ancora una volta la sua bocca, immergendo la lingua nella caverna, imparando il sapore dell’uomo e la sua consistenza, tirando poi la lingua dell’uomo nella propria bocca, chiedendo al ramingo di fare lo stesso. “Prendimi, Aragorn,” Sussurrò quando la necessità di respirare li separò. “Fammi diventare tuo.”

Con una veloce rotazione dei fianchi Aragorn capovolse le posizioni, e lo sforzo strappò un grugnito al suo corpo. Esitò sopra Legolas un istante, poi ricadde sopra di lui, baciando bocca e collo mentre le sue mani vagavano sopra morbida pelle lattea. I capezzoli si eressero al primo tocco, invitando a baci succhianti mentre le mani si muovevano sempre più verso il basso sul corpo perfetto. I fianchi snelli saltarono improvvisamente a una carezza sulla piega della coscia, e Legolas gemette udibilmente quando dita forti toccarono la carne solida della sua erezione.

“Prendimi,” Pregò . “Prima che perda il controllo e prenda io te.”

Aragorn sollevò il capo, il suo respiro caldo contro la pelle irritata dallo strofinio con la sua barba pungente e bagnata da baci e leccate. “Lo farò” disse, gli occhi scuri, solo un sottile cerchio blu rimanente attorno alle pupille dilatate, il fuoco del desiderio inconfondibile. “Anche se il pensiero di essere tuo mi eccita anche di più.” Senza distogliere gli occhi , Aragorn carezzò ancora la colonna di pelle ardente, le dita scivolose per l’essenza stessa rilasciata dall’elfo. Con forza e velocità pompò, finché Legolas non si dimenò nelle onde della passione e riversò il suo seme nella mano dell’uomo.

Il respiro ridotto a singulti, Aragorn coprì il suo membro duro col fluido, poi piegò il capo per baciare via con reverenza le ultime tracce dall’organo ormai morbido. Mentre leccava e baciava, strappando ancora gemiti di piacere da Legolas, fece scivolare un dito lucido dentro nell’entrata dell’elfo.

Non ci fu modo per Legolas di soffocare il grido che eruppe da lui. Lo sentì cominciare nella profondità del ventre, il doppio assalto di piacere sopraffece ogni rimanente senso di discrezione. Infilandosi la mano chiusa a pugno in bacca, voltò convulsamente la testa a destra e a sinistra quando un secondo dito si unì al primo, e quando un terzo lo aprì ancora di più. Piegò all’insù le ginocchia, sollevando i fianchi per spingersi contro le dita invadenti,  implorando silenziosamente per qualcosa di più.

“Adesso, Aragorn, “ Sospirò, la voce roca e convulsa. “Ora!”

Sentì a malapena la dita di Aragorn ritirarsi prima di essere rimpiazzate dalla sottile colonna del sesso dell’uomo. Si immerse in lui, tendendolo ancora di più, spingendo contro la ghiandola sensibile al suo interno. Fu riempito dal calore tremante fino a non poterne prendere di più , poi fortunatamente Aragorn si tirò indietro, lasciando solo la testa bulbosa dentro, il margine che tormentava lo stretto anello di muscoli. Legolas prese un respiro profondo, solo per sentirselo strappare quando la successiva spinta di Aragorn lo guidò più a fondo dentro di sé.

Ancora e ancora l’uomo si ritirò e spinse, ogni volta forzandosi più in profondità, ogni volta mandando innegabili flussi di passione a ogni parte del corpo dell’elfo. Nessun’altro amante l’aveva mai riempito così a fondo e Legolas pregò silenziosamente i Valar di dargli la forza per prendere tutto ciò che l’uomo gli avrebbe dato. Sentì i peli del corpo di Aragorn sui suoi glutei, e capì di aver finalmente preso l’uomo in tutta la sua lunghezza. Avvolse le sue lunghe gambe attorno alla vita dell’altro quando il ritmo di spinta e ritiro cambiò. Tenendo una pressione costante contro il corpo dell’elfo, Aragorn  si rigirò di lato in lato, movendo il suo sesso a fondo dentro al Legolas.

Aragorn slanciò all’indietro quando cercò di spingersi ancora più in giù, il suo torace che si sollevava pesantemente con ogni respiro convulso. Legolas sollevò le braccia dell’uomo, e lo tirò giù, intrappolando il suo organo di nuovo eretto tra di loro. Catturò la testa di Aragorn nella sua stretta e guidò la sua bocca verso la propria. Le loro lingue duellarono, prima in una bocca, poi nell’altra, e inspirarono il reciproco respiro mentre scalavano il precipizio della passione, ognuno di loro chiamando il nome dell’altro mentre cadevano nel precipizio della liberazione.

