.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

11. Iavas, l'Inizio dell'Autunno

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I mesi…gli anni passarono velocemente, come succede quando regna la felicità e la pace. Eiliant ed Eden rimasero a Rohan, continuando a vivere la loro vita come avevano sempre fatto, nonostante la verità appresa e passarono molto tempo insieme ad Eomer, anche se trovavano ancora difficile chiamarlo ‘padre’ dopo tutti quegli anni. Aragorn, Arwen, Legolas ed Eldarion tornarono a Gondor e li attesero le notizie che ogni giorno giungevano da Edoras…Arwen però non volle sapere niente da Eomer riguardo il giorno in cui avrebbe giaciuto con la propria moglie e, seppur con qualche dubbio, l’uomo accettò la sua volontà…

Ben presto re Eomer e la regina Lothíriel ebbero un figlio che chiamarono Elfwine, mentre tutti lo soprannominarono ‘il bello’ sia per il suo aspetto e sia per la nuova luce che portò ad Edoras…il bambino crebbe e diventò un fanciullo al quale i genitori decisero di rivelare, forse troppo presto perché comprendesse appieno, il tipo di amore che li teneva legati…così in lui nacquero quelle domande che una volta avevano scosso il cuore di Eldarion…e come per il principe di Gondor, anche Elfwine imparò a convivere con esse, cercando di non pensare alla verità che giaceva dietro alla sua nascita.

Gondor e Rohan erano uniti sotto ogni aspetto, ormai nessuno contava più le volte in cui la regina Arwen partiva e tornava, lo stesso valeva per il re Eomer…per non parlare poi dei messaggeri che ripetevano lo stesso viaggio quando uno dei due non poteva lasciare il proprio regno. Ma un’altra rotta iniziava ad essere tracciata sulle mappe della Terra di Mezzo…ed era quella che si dirigeva verso l’Ithilien…non così spesso, ma comunque di frequente, il principe Eldarion partiva con alcuni cavalieri per recarsi sui colli dell’Emyn Arnen…dai quali, a sua volta, discendeva la bella Faerwyn, scortata da diverse guardie per intraprendere il cammino verso Minas Tirith.

Più stabile era invece la vita di Aragorn e Legolas che restavano a palazzo, avvolti nel loro amore e protetti dalle alte mura…ma il nemico che stava giungendo verso di loro non si sarebbe fermato nemmeno di fronte a quello.

Anno dopo anno…il tempo scorreva via come la sabbia di una clessidra ma nessuno aveva il potere di girarla nuovamente…e presto quella sabbia sarebbe finita. Un giorno di primavera, un messaggero giunse a Gondor con tre lettere…una indirizzata a re Elassar, una a re Eomer ed una al principe Eldarion.

Quella stessa sera, Aragorn entrò nella stanza di suo figlio e lo trovò in piedi, davanti alla finestra, con la lettera che aveva ricevuto tra le mani.

“Eldarion…” mormorò il ramingo avvicinandosi a lui “…domani pomeriggio partirò con tua madre, Eomer e Legolas per partecipare ai funerali. Tu verrai con noi?”

“No…” rispose a bassa voce il giovane “…lei non vuole che la veda in quello stato…” fece un profondo respiro e continuò “…dice che quando è morto suo padre anche sua madre è morta con lui…questi pochi giorni che li hanno divisi è stato solo un crudele scherzo del destino...ma per lei è stato un incubo dover assistere…” si fermò ancora un istante “…poi dice che adesso deve pensare al regno…vuole che tutto continui come prima anche ora che i suoi genitori non ci sono più…”

Aragorn fece un altro passo e si sedette sul letto, con lo sguardo basso…

“Sta soffrendo…” iniziò “…ha visto le persone che più amava spegnersi nell’arco di pochi giorni…e adesso ha bisogno di tempo per riprendersi e continuare la sua vita…anche sua madre era così…voleva trovare in sé stessa la forza per affrontare ogni situazione…”

“Ma io…io tengo a lei…” lo interruppe Eldarion voltandosi verso il padre “…potrei aiutarla a superare questo momento…io vorrei aiutarla…ma…non posso farlo se mi tiene lontano…”

“Eldarion ti capisco ma forse Faerwyn non ha bisogno del tuo aiuto…” disse il ramingo alzando lo sguardo su di lui.

“Però sta soffrendo ed io non posso alleviare il suo dolore…” ribatté il giovane chiudendo gli occhi “…odio questa situazione…”

Aragorn guardò il figlio in silenzio per un lungo momento e nella mente gli tornarono quelle domande che da anni erano in cima ai suoi pensieri…quei pensieri che teneva solo per sé e che nascondeva ogni volta che Legolas lo guardava negli occhi…poi udì di nuovo la voce del giovane…

“Io vorrei…vorrei che venisse qui e…che magari ci restasse…vorrei che mi considerasse più di una persona con cui dividere qualche ora a letto…”

“Vorresti sposarla?” gli chiese l’uomo inclinando la testa…era strano sentire quelle parole da suo figlio, credeva che Eldarion vedesse Faerwyn in un altro modo e invece…

“Non lo so…” rispose il principe abbassando lo sguardo “…non adesso almeno…è troppo presto ma…non nego di averci pensato a volte…”

“Eldarion ma…la ami?” chiese ancora il ramingo quasi stupito dalla risposta del figlio.

Il giovane rimase in silenzio per un lunghissimo momento fissando intensamente il padre…poi chiuse gli occhi…

“No…” mormorò respirando profondamente “…ma potrei imparare ad amarla col tempo

…restandole vicino…”

“Non preferiresti invece sposare qualcuno che ami e non solamente per pietà nei suoi riguardi?” disse Aragorn aggrottando le sopracciglia.

