.|. L'Ultimo Dono .|.

6. Attraverso l'Arcobaleno

Aragorn si rigirò nel letto, aprendo stancamente gli occhi, mentre alle sue orecchie iniziavano a giungere i tipici rumori che si udivano nel primo mattino a Minas Tirith. Si distese, sospirando e stiracchiando le gambe e le braccia…guardò il soffitto mentre la sua mente cercava di dare un ordine ai vari pensieri…per qualche strano motivo però, non riusciva a ricordare tutto quello che era accaduto la sera prima…si era preparato per scendere alla festa, era andato da Arwen e poi…solo qualche immagine sparsa…aveva salutato Éowyn, parlato con Éomer…ma per il resto…il vuoto assoluto…se non…

“Legolas…” bisbigliò sorridendo quando, abbassando lo sguardo, vide ai piedi del letto la tunica argentata che l’elfo gli aveva donato…ricordava chiaramente di essersi addormentato tra le braccia di Legolas, e sicuramente era stato lui a ricoprirlo con le lenzuola prima di andarsene. Sorrise di nuovo, passandosi le mani tra i capelli…sentiva ancora il suo profumo sui cuscini…non riusciva a spiegarselo ma provava una strana felicità…in quel momento come sempre, ogni volta che pensava a lui, alla loro amicizia…ed in quei giorni aveva bisogno del suo amico più che mai…un suo sorriso gli ridava la tranquillità interiore e il modo in cui l’elfo gli parlava, era in grado di eliminare ogni insicurezza.

Si mise seduto, cercando con lo sguardo gli abiti da indossare ed in quell’istante, un debole rossore gli tinse le guance…alla memoria gli erano ritornate le parole che aveva detto a Legolas la sera precedente, qualche momento prima di addormentarsi…

“Oh Valar…cos’ho detto…” sussurrò, nascondendo il viso nelle mani…come aveva potuto essere così avventato e imprudente…doveva essere impazzito per parlare in quel modo…e non osava immaginare cosa avesse pensato Legolas di lui.

Si alzò di scatto, indossando i primi abiti che gli capitarono tra le mani e uscì dalla stanza. Doveva trovarlo e parlargli di quello che era accaduto…doveva rassicurarlo che i suoi erano solo vaneggiamenti, probabilmente causati dal vino…tranquillizzarlo che la loro amicizia era sempre tale e non doveva temere…non doveva dare peso a quelle parole infondate…

Doveva trovare Legolas e infrangere una promessa che gli aveva fatto tempo addietro…doveva mentirgli…perché, anche se non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso…quella notte aveva detto semplicemente quello che sentiva nel profondo nel cuore…Ma a volte, una piccola bugia serve per continuare a vivere meglio…con la verità invece, avrebbe perso sia Arwen, sia l’amicizia di Legolas…e non avrebbe sopportato di dover rinunciare a coloro che amava con tutta l’anima.

 

Scese le scale ed uscì nel grande cortile, passeggiò a lungo, sorridendo a tutti quelli che, incrociandolo, si chinavano in segno di saluto, fino a quando udì in lontananza delle voci e delle risate di bambini…si avvicinò ad un angolo e si fermò dietro ad una delle colonne, osservando divertito la scena.

 

“Ai vostri occhi possiamo sembrare fragili…” disse Elladan sorridendo, piegando una gamba e posando il piede sul muro al quale era appoggiato “…ma siamo molto più forti di quello che sembriamo…”

“Allora potevate vincere anche da soli?” chiese uno dei bambini che stavano seduti in cerchio attorno alla panca di marmo dove si era messo Legolas che, incuriosito, alzò lo sguardo sull’altro elfo, come se fosse lui stesso in attesa della risposta.

Elladan aprì la bocca per rispondere ma poi si mise a ridere

“Io rinuncio amico mio…vuoi essere tu a spiegare a questi fanciulli le Antiche Alleanze?”

“Non credo ci basterebbe l’intera giornata per…” iniziò Legolas ma subito venne interrotto dalle voci dei bambini che in coro avevano iniziato a ripetere…

“La storia!! La storia!!”

L’elfo di Bosco Atro sorrise…riportando la sua attenzione sugli ascoltatori…

“E fu così che il grande Re degli Uomini, impugnando la sua spada magica, sconfisse uno ad uno tutti i nemici, riportando la luce e la pace nel suo regno…”

“E la sua principessa?” chiese una bambina alzando una mano per farsi notare.

“…e non passò molto tempo che il Re prese in sposa la sua principessa…” proseguì Legolas sorridendo alla piccola “…ed insieme regnarono per l’eternità, portando gioia e armonia…”

“E gli Elfi invece dove sono andati?” esclamò un bambino dai riccioli scuri e i grandi occhi blu.

