.|. I Giorni della Verità .|.

5. Arrivo Inaspettato

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Il tempo passò, per alcuni lentamente e per altri più velocemente, tutte le popolazioni della Terra di Mezzo si stavano preparando alla guerra contro il male ed anche per la Compagnia dell’Anello era giunto il momento di riprendere il cammino verso Mordor.

 

“Da quanto tempo siamo qui??” disse Merry avvicinandosi agli altri hobbit che stavano finendo la cena.

“Non molto credo” rispose Sam finendo di bere “Sarà una settimana, due al massimo...”

“E’ quasi un mese invece” disse Frodo alzandosi “Un mese...”

Il suo sguardo si perse lontano, tra gli alberi, i giorni erano passati così velocemente che nessuno se n’era reso conto, li erano tranquilli, al sicuro ma lui sentiva sempre quel peso attorno al collo, la missione doveva continuare, la Compagnia doveva ripartire al più presto, Sauron stava diventando più forte e con lui tutto il male che cresceva nelle tenebre di Mordor, lo sentiva...non sapeva come ma riusciva a percepirlo, il potere dell’Anello stava aumentando.

“Tra poco dovremo ripartire...”

“Se potessi decidere...” disse Sam “...resterei qui per tutto il resto della mia vita...ma...” si girò e guardò Frodo “...la mia vita non mi appartiene più, ho fatto una promessa...”

“Sapete cosa significa questo??” gridò Pipino lasciando cadere nel piatto la forchetta. Gli altri lo guardarono sbalorditi.

“Significa che è da mesi che non dormiamo in un vero letto!! Insomma siamo la Compagnia dell’Anello in viaggio per salvare la Terra di Mezzo, ci meritiamo un po’ di riposo su un materasso comodo, tra morbide e calde coperte!!!”

“Hai ragione Pipino!” continuò Merry “Siamo qui nella terra degli Elfi al sicuro e dobbiamo comunque dormire per terra! Non è giusto!”

Sam e Frodo si guardarono sorridendo, nonostante tutto i due amici avevano ragione, erano tutti abituati a dormire in accoglienti case, un bel letto comodo era proprio quello che ci voleva prima di riprendere il viaggio.

“Bene, allora siamo d’accordo, Frodo andrà più tardi da Dama Galadriel a chiedere delle stanze per tutti noi, così riposeremo come si deve fino alla nostra partenza!” disse Pipino

Frodo lo guardò perplesso “Ma...perché devo andarci io scusa?? L’idea è vostra andateci voi!”

“No mio caro Frodo” intervenne Merry “Sei tu che ci hai portato in questa missione ricordi? L’hai detto tu stesso! Sei tu il portatore dell’Anello e sei tu che prendi le decisioni quindi...”

“...sei tu che parli a nome di tutti noi!!” finì Pipino mettendo un braccio sulle spalle di Frodo. “Avanti!”

Frodo li guardò preoccupato e cercò aiuto con lo sguardo in Sam, l’hobbit però alzò le spalle sorridendo

“Hanno ragione Padron Frodo!”

 

Il sole stava per tramontare inondando tutto il territorio con i suoi ultimi raggi, Legolas e Aragorn stavano camminando tra gli alberi ammirando i colori che lentamente cambiavano intorno a loro.

“Tra quanto dovremo ripartire?” chiese Legolas “E’ meglio non indugiare troppo, sento che il male sta aumentando ogni giorno di più...”

“Già, tra qualche giorno riprenderemo il cammino, prima ho parlato con Haldir e...”

Aragorn si era fermato qualche passo indietro, guardava l’elfo davanti a sé senza riuscire a pensare ad altro, la leggera brezza gli muoveva i capelli biondi mentre un raggio di sole lo accarezzava donandogli una luce particolare, poteva esistere una creatura più bella?

“Cosa c’è?” disse l’elfo voltandosi, quando si accorse che l’uomo non era più al suo fianco. Poi incrociò il suo sguardo...quegli occhi azzurri non avevano più segreti per lui, capì subito a cosa stava pensando il ramingo.

Da quella notte, nella torre, quando i loro corpi si erano uniti, anche le loro menti e i loro cuori erano diventati un tutt’uno. Si erano comunque promessi di allontanarsi l’un l’altro, in qualsiasi modo, per evitare di soffrire in futuro quando Aragorn avrebbe dovuto prendere una via diversa ma...non ci riuscivano. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, che le loro mani si sfioravano, la passione e l’amore prendevano il sopravvento su tutto, così non esisteva più nient’altro, niente Arwen, niente Compagnia, solo loro. Legolas sapeva bene di stare sbagliando tutto, sapeva che quando il ramingo avesse sposato la sua dama, il suo cuore sarebbe morto per sempre ma fino a quel momento aveva deciso di non pensarci. Voleva passare ogni giorno, ogni momento con lui, assaporando ogni attimo consapevole che purtroppo, prima o poi, quell’attimo sarebbe stato l’ultimo. 