“Non è pietà la mia…” ribatté Eldarion scuotendo la testa “…io voglio bene a Faerwyn ma non…” si fermò sospirando “…in ogni caso non potrei donarle completamente il mio cuore…chiunque fosse…”

Il ramingo aprì la bocca per chiedergli una spiegazione ma poi chiuse gli occhi un istante…quando la spiegazione arrivò da sola…

“In tutto questo tempo…” sussurrò guardando di nuovo il figlio “…non è cambiato niente…non l’hai dimenticato…”

“Non ci riesco…” disse Eldarion scuotendo la testa lentamente mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

“Perché me l’hai tenuto nascosto? Perché non me ne hai più parlato?” gli chiese Aragorn alzandosi in piedi.

“Ti avevo fatto una promessa, ricordi?”

“Mah…Legolas…lui crede che…” mormorò il ramingo fissandolo.

“Sono stato bravo allora…” ribatté il giovane con un sorriso sforzato “…ho fatto credere quello che volevo anche ad un Elfo…” respirò intensamente ma non riuscì a trattenere le lacrime che scivolarono sul suo viso “…ma adesso tu glielo rivelerai e sarà stato tutto inutile…”

Aragorn lo guardò intensamente

“No…non glielo dirò Eldarion…” sospirò “…ma un giorno tu dovrai ricambiare il mio favore…”

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I funerali di Faramir ed Eowyn si svolsero pochi giorni dopo. Quando la cerimonia funebre fu terminata, tutte le persone che vi avevano partecipato si allontanarono in silenzio, alcune lasciarono l’Ithilien, altre invece rimasero. Quella notte, Legolas uscì nei giardini, non riusciva a riposare…anche se non l’aveva dato a vedere, né ad Aragorn e né a nessun altro, era rimasto molto scosso da questo fatto ed il suo cuore era inquieto come non mai…si fermò, alzando gli occhi al cielo ma non scorse nessuna stella…le nuvole scure avevano oscurato la loro luce. Si voltò e vide su un balcone la principessa Faerwyn, ancora avvolta nel lungo abito nero che aveva indossato quel pomeriggio…osservò il suo viso e notò come era cambiato dall’ultima volta che l’aveva vista…sembrava che tutta quella spensieratezza che la faceva risplendere fosse svanita nel nulla lasciando spazio all’espressione turbata e all’apparenza fredda di una donna che stava soffrendo. La guardò ancora per un lungo momento fino a quando la dama rientrò lentamente nelle proprie stanze…allora l’elfo fece ancora qualche passo e senza accorgersene, si ritrovò nei pressi del luogo dove giacevano i corpi di Faramir ed Eowyn…e lì, accanto alla lapide della dama, era inginocchiato Eomer con una rosa bianca tra le mani, lo testa bassa e i lunghi capelli, anch’essi quasi completamente bianchi, che gli ricadevano sul viso, nascondendolo.

“È molto bella…” sussurrò Legolas fermandosi accanto a lui.

“Avrebbe dovuto posarla mia sorella sulla lapide dell’uomo che ha amato…” disse Eomer a bassa voce “…ma proprio quell’amore non le ha permesso di continuare la sua vita senza di lui…” fece un profondo respiro “…avrei voluto dirle addio…” chiuse gli occhi un istante e le lacrime scivolarono sul suo volto “…ma si è lasciata andare…è sempre stata forte ma ha ceduto al dolore…non riesco ad immaginare morte peggiore…” allungò la mano e posò la rosa vicino alla lapide “…ma non doveva succedere a lei…”

Legolas si inginocchiò a sua volta e mise la mano su quella di Eomer che aveva appena lasciato il fiore…la sentì tremare leggermente sotto il proprio tocco…alzò lo sguardo sull’uomo e incrociò i suoi occhi…e vide quanto stava soffrendo, nonostante tentasse in tutti i modi di nasconderlo…quelle lacrime che gli solcavano il viso erano le prime che versava per la sorella…

“Eowyn lo amava…” mormorò l’elfo “…forse più di quanto noi tutti immaginavamo…non puoi incolparla per averlo seguito…”

“Non la sto incolpando ma…” rispose Eomer scuotendo la testa “…sua figlia…”

“Faerwyn è in grado di proseguire da sola…il suo tempo è appena iniziato…” continuò Legolas, lo fissò intensamente e forse per la prima volta si accorse di quanto fosse invecchiato…quel volto che pochi anni prima era giovane e luminoso, ora era segnato da rughe…ma non erano passati pochi anni…no…si sbagliava…per Eomer era passata quasi un intera vita.

“Mentre quello di mia sorella era giunto alla fine…” proseguì l’uomo stringendo le labbra “…hai ragione…” e si alzò in piedi lentamente.

L’elfo notò che lo fece con fatica e cercò di aiutarlo ma Eomer alzò una mano per fermarlo…

“Eomer…”

“No…è vero…” sussurrò l’uomo voltandosi verso di lui “…ed anche il mio tempo sta finendo...” guardò intensamente Legolas e lo vide scuotere la testa “…sì invece…” sorrise debolmente e gli accarezzò una guancia “…non c’è più forza in queste mani…non posso più continuare a negarlo…”

Legolas gli prese la mano, stringendola nelle sue, e abbassò lo sguardo…quant’erano diverse adesso…quelle dell’uomo sembravano così fragili…mentre una volta…quelle stesse mani lo avevano fatto bruciare dal desiderio…

Eomer guardò a sua volta la propria mano tra quelle splendide dell’elfo e la ritrasse bruscamente quando anche nella sua mente ritornarono quegli stessi pensieri..

“Non verrò a Gondor con voi domani…” disse “..andrò direttamente a Rohan e lì resterò…non riuscirei ad affrontare un altro viaggio…”

A quelle parole, Legolas lo fissò e sentì il proprio cuore battere con forza…

“Arwen sa di questa tua decisione?”