“Questa è un’altra storia…” intervenne Elladan facendo qualche passo “…forse un giorno ve la racconteremo…ma ora dovete andare…”

Ed infatti si udirono in lontananza i richiami di alcune madri che facevano segno ai rispettivi figli di tornare a casa per il pranzo.

I bambini si alzarono in fretta, salutando con la mano e correndo via.

“Bene…a più tardi allora…” disse Elladan sorridendo all’elfo biondo.

“Certo…e grazie per l’aiuto…” rispose Legolas alzandosi in piedi.

“È stato un piacere istruire questi piccoli Uomini sulla storia della Terra di Mezzo…” ribatté l’elfo di Imladris, prima di fare un cenno con il capo e allontanarsi.

 

Aragorn sorrise tra sé, stava per fare un passo e raggiungere il suo amico ma si fermò quando vide uno dei bambini tornare indietro e avvicinarsi di nuovo a Legolas…restò in silenzio davanti a quella scena che, per qualche motivo, gli fece battere il cuore con forza…respirò profondamente, cercando di scacciare quei pensieri assurdi che si erano insinuati nella sua mente…e per qualche momento, si ritrovò a desiderare qualcosa di impossibile…

 

“Sai una cosa…” esclamò il bambino dai grandi occhi blu alzando lo sguardo verso l’elfo che lo guardava incuriosito “…sei bravo a raccontare le storie…vorrei diventare bravo come te…”

“Lo diventerai…” sussurrò Legolas inginocchiandosi davanti a lui e sorridendogli.

“Racconti queste storie anche a tuo figlio?” gli chiese il piccolo inclinando la testa.

“No, io non ho un…” iniziò l’elfo ma il bambino lo interruppe all’istante come se non aspettasse altro…

“Allora posso diventarlo io?”

Legolas aprì la bocca stupito e si lasciò sfuggire una risata divertita

“Tu hai già dei genitori che ti amano…”

“Sì ma…loro non mi raccontano mai storie così belle…” si lamentò il bambino con un broncio sul visino paffuto “…mia madre poi si addormenta a metà…”

“Forse perché devono badare a te tutto il giorno e la sera sono stanchi…” mormorò l’elfo sfiorandogli i riccioli scuri con le dita “…però…potresti raccontarle tu a loro…”

“Mmm…forse…” bisbigliò il piccolo abbassando lo sguardo “…ma loro però non hanno bisogno di storie per prendere sonno…”   

Ad un tratto si udì un richiamo in lontananza

“Thauruial andiamo! Il pranzo è pronto!”

“Devo andare…” sbuffò il bambino “…mi racconterai ancora una storia prima di partire?”

“Te lo prometto…” rispose Legolas, poi, sorridendo “…Thauruial…è un bellissimo nome…”

“Grazie!” ribatté il piccolo con un grande sorriso compiaciuto prima di voltarsi e raggiungere la giovane madre che lo attendeva poco lontano.

L’elfo si rimise in piedi, vide la donna prendere la mano del figlio e allontanarsi con lui…e sorrise dolcemente come se quella scena gli avesse riscaldato il cuore, dandogli un po’ di sollievo dalle preoccupazioni che lo tormentavano.

 

“Questa storia la ricordavo diversamente…”

 

Appena udì la voce di Aragorn fece un intenso respiro, poi si girò verso di lui.

“Sono ancora dei fanciulli…” rispose l’elfo “…non possono comprendere tutto quello che abbiamo vissuto noi veramente…un giorno forse saranno pronti per ascoltare la versione reale, ma adesso è giusto che sognino di spade magiche e…principesse…” pronunciò l’ultima parola quasi con insicurezza ma sul volto dell’uomo non notò niente di strano, se non un sorriso divertito.

“In effetti…il tuo Re si è già legato al suo amore per l’eternità…” mormorò Aragorn facendo un passo verso di lui “…a me non è ancora successo…”

“Ma è quello che accadrà…” ribatté Legolas fissandolo negli occhi “…non è vero?”

Un lungo momento di silenzio…fu quello che ottenne come risposta…così la cercò da solo nello sguardo del ramingo, ma non ci riuscì…Aragorn non gli permetteva di trovarla…o forse era lui stesso a non volerla scoprire…Avrebbe desiderato rivelargli tutto quanto, quello che era accaduto la sera prima, quello che Elrond e Gandalf gli avevano dato…ma qualcosa lo fermò…la curiosità di sapere se i poteri dell’Eleihalab e le parole dell’Elfo di Imladris erano vere      

 

“…coloro che sono sotto il suo effetto vivono realmente solo ciò che desiderano col cuore…e manifestano veramente solo i sentimenti e le emozioni che provano e che invece, nella vita, tentano di nascondere…se al sorgere del Sole, Aragorn ricorderà ogni cosa di quello che vi siete detti…avrai la certezza che le nostre parole corrispondevano a verità…”

 

“Sì…” esclamò il ramingo sospirando e accennando un sorriso “…è quello che accadrà…domani…”

“Non ne sembri felice…” sussurrò Legolas aggrottando le sopracciglia “…qualcosa ti turba amico mio?”