“Niente...” disse sorridendo Aragorn “...lo sai, a volte quando ti guardo perdo il senso della realtà e mi sembra di vivere in un sogno...” si incamminò di nuovo senza distogliere gli occhi da quelli dell’elfo fino a quando non l’ebbe superato.

“Comunque...prima ho parlato con Haldir, mi ha detto che Dama Galadriel ha capito che i nostri amici hobbit avevano un desiderio, volevano dormire comodamente prima di ripartire quindi...”

Il ramingo si voltò e vide che Legolas era sparito, si guardò attorno perplesso

“Legolas...non è il momento di scherzare, vieni subito fuori altrimenti...” non riuscì a finire la frase, sentì le mani dell’elfo stringerlo e spingerlo con forza contro un albero. Legolas incrociò le dita con quelle di Aragorn e portò le mani sopra alla testa dell’uomo. Il ramingo si lasciò sfuggire un gemito, non si aspettava una cosa del genere ma la desiderava immensamente.

Le labbra dell’elfo sfioravano le sue.

“Altrimenti cosa mi fai?” sussurrò Legolas un attimo prima di baciarlo con forza.

Aragorn rispose al bacio con la stessa passione cercando quelle labbra, quella lingua con avidità come se fossero le uniche cose in grado di farlo sopravvivere. Aveva bisogno di lui come dell’aria per respirare e non riusciva a pensare al giorno in cui avrebbe dovuto lasciarlo per andare incontro al proprio destino...ma per fortuna quel giorno era ancora abbastanza lontano, niente e nessuno fino a quel momento sarebbe riuscito a farlo stare lontano dal suo elfo.

Legolas lasciò la bocca dell’uomo per iniziare ad esplorare con la lingua ogni parte del suo collo

“Da quanto tempo non mi baciavi?” sussurrò Aragorn cercando di controllare il fuoco che iniziava a farsi strada nelle sue vene.

“Da ieri sera...credo” rispose l’elfo baciandogli la gola.

“Non aspettare mai più così tanto...” disse il ramingo, liberò le mani da quelle del compagno e le fece scivolare lungo il suo corpo stringendolo a se “...è un ordine!” e catturò di nuovo le labbra di Legolas in un altro bacio appassionato. Continuarono a stringersi e a baciarsi dolcemente fino a quando l’elfo posò una mano sulla guancia dell’uomo sussurrando

“Cosa mi stavi dicendo prima?”

“Dama Galadriel ha fatto preparare per tutti noi delle camere in cui passare le notti che ci separano dalla nostra partenza, i nostri piccoli amici volevano riposare in un vero letto prima di ricominciare il viaggio e saranno accontentati” disse Aragorn sorridendo.

“Camere...” bisbigliò Legolas fissandolo.

“Sì, con delle finestre, una porta chiusa e...un letto” continuò il ramingo baciandogli il viso.

“I quattro hobbit dormiranno in un’unica stanza invece noi...siamo stati più fortunati, una stanza a testa...”

L’uomo passò le dita tra i capelli biondi dell’elfo “Potevo dire alla Dama di far preparare solo tre stanze, tu non ne hai bisogno...”

Legolas lo guardò a bocca aperta allontanandosi leggermente da lui

“Perché io non ne ho bisogno?”

Aragorn sorrise teneramente e lo tirò di nuovo verso di sé, avvicinò le labbra al suo orecchio sussurrando

“Perché da quando metterai piede nella mia stanza non ti lascerò più uscire”

L’elfo chiuse gli occhi, sentiva il cuore battere sempre più forte, non sapeva se erano state quelle parole o i baci del ramingo sul suo orecchio, l’unica cosa certa era il desiderio che la notte arrivasse velocemente.

 

Merry e Pipino non riuscivano a crederci, continuavano a saltellare dalla gioia dietro agli altri Compagni mentre salivano le scale che li portavano alle loro camere, finalmente una vera notte di riposo!