“No…anche se credo vorrà seguirmi comunque…” rispose l’uomo sospirando “…ed io sono troppo debole per nasconderle ancora i miei pensieri…non riesco più a farlo…”

L’elfo aggrottò le sopracciglia e aprì la bocca per dire qualcosa ma vide Eomer scuotere lentamente la testa…

“Shh…sai benissimo che è così…da quando mi hai guardato ho visto sul tuo volto la reazione a ciò che penso…” lo fissò un lungo momento in silenzio e quando vide Legolas chiudere gli occhi si avvicinò di più a lui e lo abbracciò, appoggiando la fronte sulla sua spalla.

“Sì Eomer…” bisbigliò l’elfo accarezzandogli la testa “…te lo prometto…”

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E come aveva preannunciato, il giorno seguente Eomer, re di Rohan, ripartì per Edoras insieme alla moglie Lothíriel. Gli altri tornarono a Minas Tirith ma passarono solo poche settimane…una notte Arwen scese nelle stalle e, senza dare spiegazione a nessuno, prese il suo cavallo e galoppò via velocemente…quando sorse il sole, Aragorn andò nella stanza della dama ma la trovò vuota…sul letto c’era una lettera con una semplice frase: ‘Ha bisogno di me’

Così, re Elassar continuò a governare il proprio il regno da solo ma poteva sempre contare sull’appoggio di Legolas e di Eldarion…Aragorn richiedeva sempre più spesso la presenza del figlio ad ogni incontro con i Consiglieri e ad ogni discussione che riguardava da vicino le sorti di Gondor ed il principe iniziava a partecipare attivamente, dando i propri pareri e i propri consigli…molte volte il re lasciava a lui l’ultima parola e si compiaceva di quanto fosse cresciuto e fosse diventato un uomo saggio e giusto, nonostante avesse ancora l’aspetto di un giovane grazie al sangue elfico che scorreva nelle sue vene.

 

Una sera, Aragorn entrò velocemente nella propria stanza, doveva cambiarsi d’abito e partecipare ad un’altra riunione…ma appena aprì la porta si ritrovò davanti un tavolo apparecchiato per due, due calici pieni di vino e due candele come unica illuminazione. Rimase un istante a bocca aperta ma poi non poté fare a meno di sorridere, scuotendo la testa divertito…si tolse la tunica e la gettò sul letto e ne indossò un’altra…subito sentì un tocco leggero sul collo…e due mani che gli rialzavano dolcemente i capelli per poi lasciarli ricadere di nuovo sull’abito…

“Perché tutto questo?” chiese il ramingo quando il compagno si spostò davanti a lui ma rimase un istante senza fiato quando lo vide…aveva i lunghi capelli biondi completamente sciolti sulle spalle, senza la trecce con cui li teneva sempre legati e indossava una casacca marrone, chiusa sul petto da un semplice laccio incrociato, che le ricadeva morbida sui fianchi…i lembi inferiori erano inseriti nei pantaloni, anch’essi dello stesso colore, che fasciavano le gambe come una seconda pelle fino a finire negli stivali scuri…Aragorn sorrise, cercando di mascherare il suo stupore nel vedere l’elfo vestito in quel modo…vestito…come un Uomo, senza i ricami ed i tessuti tipici del suo popolo...e l’unica cosa che riuscì a pensare fu a quanto fosse splendido anche così…aveva qualcosa di selvaggio che era terribilmente eccitante…

“Per i Valar…Legolas…” sospirò il ramingo passandosi la lingua sulle labbra inaridite “…hai intenzione di farmi dimenticare tutto quello che devo fare?”

“Da quando Arwen è partita per Edoras…” iniziò Legolas tenendo la testa leggermente bassa ma lo sguardo fisso in quello del compagno “…non hai fatto altro che dedicarti al regno…e visto che sei il re degli Uomini…ho pensato che diventando uno di loro avresti trovato un po’ di tempo anche per me…come lo trovi per il tuo popolo quando viene a chiederti udienza…”

“Oh Legolas…mi dispiace ma sai benissimo…”

“Sì…” lo interruppe l’elfo sorridendo “…non sono qui per lamentarmi…voglio solo passare una sera con te…”

Aragorn guardò nuovamente il tavolo imbandito oltre le spalle del compagno

“Io devo…devo incontrare dei Consiglieri adesso…” disse il ramingo fissando dispiaciuto l’elfo “…non è una riunione importante e non durerà molto ma…devo andare…” vide Legolas abbassare lo sguardo e gli accarezzò una guancia “…perdonami…è tutto bellissimo e se lo desideri più tardi ceneremo insieme…”

“Più tardi…” ripeté debolmente l’elfo sospirando.

“Legolas guardami…” sussurrò Aragorn e quando incrociò gli occhi tristi del compagno continuò “…te lo prometto…appena finirò con loro tornerò qui da te…”

Legolas annuì ma appena l’uomo accennò a voltarsi per andarsene lo fermò

“Aspetta…” esclamò alzando leggermente la voce, prese velocemente i due calici di vino e ne porse uno al compagno “…beviamo almeno qualcosa adesso…”

Aragorn prese il calice dalla mano e sorrise

“In un solo sorso ed insieme a te?”

L’elfo sorrise a sua volta come risposta, si portò il bicchiere alle labbra…e vide Aragorn chiudere gli occhi e finire il vino un istante prima di lui…allora si avvicinò all’uomo e lo baciò con passione, fece scivolare una mano lungo il suo braccio e prese dalla sua l’altro calice…

“Si bado…darthathon le…(Va ora…ti aspetterò)” gli sussurrò sulle labbra prima di spingerlo lontano sorridendo.

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Aragorn era seduto sul suo trono con i gomiti appoggiati ai braccioli e le gambe leggermente divaricate…sentiva i tre Consiglieri davanti a sé che parlavano di come ridipingere alcuni affreschi e di che tende mettere nel salone centrale…sì, li sentiva ma non li ascoltava…di tanto in tanto annuiva, anche quando gli uomini si mettevano a discutere tra loro…ma non riusciva a prestare attenzione alle loro parole…da quando aveva lasciato la propria stanza si sentiva strano…era impossibile che un solo bicchiere di vino l’avesse portato a quel punto, eppure sentiva un calore quasi insopportabile e se solo pensava a Legolas, anche per un breve istante, il suo sangue iniziava a ribollire e il suo corpo si abbandonava ancora di più al desiderio…

“Vostra maestà…su questo allora possiamo essere tutti d’accordo?”