“No…va tutto bene…” ribatté Aragorn abbassando lo sguardo per qualche istante “…è solo questa strana sensazione che sento…” fece un passo in avanti, fermandosi davanti all’elfo e guardando il suo viso “…io non…ricordo quello che è accaduto ieri notte…e quel poco che mi è tornato alla memoria è confuso…” si fermò, cercando di comprendere dagli occhi dell’elfo se fosse, in qualche modo, turbato da quello che gli aveva detto la sera prima…voleva sapere se era infastidito dal comportamento che aveva tenuto con lui, sperava che Legolas gli dicesse qualsiasi cosa per fargli capire che non doveva preoccuparsi, che aveva considerato la situazione e non gli portava rancore…ma sembrava che l’elfo non avesse la minima intenzione di aiutarlo…anzi, dava l’impressione di stare, a sua volta, cercando delle risposte con quello sguardo intenso…

“Sei…sei stato tu ad…avvolgermi nelle coperte vero? Ho riconosciuto il tuo profumo…”

“Sì io…ti ho trovato nel corridoio e…sembravi ubriaco, così ti ho portato nella tua stanza…poi me ne sono andato per permetterti di riposare…” rispose l’elfo.

“Grazie…cosa farei senza di te?” mormorò Aragorn accennando un sorriso.

“Resteresti a dormire sul pavimento?” ribatté Legolas sorridendo a sua volta e il ramingo si mise a ridere “Estel…tu non…” fece un respiro profondo, fissandolo intensamente “…non ricordi niente di quello che è accaduto?”

Aragorn aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa gli impedì di dire quello che voleva e si limitò a scuotere la testa…

“No…io non…”

 

“E-eh…e-eh…”

 

Le risate allegre di un bimbo attirarono la loro attenzione, si voltarono verso il cortile, giusto in tempo per vedere il piccolo inciampare e cadere faccia a terra nella polvere. (*STUMP*)

Istintivamente si avvicinarono entrambi a lui e Legolas si inginocchiò, prendendolo per la vita e rimettendolo in piedi…

“Stai bene?” gli chiese dolcemente mentre con una mano gli ripuliva il viso dalla polvere.

Il piccolo lo fissò con gli occhioni verdi spalancati e annuì, passandosi a sua volta le manine sulle guance…

“Haithen!” esclamò una donna, raggiungendoli velocemente “Quante volte ti ho ripetuto di non correre!” prese la mano del piccolo, che nel frattempo continuava a tenere lo sguardo fisso sull’elfo, e si chinò “Grazie mio signore…perdonate il disturbo…”

Legolas le sorrise, facendo un cenno con il capo, poi con l’indice sfiorò il naso del bimbo…

“Fa attenzione Haithen…” gli sussurrò, e il piccolo sorrise a sua volta, prima di essere trascinato via dalla madre che si voltò anche verso Aragorn, inchinandosi.

 

“A quanto sembra…” mormorò il ramingo quando l’elfo si rimise in piedi “…i bambini ti adorano…e il sentimento è reciproco…vero?”

Legolas sorrise, abbassando lo sguardo quasi imbarazzato

“Sono così…piccoli e indifesi…e come se sentissi il bisogno di proteggerli…io non riesco a ricordare quando ero ancora fanciullo e forse è per questo che…”

“No…” lo interruppe l’uomo fissandolo incuriosito “…non credo sia solo per questo motivo…a te piace restare con loro…vederli ridere…”

“…e crescere…” continuò l’elfo accennando un sorriso, prima di incamminarsi sotto i portici, seguito da Aragorn “…vorrei stringere tra le braccia un bambino, anno dopo anno vederlo crescere e stringerlo di nuovo…amarlo e proteggerlo con tutto me stesso…restargli accanto ogni volta che ha bisogno di me…” sospirò “…so che può sembrare assurdo ma…desidero sentire che qualcuno ha bisogno di me…desidero sapere che con la mia presenza posso dare aiuto a qualcuno…non voglio sentirmi…inutile e…” si fermò quando il ramingo gli afferrò il polso, costringendolo a voltarsi verso di lui.