“Bene” disse Aragorn “Signori, se non sbaglio questa è la vostra stanza...” e aprì una porta sulla destra. Gli hobbit spalancarono gli occhi, la camera non era molto grande ma a loro non importava, c’erano due letti affiancati in un lato e altrettanti nell’altro, tutto quello che desideravano. Pipino si buttò su un letto sdraiandosi e Merry lo seguì gettandosi su quello a fianco

“Non sono solo belli da vedere, sono veramente molto comodi” disse raggiante.

“Svegliatemi quando dobbiamo ripartire...” gli fece eco Pipino stringendo il cuscino tra le braccia

Gli altri compagni si guardarono ridendo. Sam e Frodo entrarono a loro volta nella camera

“Buonanotte a tutti!” disse Frodo girandosi verso gli altri sorridendo “E portate i miei più calorosi ringraziamenti alla Dama quando la vedete!”

“Riposate tranquillamente piccoli hobbit!” disse ridendo Gimli.

“La ringrazieremo noi domani” continuò Boromir “Se troverò il coraggio di rialzarmi da questi splendidi letti”

Aragorn chiuse la porta e ne aprì altre due sul lato opposto del corridoio

“A voi la scelta” disse

“Quando le gambe sono stanche non sentono ragione...Buonanotte!” disse Gimli varcando la porta di sinistra.

“Quindi a me resta questa!” disse sorridendo Boromir entrando nell’altra stanza “Ancora buon riposo!” e richiuse la porta alle sue spalle.

Legolas guardò il ramingo “E le nostre dove sono?”

Aragorn sorrise e fece qualche passo lungo il corridoio fino ad arrivare ad altre due porte vicine

“Quale vuoi ?” chiese fissandolo intensamente.

L’elfo sorrise avvicinandosi a quella di destra, mise una mano sulla porta per aprirla ma non ci riuscì. Aragorn aprì di colpo l’altra porta e prendendolo per un braccio lo trascinò con sé nell’altra stanza.

 

“Scelta sbagliata” disse il ramingo dopo aver richiuso la porta e aver spinto l’elfo contro di essa.

“Volevi forse andare a dormire?” e iniziò a baciargli il collo.

“E se io fossi stanco e volessi riposare nella...” ma Legolas non poté finire la frase, quando sentì la mano di Aragorn scendere lungo il suo corpo e iniziare ad accarezzarlo le parole non uscirono più dalla sua bocca e furono sostituite da un gemito...

“Tu non sei stanco...lo sento...” bisbigliò il ramingo sulle labbra dell’elfo per poi baciarlo con trasporto. Legolas sentì l’eccitazione che iniziava a prendere possesso del suo corpo, stava per chiudere gli occhi quando

“Aragorn fermati!” sussurrò “Sta arrivando qualcuno...”

L’uomo lo guardò sorridendo

“Anche se arrivasse non entrerebbe comunque...” e continuò a baciarlo.

Pochi attimi dopo sentirono bussare

“Aragorn sei ancora sveglio? Dama Galadriel mi ha mandato a chiedere se avevi bisogno di qualcosa, gli altri hanno voluto del cibo...”

L’elfo spalancò gli occhi e mosse le labbra pronunciando 'Haldir', appoggiò entrambe le mani sulla porta come se volesse tenerla chiusa col suo corpo.

Aragorn lo fissò di nuovo sorridendo e invece di fermarsi gli slacciò i pantaloni e fece scivolare la mano all’interno.

Legolas scosse la testa per far capire all’uomo di non farlo ma il ramingo non aveva la minima intenzione di dargli retta e continuò a muovere la mano su di lui.

“Grazie Haldir ma...” disse Aragorn alzando la voce “...ho già tutto quello che mi occorre...”

L’elfo strinse le labbra cercando di non lasciarsi sfuggire nemmeno un lamento, i suoi occhi erano fissi su quelli del ramingo e lo supplicavano di fermarsi, se Haldir avesse sospettato qualcosa...

“Come vuoi “ disse Haldir “Sai dove posso trovare Legolas? La sua camera è vuota...”

Aragorn scorse la paura nello sguardo del compagno e gli sorrise come per rassicurarlo poi iniziò a muovere la mano più velocemente...

Legolas chiuse gli occhi e strinse il pugno per cercare di controllarsi ma era così difficile tenere a bada tutte quelle emozioni, il suo respiro divenne sempre più veloce e senza accorgersene batté violentemente il pugno contro la porta.

 

“Va tutto bene?” chiese Haldir che aveva sentito il colpo

Il ramingo non si aspettava una reazione simile così si fermò e cercando di non ridere disse

“Sì, sì, non preoccuparti...non so dove sia Legolas ma credo che non abbia bisogno di niente...per ora...”