“Sì certo…” sussurrò il re annuendo nuovamente anche se non aveva la minima idea su cosa aveva appena dato la sua approvazione…in quel momento la porta si aprì…e Legolas entrò lentamente nel salone…

“Scusate l’intrusione…” disse quando vide i tre Consiglieri che lo guardavano perplessi “…proseguite pure…attenderò il mio turno…” e con quelle parole si fermò dietro di loro, alzò lo sguardo e notò quello incuriosito di Aragorn.

Gli uomini continuarono nei loro discorsi e come prima, re Elassar non riuscì a seguirli…cercava di tenere gli occhi su di loro ma senza riuscirci…la sua attenzione si posava sempre sull’elfo, immobile con le mani unite dietro la schiena…vedeva quegli occhi blu fissi su di sé e le sue labbra leggermente incurvate in un debole sorriso…e la sua mente iniziò a fantasticare…si immaginò Legolas farsi avanti verso di lui mentre i Consiglieri discutevano tra loro...lo vide inginocchiarsi a pochi passi dal trono, appoggiare le mani a terra e proseguire in quel modo…e infine lo vide fermarsi davanti a sé e avvicinare le mani alla sua vita…

“Vostra maestà?”

La voce dell’uomo lo riportò improvvisamente alla realtà, sbatté le palpebre e fissò nuovamente l’elfo…e si accorse che ora stava sorridendo…

“Vostra maestà…possiamo…possiamo andare dunque?”

“Certamente…” disse, cercando di riprendere il controllo dei propri pensieri. I tre uomini si inchinarono e uscirono dalla stanza. Quando la porta si richiuse, Aragorn si passò una mano sul viso, asciugandolo leggermente dal sudore…respirò profondamente e guardò il compagno che si stava avvicinando a lui…

“Legolas…non credo di stare bene…” mormorò, slacciandosi il primo laccio della tunica “…mi sento bruciare e…”

“…e il tuo corpo da ore richiede attenzioni…” continuò Legolas interrompendolo “…tanto da non permettere alla tua mente di concentrarsi su nient’altro…”

Aragorn lo fissò, aggrottando le sopracciglia…

“E tu come…”

“…scommetto che non hai ascoltato una sola parola di tutto quello che ti hanno detto…” sussurrò sorridendo l’elfo tenendo gli occhi fissi sui suoi “…eri troppo occupato a pensare a…questo…” con quelle parole si inginocchiò a pochi passi dal compagno…si chinò in avanti, appoggiando entrambi le mani a terra…i capelli biondi gli scivolarono sul petto e allora rialzò lentamente la testa…cercò di non ridere quando vide l’espressione stupita di Aragorn e iniziò ad avvicinarsi in quel modo a lui, accorciando sempre più la distanza che li divideva…

“Ho indovinato?” bisbigliò continuando a fissarlo intensamente.

Il ramingo aprì la bocca ma non rispose…

“…sì…ho indovinato…” esclamò Legolas sorridendo maliziosamente, salì i due scalini che portavano al trono e si fermò davanti al ramingo…si rialzò in ginocchio e fece scivolare le mani sulle cosce dell’uomo, aprendogli di più le gambe…

“Da quanto tempo desideravi che facessi questo?” gli chiese mentre con le dita gli slacciava completamente la tunica, accarezzandogli poi il petto nudo…

“…ah…non…non lo ricordo…” gemette Aragorn appoggiandosi completamente allo schienale.

“…a quante riunioni hai immaginato che arrivassi e ti portassi lontano dai tuoi doveri?...” mormorò Legolas inclinando la testa e baciandogli dolcemente il ventre…gli aprì i pantaloni e li abbassò sui suoi fianchi poi rialzò lo sguardo su di lui…

“…è successo sempre questo?”

“…no…” sospirò il ramingo respirando intensamente “…non è mai successo questo…non così…mi sembra di soffocare…” udì una debole risata dell’elfo e alzò leggermente la testa per guardarlo negli occhi “…non è come penso vero?” quando vide il compagno continuare a sorridere alzò leggermente la voce “…dimmi che non è come penso…dimmi che non mi hai dato quello che penso…”

“Posso dirtelo se lo desideri…” rispose Legolas sorridendogli maliziosamente “…ma non sarebbe la verità…” e con quelle parole si chinò su di lui, iniziando a dargli piacere con le labbra e la lingua, mentre con le mani teneva il bacino dell’uomo fermo sul trono…

“…oh…Valar…” gemette Aragorn lasciandosi andare contro lo schienale e stringendo i braccioli “…è…rischioso…potrebbe…arrivare…qualcuno…” ma le sue parole si persero nei sospiri…non aveva né la forza, né la volontà per opporsi…l’afrodisiaco in circolo nel suo corpo aveva avuto la meglio su di lui già da tempo…

 