“Come puoi parlare così?” mormorò fissandolo negli occhi “Il tuo popolo ha bisogno di te…sei un principe…e…”

“Vorrei che qualcuno a cui tengo veramente avesse bisogno di me…” lo interruppe Legolas “…non persone che devono amarmi solo perché sarò il loro futuro sovrano…”

“Il tuo popolo ti ama per quello che sei e…” ribatté Aragorn ma quando capì dallo sguardo dell’elfo che quel discorso non avrebbe funzionato, gli prese il volto tra le mani “…io ho bisogno di te…ricordi?” gli sussurrò sulle labbra “Avrò sempre bisogno di te…sono la tua giovane stella da proteggere, non puoi dimenticarlo…”

“Un tempo lo eri…” mormorò l’elfo senza allontanare lo sguardo da lui “…ora non più…sei un Re forte e valoroso…e domani prenderai in sposa colei che ami…vi darete protezione l’un l’altro…io non ho più questo ruolo ormai…”

“Non puoi dirlo Êlveren…” ribatté il ramingo con un filo di voce “…io non voglio che accada…non voglio che cambi niente tra noi…ne abbiamo già parlato…noi continueremo ad essere…”

“Cosa…?” sussurrò Legolas alzando una mano e ricoprendo quella dell’uomo che era sulla sua guancia “Amici…? Credi veramente che il tuo popolo accetterà che tu passi le tue giornate al mio fianco invece che con la tua sposa?”

“Non spetta a loro…” ribatté Aragorn ma l’elfo proseguì…

“…Estel…è la verità…cambierà ogni cosa e non possiamo fare niente per impedirlo…”

Il ramingo scosse la testa, appoggiando la fronte a quella di Legolas

“Non voglio…” bisbigliò.

 

“Vostra Maestà!”

 

A quella voce, Aragorn si allontanò dall’elfo, voltandosi verso l’uomo…

“Cosa succede?”

“È richiesta la vostra presenza, mio signore…l’abito per il matrimonio ricordate?”

“Sì…certamente…” rispose il ramingo annuendo e facendo un passo verso di lui “…puoi avvertire i sarti che tra poco andrò da loro…”

“Come desiderate…” disse l’uomo chinando la testa, ma prima di allontanarsi, si avvicinò ulteriormente al Re, abbassando la voce “…vostra Maestà…perdonate l’intromissione ma…circolano delle voci sconvenienti sulla vostra…amicizia con il principe…e sarebbe opportuno non…gettare altra legna nel fuoco…prima del matrimonio…” alzò lo sguardo su Legolas per qualche istante “…quindi…se posso permettermi…vi consiglio di non mostrarvi in questi atteggiamenti alquanto…compromettenti…in pubblico…per rispetto a Dama Arwen ovviamente…”

Aragorn rimase per qualche istante stupito da quelle parole, poi, cercando di non apparire irato ribatté

“Grazie per il consiglio Theared…ora puoi andare…”

L’uomo si chinò e si allontanò rapidamente, mentre il ramingo si voltava di nuovo verso Legolas…

“Vogliono che provi…”

“…l’abito per domani…” concluse l’elfo accennando un sorriso “…ho sentito…parlava a bassa voce ma non abbastanza per l’udito di un Elfo…”

“Allora…hai sentito anche…”

“Sì ma non importa…comprendo le sue preoccupazioni…è proprio quello che stavo cercando di dirti poco fa…”

“Ne parleremo ancora più tardi…” disse il ramingo e quando vide l’elfo annuire, si voltò per allontanarsi…ma la voce di Legolas lo fermò…

“Tu non…ricordi niente di quello che è accaduto ieri notte?”

“Cosa dovrei ricordare?” sussurrò l’uomo scuotendo la testa e guardando il suo viso.

“Niente…ero…solo curioso…” ribatté l’elfo sforzandosi di sorridere “…va ora…”

 

“Ancora nessuna notizia?” disse Gandalf entrando nella stanza lentamente.

“No…ma è ancora presto…” rispose Elrond voltandosi verso di lui “…il Sole è sorto solo da poche ore…prima che lasci al posto alla Luna, avremo la risposta che cercavamo…”

“Sei ancora convinto che non sia tua figlia la creatura immortale destinata ad Aragorn?”

“Ora più che mai…come lo è anche lei del resto…” mormorò l’elfo di Imladris “…Arwen ha già fatto la sua scelta…sta solo attendendo la conferma di quello che già conosce…”

“Rinuncerà così a colui che ama?” chiese Gandalf “Senza lottare per quello che doveva essere suo?”