“Certo” disse Haldir “Buonanotte” e se ne andò.

 

“Tu sei completamente pazzo” sussurrò Legolas che aveva ripreso un po’ di fiato

Aragorn gli sorrise poi si voltò dirigendosi verso il letto, lentamente si slacciò i vestiti e li lasciò cadere a terra, si sedette togliendosi stivali e pantaloni e si infilò sotto le coperte.

L’elfo seguì ogni suo movimento cercando di dimenticare la paura di poco prima e non era molto difficile, il corpo nudo del ramingo aveva attirato ogni suo pensiero.

“Allora...” disse l’uomo dolcemente “...vuoi restare di guardia alla porta tutta la notte?”

Legolas sospirò avvicinandosi all’altro lato del letto e iniziò ad aprire i lacci dell’abito facendolo scivolare a terra, poi tolse gli stivali ed i pantaloni sedendosi. Sentì le mani di Aragorn accarezzargli i capelli e poi scendere sulla schiena, solo in quel momento riuscì a razionalizzare la situazione, avrebbe passato la notte insieme a lui senza bisogno di nascondersi dagli altri, in un vero letto...

Il ramingo gli baciò le spalle

“Cosa stai aspettando...” sussurrò e senza attendere risposta gli cinse la vita tirandolo sotto le coperte e sopra di sé.

Legolas rimase immobile per un momento assaporando la sensazione del corpo caldo di Aragorn sotto al suo poi gli sorrise baciandogli dolcemente le labbra

“Non riesco a crederci...è tutto così...perfetto” disse “Non avrei mai immaginato che sarebbe successo”

Il ramingo gli accarezzò la guancia

“Hai visto...anche se solo per un breve periodo, abbiamo riscritto le pagine del nostro libro” e strinse l’elfo a sé baciandolo. Aragorn iniziava a sentire il suo corpo bruciare, il desiderio di avere il compagno aumentava sempre di più e i capelli sottili come seta che gli sfioravano il petto ad ogni movimento gli facevano perdere la ragione.

Legolas sentì il ramingo fremere sotto di lui e lo guardò negli occhi sorridendo, poi però il suo sguardo fu attratto da un barattolo appoggiato sul tavolino a fianco del letto. L’uomo girò la testa per guardare nella stessa direzione

“Ah sì, quello...” disse Aragorn “Ne hanno messo uno in ogni stanza, è...”

“Sì lo so...” lo interruppe l’elfo “E’ un olio speciale creato dagli Elfi, serve per far passare i dolori e dare un nuovo vigore a un corpo stanco...” poi abbassando di nuovo lo sguardo sul volto del compagno “...e non solo...”

Allungò un braccio, prese il barattolo e s’inginocchiò tra le gambe di Aragorn.

“Ti senti stanco?” chiese sorridendo.

 

Il ramingo lo guardava senza riuscire a dire una parola, aveva capito le sue intenzioni e vedere l’elfo prendere il controllo lo eccitava ancora di più.

Legolas versò l’olio sul petto dell’uomo, appoggiò il barattolo e iniziò a spalmarlo su tutto il corpo di Aragorn massaggiandolo, prima dolcemente poi sempre più forte.

Il ramingo respirava profondamente sentendosi sciogliere sotto quel tocco, era così difficile non cedere alla passione, soprattutto quando le mani dell’elfo raggiungevano quella zona...

Aragorn prese per il polso la mano di Legolas che lo stava accarezzando allontanandola da sé per poi appoggiarla sul corpo dell’elfo...

Legolas chiuse gli occhi quando sentì la mano dell’uomo muoversi con la sua, sapeva cosa voleva il compagno ed anche lui non poteva più aspettare.

Il ramingo mise l’altra mano sul volto dell’elfo che riaprì gli occhi

“Sei così bello...” sussurrò “...ma cosa ci trovi in uno come me?”

Legolas gli sorrise sdraiandosi sopra di lui e facendo scivolare le mani sotto al suo corpo

“Shhh...” bisbigliò “...silenzio...parli troppo...” e lo baciò con ardore, entrando lentamente in lui.

I due corpi si mossero insieme in perfetta sintonia e nella stanza echeggiarono i sospiri e i gemiti della loro passione. Quando Aragorn sentì il momento avvicinarsi prese tra le mani il viso dell’elfo incrociando il suo sguardo

“Ti amo...mio principe...” sussurrò “...anche se non posso permettermelo...”

Legolas lo fissò come se solo con lo sguardo avesse voluto dargli tutto se stesso

“Ed io ti amo...mio re...anche se non devo...”