A Legolas sembrò che passasse un lungo tempo mentre giocava pigramente coi capelli di Aragorn, rigirando e arricciando le dita nelle ciocche scure. Sentì il respiro di Aragorn cambiare, un sussulto come un brivido che prese il posto dei lenti, profondi sospiri. “Ah,” sussurrò, e baciò le fronte dell’uomo. “Sei tornato da me.”

“Non volevo…”

“Sssht, melethron-nin. Abbiamo tempo per riposare insieme.”

Giacquero fermi per un lungo momento, solo lo scivolio di dita su pelle bagnata di sudore, e il loro respiro smozzicato che rompevano il silenzio. La pelle color alabastro tremò di piacere sotto il tocco dell’uomo. “Vieni, baciami ancora, Estel” Sollevò indietro il mento di Aragorn e lasciò che si sollevasse per cambiare posizione in modo che le loro labbra si incontrassero ancora. Saziata la fame di uno per l’altro, i loro baci erano dolci e teneri.

Poiché il tempo a loro disposizione era agli sgoccioli, si separarono prima che la passione potesse infiammarli di nuovo, e riposarono pacificamente ancora per qualche momento.

“Lo ricorderò per tutte le ere” Mormorò Legolas tra se e sé, poi baciò il sopracciglio di Aragorn ancora una volta.

“Come sapevi che desideravo questo?” La domanda sorprese l’elfo, ma in verità, era il tipo di richiesta che si sarebbe aspettato da Aragorn.

“Era scritto nei tuoi occhi,” Rispose, poi respirò profondamente, “E nel tuo profumo. Lo sapevo da prima di Lorien, da prima di Moria. Forse persino da prima che lasciassimo Imladris.” Dita callose da arciere toccarono il gioiello che giaceva nell’incavo della gola dell’uomo. “Temevo che ci sarebbe stato sempre qualcosa – qualcuno – tra di noi.”

  “Mi hai desiderato tanto a lungo?” Sussurrò Aragorn. “Da quando ti ho visto per la prima volta, tutti quegli anni fa,” Ammise l’elfo, il rossore che si spandeva sulla pelle color alabastro. “Ma sono sempre stato facilmente …“

“…Sedotto?” Il riso brillava negli occhi azzurro pallido.

“Attratto.”   

 “Perché ora?”

“Ho sentito il tuo bisogno, Estel. Sei vicino a disperare che incontrerai mai il tuo destino. Scappi dal farti valere su coloro che dovrebbero essere ai tuoi piedi.” Il principe elfo inchinò il capo all’uomo che sarebbe stato re. “Ti avrei ridato indietro te stesso.

L’uomo si tirò su a sedere, lontano dall’elfo supino. Guardando negli occhi blu carezzò con le dita una ciocca di capelli biondo chiarissimo, prima di alzarsi in piedi e senza dire una parola raccolse i suoi vestiti. Mentre si allacciava la casacca le dita sfiorarono il gioiello della promessa che portava.

“Tu sarai re, Aragorn, figlio di Arathorn,” Continuò Legolas. Sedette e si abbracciò le ginocchia, poi senza alcuno sforzo si levò dal letto e prese i suoi vestiti. “Far si che tu sieda sul trono di Gondor è la missione di questo viaggio quanto distruggere l’Unico Anello.”

Indossò i gambali e si strinse nelle spalle per infilare la maglia e il mantello. “Il tempo degli elfi nella Terra di Mezzo sta giungendo al termine, e tu lo sai. L’era degli uomini incombe su di noi.”

“Non ho mai voluto questo.” Affibbiò la cintura, il coltello e l’elsa della spada ancora vuota da quando erano entrati nella Sala del trono di re Theoden.

“Lo so. Il corso del fato raramente consulta i predestinati. Anche se sono il figlio più giovane, io pure devo essere preparato a guidare un giorno il mio popolo, per quanto speri che il compito non giunga mai fino a me.” Infilò gli stivali, poi si rialzò dritto. Stette in fronte all’erede di Isildur e piazzò sulle spalle dell’uomo.

“Il tuo destino è giunto, Aragorn; devi affrontarlo a testa alta.”

 

The end

 

NOTE:

melethron-nin – amore mio

La pagina dell'autrice è: www.ithilas.com/chezemma