“Il tempo l’ha aiutata a rinunciare ad Aragorn…sono anni che ha smesso di lottare anche se non ha mai smesso di sperare…troverà qualcun altro che le donerà l’amore che merita…qualcuno che da anni ormai la segue in silenzio, nascondendo i propri sentimenti per il bene del nostro popolo e di quello dei Mortali…” disse Elrond facendo qualche passo sospirando “…l’ho visto Gandalf…il tempo di Arwen in questa Terra è finito…quello di Legolas invece, è appena iniziato…”

Lo stregone restò in silenzio, annuendo…ad un tratto bussarono alla porta.

“Avanti…” esclamò il Re di Imladris voltandosi in quella direzione.

“Chiedo perdono Sire Elrond…”

Un elfo dai lunghi capelli lisci e scuri entrò nella stanza, fermandosi a pochi passi da Gandalf e chinando la testa in segno di saluto…

“Vostra figlia chiede di voi mio signore…” mormorò, rivolgendo lo sguardo a Elrond.

“Grazie Eledhel…puoi andare ora, resta con lei fino al mio arrivo…”

“Oh…certo…come desiderate…” mormorò l’elfo spalancando i grandi occhi verdi per la sorpresa, poi velocemente lasciò la stanza.

“Ti riferivi a lui?” chiese Gandalf quando la porta si richiuse.

“È sempre stato vicino a mia figlia…ma Arwen ha sempre visto solo il volto di Aragorn…non ha mai scorto la devozione e l’amore negli occhi di Eledhel…ma da domani avrà l’eternità per accorgersene…”

“Parli come se fossi rincuorato da ciò…” disse lo stregone.

“Rincuorato? Sì amico mio…” rispose Elrond “…non posso che provare conforto nel sapere che la luce di mia figlia continuerà a rispendere….ma d’altro canto…qualcosa di diverso turba i miei pensieri…” si avvicinò alla finestra e vide che una nuvola aveva coperto il sole “…ricordi le parole di Legolas? Era nel salone e…ha sentito che Aragorn aveva bisogno di lui…ieri non ho voluto affrontare questo argomento…ma un’ombra è cresciuta nella mia mente…capisci a cosa mi riferisco?”

Gandalf abbassò lo sguardo qualche momento

“Quell’incantesimo è antico…voi Elfi lo usavate spesso per restare uniti in battaglia, ma in verità, fatico quasi a ricordarlo…”

“Nel sangue Gandalf…” sussurrò Elrond “…uniti nel sangue per affrontare insieme ogni male…le anime venivano legate per l’eternità e il sangue di uno iniziava e mischiarsi e a scorrere con quello dell’altro…ora comprendi…?”

“Credi che Legolas e Aragorn…” iniziò lo stregone a bassa voce “…da che ho memoria non è mai accaduta un’unione di questo tipo tra un Elfo e un Mortale…”

“No mai…e quindi non possiamo conoscere gli effetti dell’incantesimo…o per lo meno…possiamo solo immaginarli…” ribatté Elrond chiudendo gli occhi sospirando “…l’eternità e la morte che scorrono unite…sai quale possono essere le conseguenze…”

“Credi che Legolas fosse consapevole di ciò a cui sarebbe potuto andare incontro con quel gesto?”

Elrond rimase a lungo in silenzio davanti alla finestra…poi, lentamente, riaprì gli occhi sussurrando…

“Sì…”

Gandalf si avvicinò alla porta, ma prima di uscire mormorò

“Se è come credi…e i Valar lo hanno permesso…non ci sono più dubbi…hanno abbracciato entrambi il proprio destino molto tempo fa…”   

 

Legolas era, da ore, disteso sul proprio letto, le braccia allargate con le mani appoggiate, una sui cuscini e l’altra ai piedi del materasso…si era gettato su di esso dopo che Aragorn se n’era andato, quella mattina…il suo sguardo vagava senza meta sul soffitto, mentre ripensava alle parole dell’uomo, a quelle di Elrond…e di Arwen…Si erano sbagliati dunque…il ramingo non ricordava niente della sera prima…nemmeno quello che era accaduto tra di loro…era stato tutto un grande errore…quindi Arwen poteva sposarlo, certa dell’amore che li legava. Doveva sentirsi sollevato, felice per i suoi amici come un tempo…e allora perché quella malinconia gli serrava il cuore? Una strana tristezza si era impadronita di lui…forse…forse perché, per un breve istante, aveva creduto veramente di poter restare accanto ad Aragorn per sempre…sembravano tutti così sicuri, e quella sicurezza si era fatta strada anche nei suoi pensieri…si era anche rimproverato per averlo pensato…per aver desiderato di restare a fianco dell’uomo al posto di Arwen…ma in ogni caso…ora era tutto finito…doveva solo dimenticare quel contrattempo e andare avanti come aveva sempre fatto…prepararsi ad assistere al matrimonio e poi…partire per tornare a casa…da solo.