Eldarion stava correndo lungo il corridoio…era in ritardo…forse troppo in ritardo…suo padre gli aveva detto che avrebbe dovuto partecipare insieme a lui ad una riunione ma invece era rimasto a scrivere una lettera a Faerwyn…da tempo ormai quello era l’unico contatto che aveva con lei…la principessa stava ancora riordinando il regno che aveva appena ereditato e non avrebbe potuto di certo lasciare l’Ithilien per venire a trovarlo…ma presto sarebbe andato lui da lei…se suo padre glielo avrebbe permesso dopo quello che aveva fatto…sapeva quanto l’uomo teneva che anche lui partecipasse…si diresse all’entrata secondaria, era più vicina di quella principale anche se meno adatta ad un principe e si fermò a pochi passi dal salone per riprendere fiato…ma ad un tratto si accorse di altri sospiri oltre ai propri…avanzò e vide a chi appartenevano…la sua prima reazione fu quella di voltarsi di scatto e andarsene…ma stranamente qualcosa glielo impedì…non riuscì a spiegarselo ma si girò di nuovo…e il suo sguardo si posò su Legolas…dal punto in cui era riusciva a vedere ogni suo singolo movimento, la sua lingua, la sua bocca e le sue mani che accarezzavano dolcemente il ventre e le cosce dell’uomo…ad un tratto il viso dell’elfo venne nascosto dalle mani del ramingo che fece scivolare le dita tra i lunghi capelli d’orati…Eldarion chiuse gli occhi un istante, come per riprendersi e quando li riaprì vide le gambe di Aragorn tremare…e poi Legolas rialzare la testa e quell’espressione dolcissima sul suo viso…nei suoi occhi riusciva a scorgere quell’amore fortissimo che provava per il suo compagno mentre lo guardava riprendere il controllo che aveva perso pochi istanti prima. Sentì un peso sul cuore in quel momento, quando la consapevolezza che Legolas non l’avrebbe mai guardato in quel modo, divenne ancora più forte…vide suo padre rimettersi seduto, accarezzare il volto dell’elfo e con il pollice sfiorargli le labbra…e allora si voltò e si allontanò, tornando velocemente nella propria stanza.

Aragorn si avvicinò di più al compagno e lo strinse a sé, abbassando la testa per baciarlo…Legolas si lasciò andare nelle sue braccia, concedendo all’uomo il pieno controllo di quel bacio.

“Melin le Legolas…ú awartho han (Ti amo Legolas…non dimenticarlo)”

“Perché dici così?” gli chiese l’elfo quasi spaventato da quelle parole.

L’uomo rimase un istante a guardare quegli occhi blu che adorava, poi sorrise

“Perché è vero…” sussurrò “…ora andiamo a cenare…” si alzò in piedi e lo stesso fece Legolas. Il ramingo però lo strinse nuovamente a sé

“…a dir la verità…” gli bisbigliò all’orecchio “…non è del cibo che ho bisogno…e devo ringraziare te per questo…”

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Passarono ancora dei mesi ed Aragorn era sempre più preoccupato…Arwen non dava più sue notizie da tempo ormai e non era da lei…doveva essere successo qualcosa…ma purtroppo, un giorno, le notizie tanto attese giunsero a Minas Tirith. Un messaggero da Rohan si recò nella Sala dei Re, con una lettera da consegnare direttamente nelle mani del sovrano…Re Elassar, una volta rimasto solo, aprì la busta ma una volta lette quelle poche righe, il foglio gli cadde dalle mani e si posò lentamente sul pavimento…in quello stesso momento Legolas ed Eldarion entrarono nel salone ridendo…i loro sorrisi però si spensero appena videro il volto del ramingo…

Aragorn fissò a lungo Legolas negli occhi…e ad un tratto l’elfo abbassò lo sguardo…

“Padre? Cosa?” intervenne Eldarion guardando in continuazione i due compagni.

“Eomer…” rispose il ramingo posando lo sguardo sul figlio “…sta molto male…Arwen dice che…” ma non riuscì a finire quella frase, chiuse gli occhi un istante e continuò diversamente “…domani partiremo per Rohan…”

 

E così avvenne. Re Elassar, suo figlio e il principe dell’antico Reame Boscoso raggiunsero il Palazzo d’Oro e, ad attenderli, trovarono la regina Lothíriel con suo figlio Elfwine.

“Siete giunti finalmente…” disse la dama inchinandosi “…la lettera di Arwen è partita da qui forse troppo tardi…”

“Cosa intendi?” chiese Legolas con un filo di voce mentre il suo cuore batteva fortissimo.

“Non speravamo più in un vostro arrivo prima di…” Lothíriel abbassò lo sguardo “…venite ora…”

I tre ospiti seguirono la regina lungo i corridoi, fino a quando la dama fece loro segno di fermarsi e sussurrò qualcosa nell’orecchio del figlio che corse via mentre lei stessa entrò in una stanza poco lontano.

Aragorn guardò prima il figlio, che teneva lo sguardo fisso sul pavimento e poi Legolas, che invece guardava davanti a sé, cercando di nascondere le emozioni che provava ma che invece i suoi occhi lasciavano trasparire. Ad un tratto sentirono dei passi avvicinarsi, erano molto leggeri…forse troppo leggeri per appartenere a degli Uomini…tutti e tre si voltarono in quella direzione…

“Forse non è adatto dirlo in una situazione come questa…ma sono felice di rivedervi…” esclamò Merry fermandosi a pochi passi da loro con un debole sorriso sulle labbra.

“Lo stesso vale per me…” gli fece eco Pipino raggiungendolo “…è passata una vita…”

Aragorn e Legolas sorrisero, chinandosi per abbracciare i vecchi amici…quanto erano diversi…non sembravano più i bambini di una volta…ora erano anziani, molto anziani…anche se i loro occhi erano ancora pieni di vita.

“Devo dire che anche tu sei cambiato…Grampasso…” disse Merry sorridendo.

“Tu invece non sei cambiato per niente…” continuò Pipino fissando Legolas “…ma dovevo aspettarmelo…a vederti così mi sembra di essere ancora in missione con la Compagnia dell’Anello…ah…quanti ricordi…”

“Ma non è il momento per rimembrarli Pipino!” lo interruppe Merry dandogli un leggero colpo col gomito, poi si rivolse al ramingo “Allora…questo è tuo figlio?”

“Sì…” rispose l’uomo “…lui è Eldarion…”

“Ma che bravo…l’avrei indovinato anch’io…” mormorò Pipino “…è quasi identico a lui…tranne per la barba…”

Eldarion rise debolmente quanto sentì quella frase

“Quello è merito di mia madre…” disse.