Avvicinò le labbra a quelle del ramingo un attimo prima di sentire il suo corpo esplodere...

Legolas si lasciò cadere a fianco di Aragorn respirando ancora affannosamente, gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Il ramingo girò la testa e lo guardò sorridendo

“Se mi addormento...” disse cercando di riprendere fiato “...mi prometti che quando il sole sorgerà ti troverò ancora tra le mie braccia?”

L’elfo sorrise e si voltò verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla

“Lo prometto” sussurrò.

 

I raggi del sole avevano già ricoperto tutto il territorio quando i membri della Compagnia lasciarono le loro stanze.

“Ah com’è bello risvegliarsi così!” disse Merry stiracchiando le braccia

“Non vedo l’ora che torni sera per poter riposare di nuovo!” continuò Pipino

“Ma Pipino! Ti sei appena alzato e sei di nuovo stanco?” gli disse Frodo

“Mi fingerei malato pur di restare ancora in quel letto!” rispose l’Hobbit

“Avanti, è ora di andare...” disse Sam “ Gli altri saranno già scesi a fare colazione, non vorrete arrivare in ritardo e non trovare più niente da mangiare!”

Non fece in tempo a finire la frase che Merry e Pipino stavano già correndo verso l’uscita. Sam e Frodo si guardarono ridendo e seguirono gli amici velocemente.

 

Aragorn riaprì gli occhi lentamente, credeva di avere sognato e invece...Legolas era ancora sdraiato al suo fianco con la testa appoggiata al suo petto, non poteva desiderare risveglio migliore. Guardò fuori dalla finestra e vide che il sole era già alto, dovevano andare dagli altri altrimenti avrebbero potuto farsi delle domande. Accarezzò i lunghi capelli biondi e rimase per un attimo a giocare con una ciocca, facendola scorrere tra le dita, poi si abbassò baciandogli la fronte

“Legolas...” sussurrò dolcemente.

“Mmmm...” fu l’unica risposta che ottenne.

 Sorrise e alzando leggermente la voce lo chiamò di nuovo “Legolas...”

“Cosa?...” bisbigliò l’elfo

“E’ mattina, il sole è già sorto...è meglio andare” disse Aragorn “Mah...stavi dormendo?”

“No...” rispose Legolas allontanandosi dall’uomo e sdraiandosi completamente “Stavo solo fingendo...”

Il ramingo rise poi tornò serio quando vide che l’elfo si era girato a guardarlo perplesso

“Era uno scherzo, vero?” sussurrò.

“Tu cosa credi?” gli rispose Legolas sorridendo e mettendosi a sedere.

Anche il ramingo si mise seduto guardando il compagno

“Vorrei poter restare in questo letto tutto il giorno...” disse passandosi le mani tra i capelli.

“Posso dire agli altri che non ti senti bene così nessuno verrà a disturbarti...” disse l’elfo.

Aragorn avvicinò le labbra a quelle di Legolas

“Non intendevo da solo...” bisbigliò e lo baciò teneramente.

“Aspetta un...” disse l’elfo girandosi di scatto verso la finestra “Cos’è tutto questo rumore?” scese dal letto indossando pantaloni, stivali, abito e guardò fuori nel giardino.

“Io non sento niente...” disse Aragorn vestendosi a sua volta.

“Mi sembra ovvio...” sussurrò Legolas girandosi verso di lui e alzando un sopracciglio.

“Legolas...basta scherzare! Cosa sta succedendo?” e si avvicinò al compagno.

Gli Elfi di Lothlòrien erano molto agitati, correvano da una parte all’altra passandosi dei messaggi a voce...anzi, a Legolas il messaggio sembrava sempre quello...

“Cosa si stanno dicendo?” chiese il ramingo preoccupato.

L’elfo girò la testa verso di lui sospirando

“Adesso non pretendere che...” ma si fermò improvvisamente, aveva capito qualcosa, aveva sentito un nome...

“Elrond...” sussurrò “...credo sia arrivato qui...”

Aragorn lo guardò serio “Elrond? Devo andare a vedere...”

Legolas annuì e seguì con lo sguardo l’uomo uscire dalla stanza, poi i suoi occhi tornarono sugli Elfi nel giardino, voleva capire cosa...Le gambe gli tremarono e con una mano si appoggiò al muro, spalancò gli occhi, non poteva crederci, non doveva essere così...eppure questa volta aveva sentito chiaramente.

Elrond di GranBurrone era appena giunto a Lothlòrien...e non era solo.