Chiuse gli occhi sospirando, quando, per qualche singolare motivo, sentì le lacrime avvicinarsi…si voltò di scatto sullo stomaco, piegando le braccia sotto il mento…un altro sospiro…e riaprì gli occhi, guardando fuori dalla finestra…vide una nuvola oscurare il sole per qualche momento…poi però i raggi risplendettero nuovamente, entrando nella stanza…e il suo sguardo fu attirato da uno strano gioco che quella luce creava sulla parete…

 

Aragorn si fermò fuori dalla camera, indeciso se aprire la porta o tornare indietro…era preoccupato…Legolas non era sceso per il pranzo, e non era da lui…anche se come Elfo non aveva bisogno di tutto quel cibo, non aveva fatto mai mancare la sua presenza…aveva passato quelle ore in compagnia di Éomer, sua sorella Éowyn e Faramir, a parlare delle questione riguardante il regno ma continuava a pensare a lui…aveva intenzione di rivelargli quello che aveva deciso quella mattina perché riusciva a percepire che qualcosa tra loro non andava come sempre e non lo sopportava…doveva parlargli visto che era sua la colpa…probabilmente Legolas si sentiva in difficoltà a restare con lui a causa di quello che gli aveva detto…ed era una situazione che non riusciva a sostenere…rivoleva il suo amico…rivoleva la sua stella…

Aprì la porta lentamente, richiudendola e preparandosi a rispondere a qualche domanda che sicuramente l’elfo gli avrebbe posto, ma rimase senza parole quando lo vide…disteso a pancia in giù sul letto, con le gambe leggermente divaricate e le ginocchia lievemente piegate sopra alle coperte…sembrava stesse osservando qualcosa sul pavimento visto che la testa era inclinata verso il basso, appoggiata alle braccia. Fece un passo, prendendo fiato per parlare…ma ancora non ci riuscì…il suo sguardo iniziò a vagare su quel corpo che credeva di conoscere così bene…i lunghi capelli biondi adagiati scompostamente sulle spalle e la schiena…quelle gambe snelle e perfette, fasciati nei pantaloni grigi, così stretti da lasciar intravedere ogni muscolo…e quella leggera tunica color sabbia che, a causa della posizione, nascondeva appena le curve del fondoschiena…

All’istante sentì un calore sul viso e deglutì, cercando di liberare la mente da quei pensieri sconvenienti che gli avevano provocato quelle strane sensazioni…non era la prima volta che rimirava la bellezza di Legolas ma per qualche motivo, ora si sentiva a disagio…come se dentro di sé, sapesse che quei pensieri che lo emozionavano non erano affatto amichevoli…

In silenzio si avvicinò al letto, quasi stupito che l’elfo non si fosse ancora voltato, e salì sul materasso lentamente, appoggiò prima un ginocchio e poi l’altro, esternamente, accanto a quelli dell’amico, e si chinò su di lui, posando le mani vicino ai gomiti piegati di Legolas, che, nonostante tutto, rimase immobile…

Aragorn aggrottò le sopracciglia incuriosito ma poi si piegò su di lui, facendo attenzione a non entrare in contatto con il suo corpo, per evitare che Legolas sentisse il calore che aveva preso possesso di lui poco prima…piegò le braccia fino a raggiungere il suo orecchio con le labbra e gli sussurrò…

“Cosa fa un principe degli Elfi in questa posizione? Qualcuno poteva entrare e approfittare della situazione…”

“Non sarebbe stato così facile come all’apparenza poteva sembrare…” rispose a bassa voce Legolas sorridendo ma continuando a restare immobile, poi, dopo un momento, indicò con un cenno del capo un punto sul muro “Guarda laggiù…i raggi del sole si infrangono sulla lama dei miei pugnali e creano quel piccolo arcobaleno…ma non comprendo da dove derivino i colori…”

Aragorn osservò in silenzio e non poté fare a meno di sorridere

“È questo che stavi guardando così attentamente? Non mi hai nemmeno sentito entrare…”

“Ti ho sentito prima ancora che aprissi la porta…” mormorò l’elfo “…non è semplice cogliermi di sorpresa…dovresti saperlo…”

“E allora perché non ti sei voltato?”

“Perché ero curioso di vedere fino a dove ti saresti spinto…” ribatté Legolas “…come adesso…voglio proprio vedere quanto resisterai in questa posizione prima di cadermi addosso…”

“È forse una sfida Êlveren?” sussurrò Aragorn sorridendo “Dubiti della mia forza?”