“Raccontateci di voi…” disse Legolas guardando i due amici “…parlateci della Contea…”

“La Contea…” sospirò Merry “…credo non ci torneremo più…abbiamo detto addio alle nostre famiglie per recarci qui e siamo troppo stanchi per intraprendere di nuovo questo viaggio…in ogni caso…abbiamo vissuto felicemente fino ad ora…per molto tempo anche Sam è restato con noi, ma quando sua moglie Rosie l’ha lasciato, ha salutato sua figlia e si è recato ai Porti Grigi…”

“È salpato per Valinor?” chiese Legolas aggrottando le sopracciglia.

“Sì…o almeno è quello che si dice…” rispose Pipino “…ma noi ne siamo praticamente sicuri…abbiamo sempre saputo che quello che lo legava a Frodo era più di una semplice amicizia…non avrebbe resistito ancora lontano da lui…”

Aragorn e Legolas si guardarono per un istante, come indecisi se essere stupiti o felici a quella rivelazione ma non ebbero il tempo di rifletterci a lungo…Lothíriel uscì dalla stanza e fece loro cenno di entrare…

“È molto debole…” sussurrò Merry affiancandosi ad Aragorn “…quando è giunta a noi la sua lettera che ci invitava a passare un po’ di tempo in sua compagnia ci siamo precipitati…ma…”

“…a stento ci ha riconosciuto…” continuò Pipino abbassando lo sguardo “…Arwen non lo lascia mai solo…gli tiene la mano, continuando a parlargli ma…sa benissimo che non si riprenderà…”

Merry guardò i volti dei due amici e del principe quando Pipino pronunciò quelle parole e accennò un sorriso…

“Non preoccuparti…non devi darci nessuna spiegazione a riguardo Aragorn…forse un giorno avremo il tempo per parlare e raccontarci tutto quanto ma non ora…”

Il ramingo annuì, fissò un momento Legolas poi si diresse verso la stanza da cui la regina di Rohan era appena uscita. Entrò, seguito dall’elfo e da Eldarion e si mise vicino ad Arwen che era seduta accanto al letto dove era steso l’anziano re di Rohan.

La dama sentì sulla spalla la mano dell’uomo e alzò lo sguardo…quando incrociò quello dello sposo, scosse lentamente la testa per poi tornare a guardare il compagno.

“Eomer…” sussurrò accarezzandogli il viso “…è arrivato Aragorn…apri gli occhi, amore mio…”

Eldarion chiuse silenziosamente la porta alle proprie spalle e si avvicinò al padre…si inginocchiò accanto ad Arwen e le prese la mano…ma quando incrociò gli occhi della madre sentì un colpo al cuore…era come se quella luce che brillava in lei si stesse spegnendo…

“A…Aragorn…” bisbigliò Eomer voltando stancamente la testa in quella direzione e aprendo gli occhi “…hai…lasciato Gondor senza la tua guida…per me…non dovevi…”

“Sono il re, Eomer…” rispose il ramingo accennando un sorriso “…a palazzo sicuramente saranno sollevati nel restare un po’ di tempo senza qualcuno che dia loro ordini…”

Il re di Rohan annuì debolmente, abbassò lo sguardo e vide quello di Eldarion, inginocchiato di fianco al letto…

“Eldarion…” mormorò “…anche tu qui…” lasciò la mano di Arwen e prese quella del principe che era posata sulle coperte “…hai più visto mia nipote?”

“Noi…ci scriviamo spesso…” rispose il principe quasi imbarazzato a quella domanda.

“Bene…Faerwyn tiene molto a te…prenditi cura di lei…quando…” l’uomo si fermò un istante, stringendo gli occhi.

“Eomer…riposa ora…” intervenne Aragorn quando notò anche l’espressione preoccupata sul volto di Arwen “…torneremo più tardi…”

“Non ci sarà un ‘più tardi’ Aragorn…” ribatté Eomer fissandolo come irritato da quelle parole, poi però sospirò “…e…e Legolas? Non è venuto con voi?...”

Quando udì pronunciare il proprio nome, Legolas fece qualche passo verso il letto, fermandosi dalla parte opposta…

“Sono qui Eomer…” sussurrò.

Eldarion lo guardò per la prima volta in viso da quando erano entrati e rimase per un istante stupito…sul bel viso dell’elfo c’era un espressione che non aveva mai visto…era come se non capisse completamente quello che stava accadendo…i suoi occhi blu cercavano qualcosa che non riuscivano a trovare e quando si posavano sul re di Rohan sembravano chiedersi perché l’uomo non si rialzava in piedi e li abbracciava come sempre…seguì con lo sguardo Legolas mentre si sedeva lentamente sul letto e si chiese che cosa stesse provando in quel momento…aveva già affrontato la morte, centinaia di volte durante le battaglie ma forse quella era la prima volta che assisteva ad una morte, non causata da ferite ma dal passare del tempo…guardò la propria madre e poi ancora l’elfo biondo…due creature immortali che non avrebbero mai conosciuto quel tipo di trapasso e forse non lo comprendevano nemmeno…

“Legolas sei…sei qui…” bisbigliò Eomer voltando faticosamente la testa verso di lui.

“Ti avevo fatto una promessa ricordi…” rispose l’elfo guardandolo sorridendo.

“Sì…” sussurrò l’uomo accennando un sorriso “…quasi non ci speravo più…” alzò lentamente una mano e la mise sulla guancia di Legolas.

Eldarion alzò lo sguardo sul volto di Arwen ma nei suoi occhi non c’era nessun tipo di gelosia per quel gesto…anzi, sembrava quasi sollevata che la vicinanza con l’altro elfo facesse stare meglio il re di Rohan.

“Eomer devi…devi riposare adesso…” disse Legolas continuando a sorridergli.