“Certamente…sei sempre un Uomo…e tra non molto le tue braccia inizieranno a sentire la fatica e cederanno…”

“Sfida accettata Elfo…” replicò il ramingo “…io invece scommetto che riuscirò a parlarti di tutto quello che ero venuto a dirti restando fermo in questa posizione…”

“D’accordo…” bisbigliò Legolas lasciandosi sfuggire una risata “…inizia…”

“Questa mattina…” iniziò il ramingo, fingendo di non sentire il dolore ai muscoli delle braccia “…non ti ho detto completamente la verità…io…ricordo alcune cose di ieri notte…” gli sembrò di sentire l’elfo trattenere il respiro ma proseguì “…ricordo che mi hai trovato e che mi hai condotto nella mia stanza e sei rimasto con me…io…sentivo la testa girare a causa del vino ma…in un certo senso…capivo ciò che facevo e dicevo e…ricordo perfettamente di averti rivelato che avrei voluto legarmi a te per l’eternità e ti ho chiesto…di sposarmi…” udì un debole sospiro, ma dal punto in cui si trovava, non riusciva a vedere il volto di Legolas senza sbilanciarsi e perdere l’equilibrio “…io non desidero che quei miei vaneggiamenti cambino qualcosa tra noi…vorrei che riuscissi a dimenticarli e a comportarti come hai sempre fatto nei miei riguardi…non voglio perderti a causa di…deliri dovuti al troppo vino e…” si bloccò all’istante quando sentì, sotto di sé, l’elfo girarsi velocemente…e rimase quasi senza fiato quando si ritrovò a fissare i suoi profondi occhi blu…

“Erano solo questo dunque?” chiese Legolas debolmente, doveva essere un sollievo eppure…nella sua voce si poteva scorgere il dispiacere per quella rivelazione “Deliri e vaneggiamenti?”

“Io…credo…” balbettò Aragorn senza riuscire ad allontanare lo sguardo dal suo viso “…credo di sì…” sentiva le braccia sempre più deboli…sapeva cha da un momento all’altro avrebbe ceduto…ed ora Legolas era anche voltato verso di lui e lo stava guardando…

“Perché non puoi esserne sicuro?” mormorò l’elfo.

“Perché…quello che mi lega a te è così forte…tanto che farei ogni cosa per evitare di perderti…e il solo pensiero che tra qualche giorno tu ti allontanerai da me per…chissà quanto tempo, mi fa impazzire…vorrei…” si fermò, sorridendo imbarazzato “…vorrei veramente sposarti per poter restare al tuo fianco…”

“Io…potrei tornare spesso qui…” sussurrò l’elfo fissandolo intensamente “…per quanto mi sarà possibile…resterò comunque al tuo fianco…e quando non ci sarò io, Arwen prenderà il mio posto…è giusto che sia così…”

“Nessuno potrà mai prendere il tuo posto…” bisbigliò l’uomo chiudendo gli occhi per un istante, poi li riaprì, accennando un sorriso “…ma è così che deve essere…” vide l’amico annuire e dopo un momento si lasciò sfuggire una risata “…Legolas…credo…credo che tra poco vincerai la sfida…”

L’elfo gli sorrise e solo in quell’istante notò che le braccia del ramingo stavano tremando per lo sforzo, così alzò le mani e le accarezzò lentamente, dalle spalle fino ai polsi, per poi ripetere il gesto, seguendo la curva dei gomiti…vide gli occhi di Aragorn chiudersi e questa volta, quando raggiunse le spalle, fece scivolare le dita sotto ai capelli scuri, sfiorandogli sensualmente il collo.

“Leg…” sospirò l’uomo socchiudendo le labbra.

“Vieni…” gli sussurrò l’elfo tirandolo gentilmente verso di sé.

Aragorn allora perse ogni volontà e si lasciò ricadere sopra di lui, appoggiando la fronte alla sua…aprì un poco gli occhi e vide che Legolas aveva stretto le labbra, senza mai smettere di accarezzargli il collo…

“Mi piace…” mormorò sorridendo, cercando però di rimanere immobile per non incrementare quello che, sicuramente, l’elfo già sentiva contro di sé…in un’altra occasione si sarebbe alzato di scatto, allontanandosi…ma qualcosa gli diceva che non ce n’era bisogno…

“Lo so…” rispose l’elfo muovendo lentamente la guancia contro quella del ramingo e, istintivamente, fece in modo di sfiorare le sue labbra con le proprie.

Aragorn rimase un istante immobile ma poi chiuse di nuovo gli occhi, godendosi quel dolce bacio come sempre…ma no…non era come sempre…c’era qualcosa di diverso…non voleva smettere…non voleva allontanare la labbra da quelle di Legolas, e anche per l’elfo sembrava essere lo stesso…e presto si ritrovarono entrambi a socchiuderle, nella speranza che l’altro iniziasse qualcosa che da tempo ormai ambedue desideravano. Come se avessero letto uno nei pensieri dell’altro, le loro lingue si sfiorarono e tutti e due spalancarono gli occhi…rimasero immobili a fissarsi, le labbra ancora unite…fino a quando Legolas, con un movimento rapido, spinse Aragorn di lato, appoggiando una mano sulla sua guancia.

L’uomo stava per chiedergli perdono per quello che era accaduto ma l’elfo lo baciò di nuovo, questa volta con più ardore, sfiorandogli le labbra con la lingua ad ogni movimento…il ramingo sentì le palpebre pesanti e tutto il corpo iniziò a chiedergli di abbandonarsi…e non riuscì più a trovare la forza per opporsi a quel desiderio…mise una mano a sua volta sul viso di Legolas, carezzandogli dolcemente, con le dita, l’orecchio e rispose al bacio con un tale slancio che si sorprese di se stesso…sentiva sotto la mano, la propria lingua che danzava con quella di Legolas, esplorando la sua bocca…e sapeva che l’elfo sentiva lo stesso, quando la lotta si spostava invece nella sua…

Dopo un lungo momento si fermarono, restando però ancora vicini, mentre i loro respiri rapidi riempivano la stanza…Aragorn riaprì gli occhi e ben presto vide Legolas fare lo stesso…ma appena lo guardò, notò qualcosa di strano…

“I tuoi occhi…” sussurrò “…sono…diversi…sono scuri…com’è possibile?”

“Succede agli appartenenti al mio popolo quando…” rispose l’elfo prendendo fiato “…quando si provano delle emozioni particolarmente intense…”

“Oh…certo…” mormorò il ramingo “…e fino a quando resteranno…” ma si fermò quando la risposta gli venne subito alla mente e sentì un brivido lungo il corpo.

“Non ti so rispondere…” bisbigliò sorridendo Legolas “…non ho mai…visto i miei occhi in momenti come questo…”

“Legolas cosa stiamo facendo?” disse Aragorn fissandolo quasi con timore “Perché è successo questo?”

“Non lo so…” ribatté l’elfo scuotendo la testa “…ma è stato…bello…”

“Anche per me…ma non riesco a capire…perché sento un bisogno così forte di baciarti di nuovo…” mormorò il ramingo mentre con lo sguardo scendeva sulle sue labbra “…non dovrebbe essere così…non…”

Legolas però non gli lasciò terminare la frase, lo strinse a sé, posando con forza le labbra sulle sue e subito sentì l’uomo rispondere con la stessa intensità. Aragorn mise una mano sulla sua schiena come per tenerlo ancora di più stretto a sé e, senza pensare alle conseguenze, fece scivolare una gamba tra quelle dell’elfo, invitandolo, praticamente, a fare lo stesso…e mentre il bacio continuava sempre più ardentemente, l’uno sentì contro di sé, il desiderio dell’altro…i gemiti di sorpresa vennero soffocati dalle labbra che sembravano non riuscire più a staccarsi…

Il ramingo sentì sul braccio, la mano di Legolas che iniziava a stringerlo sempre più forte…forse voleva che tutto quello finisse…forse doveva allontanarsi…ma non ci riusciva…qualcosa gli diceva che, se avesse smesso in quel momento, non ci sarebbe più stata un’altra occasione simile…ed era tutto troppo bello, non avrebbe mai creduto che le labbra dell’elfo gli avrebbero fatto provare delle sensazioni così intense. Come spinto da qualcosa, fece scivolare la mano sul suo fianco, per poi scendere sulla coscia…e si mosse contro di lui…

“Mmm…” gemette Legolas allontanandosi di scatto dall’uomo e fissandolo negli occhi…restò in silenzio, osservando il suo viso…l’imbarazzo, il timore e il desiderio, mischiati insieme…poi, rapidamente, si alzò dal letto e uscì dalla stanza, lasciando la porta socchiusa…

Aragorn rimase immobile sopra alle coperte mentre il suo respiro affannoso risuonava nel silenzio, lo sguardo fisso nel punto dove l’elfo era appena sparito…gli occhi spalancati in preda al panico.

 

PICCOLO APPUNTO…

…su questo capitolo…Thauruial è il nome elfico, secondo uno dei vari siti di traduzioni, per Orlando, questo personaggio è ispirato al bimbo della mia amica Clara che si chiama appunto Orli…un bacione cicci!!

In più…l’altro bimbo che fa E-EH E-EH *STUMP* è ispirato a…una luuunga storia che alcune Mellyn e Wicked Girls ricorderanno sicuramente…comunque…deriva dalla videocassetta di Kizuna…hi hi hi…