“Oh Legolas…non mi servirà il riposo…” rispose Eomer fissandolo intensamente anche se sentiva le palpebre sempre più pesanti “…non più…” fece un profondo respiro e mosse debolmente le dita sulla sua guancia “…Valar, sei ancora meraviglioso…”

Legolas guardò timidamente Aragorn e sentì un calore sul viso a quelle parole…ma poi udì di nuovo la voce del re di Rohan e posò di nuovo gli occhi su di lui…

“…il tuo viso ha lo stesso colore del cielo al tramonto…” continuò Eomer senza smettere di fissarlo, spostò la mano e gli accarezzò dolcemente la testa “…e i tuoi capelli…sono luminosi come gli ultimi raggi di sole che bagnano la terra…” respirò profondamente “…avrei voluto dirtelo in un altro momento…”

Legolas chiuse per un istante gli occhi…quelle parole…le aveva già udite…anche se il ricordo era molto confuso…Eomer le aveva già pronunciate…tempo prima, quando erano soli in quella locanda…quando entrambi avevano bisogno di conforto e l’avevano trovato l’uno nelle braccia dell’altro…quando il vino aveva annebbiato le loro menti e si erano concessi quel momento di passione…quando il volto dell’uomo era ancora giovane, i suoi capelli ancora di quel castano chiaro e i suoi occhi ancora pieni di vita…

“È…è come se lo avessi fatto Eomer…” sussurrò l’elfo posando la mano su quella dell’uomo e stringendola nella sua “…ed io lo ricorderò come se me lo avessi detto in un altro momento…” gli accarezzò il viso con l’altra mano, guardandolo teneramente e vide una lacrima scivolare sulla sua guancia…

“…sei sempre stato un sogno Legolas…” mormorò il re di Rohan “…un bellissimo e impossibile sogno…”

L’elfo strinse le labbra e, senza comprenderne il motivo, sentì le lacrime agli occhi…prese la mano di Eomer, lentamente se la portò alle labbra e la baciò per poi posarla in quelle di Arwen che per tutto il tempo non aveva smesso di guardare il proprio compagno, indifferente ad ogni parola pronunciata…

“Potrai mai perdonarmi per questa mia debolezza?” chiese l’uomo alla dama, girando la testa verso di lei.

“Non c’è niente da perdonare, amore mio…” sussurrò Arwen chinandosi e baciandogli dolcemente le labbra “…niente…”

“Ti amo Arwen…” bisbigliò Eomer con un tono di voce appena percettibile “…ti ho sempre amato…il mio cuore appartiene a te…” chiuse gli occhi e le ultime parole che pronunciò riuscirono ad udirle solo Arwen e Legolas…

“…custodiscilo insieme al tuo…per l’eternità…”

Ci fu un lungo momento di silenzio…fino a quando nella stanza risuonò la voce di Arwen, era solo un sussurrò ma sembrò un grido…

“Eomer…?”

Ma il re di Rohan non rispose a quel richiamo…la sua anima aveva lasciato il suo corpo mortale per giungere nelle Aule di Mandos, in quel luogo d’attesa destinato agli Uomini…

“Eomer…?” sussurrò nuovamente la dama…più volte ripeté il nome del suo compagno ma ogni volta la sua voce si faceva più bassa fino a spegnersi completamente...quel volto perfetto, incorniciato dai lunghi capelli scuri, rimase impassibile ma sulle sue guance iniziarono a scorrere con forza le lacrime…lacrime di un dolore profondo che non avena nessun altra via d’uscita…

Aragorn abbassò la testa, chiudendo gli occhi, si portò una mano sulla fronte e poi sulle labbra

“…trova la pace amico mio…” mormorò.

Eldarion cercò di trattenere le lacrime, alzando gli occhi verso il soffitto e respirando profondamente ma non ci riuscì, così si alzò in piedi ed in quell’istante vide Legolas…si era alzato dal letto e stava indietreggiando lentamente verso la parete…aveva gli occhi spalancati e sembrava non riuscisse a respirare…i suoi occhi erano fissi sul corpo di Eomer e su Arwen accanto a lui…ad un tratto la mano dell’elfo si allungò verso la porta e velocemente uscì…

Al suo posto entrarono nella stanza Eiliant ed Eden, con Lothíriel ed Elfwine. Aragorn alzò la testa quando sentì improvvisamente la porta aprirsi così si avvicinò ad Eldarion e gli sussurrò all’orecchio

“Resta con tua madre fino al mio ritorno” appena il principe annuì, uscì a sua volta dalla stanza.

 

Aragorn si guardò attorno e vide Legolas in fondo al corridoio, era appoggiato al muro e lentamente si stava lasciando scivolare a terra…lo raggiunse di corsa e si inginocchiò accanto a lui…

“Legolas?...Legolas cosa ti succede?” gli accarezzò il viso e gli sembrò di toccare una statua di marmo “Legolas…cos’hai? Sei freddo…rispondimi…”

“L’ho vista…” mormorò debolmente l’elfo con gli occhi fissi davanti a sé mentre le lacrime gli rigavano il viso “…l’ho sentita…”

“Cosa hai visto? Ti prego parlami!” gli chiese il ramingo preoccupato…non lo aveva mai visto così…non lo aveva nemmeno mai visto piangere in quel modo…era come se le lacrime uscissero di propria volontà dai suoi occhi per liberarlo da qualcosa che gli era entrato dentro…

“…la morte…” rispose Legolas voltandosi verso di lui “…ho sentito la morte in quella stanza…era una presenza gelida e opprimente…e…l’ho vista negli occhi di Arwen quando l’anima di Eomer è svanita…era terribile Aragorn…terribile…”

“Shh…calmati adesso…” sussurrò l’uomo stringendolo a sé e sentì che stava tremando.

“Non era mai successo così…” continuò Legolas continuando a tenere gli occhi spalancati come se non riuscisse a chiuderli “…ho visto centinaia di Uomini ed Elfi perdere la vita in battaglia ma…”

“…non hai mai visto qualcuno morire di morte naturale…” proseguì Aragorn accarezzandogli i capelli “…so che per te è difficile da comprendere…ti capisco…”

“…no…no…” lo interruppe Legolas scuotendo velocemente la testa “…tu non capisci…non puoi capire…è stato atroce vedere quell’ombra oscura calare su di lui…su di loro…io…io non voglio…”

“Man ú anírach, meleth? (Cosa non vuoi, amore?)” gli chiese Aragorn cullandolo dolcemente quando lo sentì rilassarsi leggermente tra le proprie braccia.

“Non voglio che succeda a te…” mormorò l’elfo respirando profondamente “…non voglio che quell’ombra ti porti via da me…”

Aragorn chiuse gli occhi ma non poté far altro che stringerlo più forte…non poteva rassicurarlo in nessun modo perché non sarebbe stata la verità.

~

I funerali di re Eomer di Rohan si svolsero il giorno successivo e il suo corpo venne deposto a riposare vicino a quello di re Theoden che l’aveva preceduto. Arwen però non prese parte alla cerimonia funebre…rimase a distanza per tutto il tempo, osservando con i suoi occhi azzurri ormai vuoti…

Quando le tenebre della notte scesero su Edoras e tutti ormai si furono allontanati, si avvicinò alla lapide di Eomer e li rimase a lungo, sola e immobile davanti ad un blocco di marmo…il lungo abito nero si muoveva nel freddo vento notturno, facendola sembrare un esile ombra…solo la sua pelle chiara contrastava con l’oscurità come una candida fiamma in una stanza buia…

Qualcuno si avvicinò lentamente a lei, fermandosi al suo fianco e la luce che portava con sé rischiarò, seppur debolmente, quel luogo di dolore…

“Hon ú na sí (Lui non è qui)”

“Han iston, Legolas…(Lo so, Legolas)” sussurrò debolmente Arwen voltandosi verso di lui.

I due elfi si guardarono intensamente per un lungo momento…ma Legolas non riuscì a scorgere niente negli occhi di Arwen…erano spenti, senza nessuna emozione…

“Man mathach? (Cosa senti?)” gli chiese l’elfo biondo.

“…ú nad…and io naeg a rûth…dan…si mathon ir iâ...(niente…tempo fa dolore e rabbia…ma…ora sento il vuoto)” rispose lentamente Arwen, chiuse gli occhi un istante, poi li riaprì fissandolo “…aníron aphadad hon…(desidero seguirlo)”

Legolas rimase in silenzio, ripensando a quelle parole…poi scosse la testa e le accarezzò con dolcezza il viso…

“Non lo rincontrerai…” disse “…per quello che ci è dato sapere…lo spirito di un Mortale giunge nelle Aule di Mandos ma quel luogo di attesa è diverso da quello del nostro popolo…e c’è anche chi dice che quello spirito si perderà per sempre perché dopo il decesso il fato degli Uomini non è più nelle mani dei Valar…”

“Qualcuno è tornato dalle case dei morti…” lo interruppe a bassa voce Arwen “…un Adan…la sua anima non è svanita nel tempo…”

“Ma il fato di Beren e Lúthien non si ripeterà…” ribatté l’elfo “…i vostri spiriti non si troveranno di nuovo…”

“Allora perché ci credi?” sussurrò la dama “Perché parli in questo modo quando il tuo cuore desidera la stessa cosa a cui anela il mio?”

“Perché ne ho bisogno…” mormorò Legolas sostenendo il suo sguardo “…ho bisogno di credere che quando verremo divisi dal tempo ci potremo ritrovare e vivere ancora insieme…ma so che non è così…” si fermò un istante cercando di trattenere le lacrime poi continuò “Min lû pennich nin ad no estel…(Un tempo mi hai detto che c’è ancora speranza)”

“Sí Legolas (Qui Legolas)” rispose Arwen prendendo la mano dell’elfo e mettendogliela sul cuore “Estelio han (Credici)”

Legolas annuì e strinse nella sua la mano della dama…

“Cosa farai ora?”

“Ho promesso di restare accanto ad Aragorn ed è quello che farò…” mormorò Arwen “…ma quando non ci sarà più nessun motivo per rimanere a Gondor, me ne andrò e attenderò il destino che ho scelto…”

Legolas si avvicinò di più a lei e l’abbracciò ma sentì un brivido lungo il corpo quando gli sembrò di stringere a sé un corpo senza vita…

“Il mio cuore e la mia anima sono morti con Eomer…” continuò la dama debolmente “…il mio corpo deve solo attendere che gli sia permesso di seguirli…” 

~

La morte di Eomer coincise con la fine dell’autunno e, in un clima gelido tanto quanto il suo cuore, Arwen tornò a Minas Tirith insieme al proprio sposo. Nessuno degli abitanti del palazzo la vedeva più passeggiare sorridente sotto i portici o nei giardini, baciata dai raggi del sole…restava chiusa nella propria stanza o, se doveva, seguiva re Elassar per svolgere i propri compiti da regina ma quella luce che irradiava si era ormai spenta. Solo la notte usciva sul grande balcone da dove si vedevano i cancelli e immobile, come una bellissima statua, restava per ore con lo sguardo perso nel vuoto…sperando di scorgere il suo cavaliere che galoppava verso il castello…ma in cuor suo sapeva che quell’amore non sarebbe più giunto come un tempo.

Aragorn cercava spesso di parlarle e di starle vicino ma era come se la dama non lo notasse nemmeno, ciononostante il ramingo continuò a farlo anche se le uniche parole che Arwen pronunciava in quei momenti erano: “Bado o Legolas…anno hon i estel (Va da Legolas…dagli la speranza)”

In questo modo passarono molti anni e la vita a Gondor riprese come prima, anche se il popolo si chiedeva sempre il motivo del comportamento della loro regina…solo Aragorn, Legolas ed Eldarion sapevano la verità…quel giorno d’autunno, insieme allo spirito di Eomer, era svanita anche la voglia di vivere di Arwen, Stella del Vespro e regina di Uomini ed Elfi.