.|. La Tua Anima. Il Tuo Corpo .|.

Capitolo 9

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Erano arrivati.

Viggo aveva guidato più veloce del solito e aveva risposto a monosillabi ad ogni sua domanda e affermazione.

La radio aveva riempito quei silenzi che lui faceva fatica ad affrontare e finalmente il cancello del recidence era apparso sulla loro strada.

Arrivati davanti alla sua porta, Orlando cercò il suo sguardo, ma l’altro continuava a tenere gli occhi bassi.

Quando gli mise una mano sulla guancia e lo costrinse a guardarlo l’uomo dopo un attimo gli diede un bacio veloce e gli augurò la buona notte dirigendosi svelto verso la sua camera.

Il sonno lo stava di nuovo prendendo, aprì la porta e si buttò sul letto vestito.

Sentiva le palpebre pesanti… Impossibile tenere gli occhi aperti… E ancora la stessa domanda… Quella che si era fatto in macchina mentre ostinandosi a guardare fuori dal finestrino… Che non aveva osato fare per paura della risposta…

Uno stato d’agitazione lo aveva preso tra il sonno e la veglia e per un attimo si era convinto che non era successo veramente, che lo aveva semplicemente sognato come tante altre volte… Ma sapeva che non era così… Non era stata la sua fantasia… Non erano state le sue mani a scorrergli addosso, ma quelle di Viggo… E quello che aveva provato non poteva essere che reale…

Ed era finito. Ad un tratto. Senza che lui facesse niente. Senza che lui potesse fare niente.

Viggo era tornato nel suo mondo di pensieri e riflessione e l’aveva tagliato fuori. Quello che avevano fatto… Quello che gli aveva fatto… Non gliel’aveva chiesto, ma si sentiva in colpa… Gli sembrava di averglielo imposto per il solo fatto che l’aveva desiderato così tanto…

Ma era cambiato qualcosa.

Non era più un egoistico desiderio era qualcosaltro… Era passione… Era necessità di averlo, di baciarlo… Non era più solo piacere fisico, era bisogno di condividere quel piacere…

Aprì gli occhi e si mise seduto sul letto.

Doveva saperlo… Doveva dirglielo… Forse stava già dormendo… Avrebbe dato di nuovo pugni alla porta finché non si fosse svegliato… Non avrebbe lasciato che l’uomo che voleva andasse a letto pensando che tutto fosse solo per lussuria.

 

Aveva la testa appoggiata alla parete e l’acqua gli batteva sulla nuca.

Si era buttato sotto la doccia per togliersi di dosso quella sensazione di disagio.

Il suo istinto combatteva contro la sua razionalità e non riusciva a dar ragione a nessuna delle due… Era sbagliato… Era tutto sbagliato… Non doveva farlo, ma non aveva resistito… Il desiderio di sentire il corpo del ragazzo sulle labbra e poi nella sua bocca… Era stato un idiota! Quello che era successo nel pomeriggio poteva ancora sembrare solo un errore, ma quella sera si era spinto troppo oltre… Non aveva pensato a nulla, aveva assecondato il desiderio, ma adesso la sua testa gli stava mostrando quanto fosse stato sbagliato.

Non sapeva più come gestire la situazione, cosa sarebbe successo il giorno dopo? Come avrebbe affrontato ore di riprese vicino ad Orlando… Vicino a quelle mani che lo avevano strinto, davanti a quegli occhi che aveva visto chiudersi sotto di lui?

Per l’altro forse sarebbe stato tutto più facile, a vent’anni ci si appassiona a tutto e si dimentica in fretta, ma lui non era più un ragazzo e non riusciva a prendere alla leggera le sensazioni che aveva provato e che non avrebbe più dimenticato… Doveva finire… Subito. Prima che diventasse ancora più complicato.

Lui doveva farlo finire come lo aveva fatto cominciare.

La razionalità aveva vinto.

Chiuse l’acqua e uscì dalla doccia. Si asciugò in fretta, s’infilò i pantaloni della tuta e andò a letto.

 

Orlando si fermò davanti alla sua porta. Adesso che era lì non gli sembrava più così scontato quello che avrebbe voluto dirgli.

Inspirò e bussò alla porta.

Nessuna risposta.

Ancora.

Stava dormendo.

Forse era meglio rimandare al giorno dopo.

 

Il sonno lo stava lentamente prendendo… Non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo quel giorno… Gli sembrava di risentire i colpi alla porta… Ancora…

Spalancò gli occhi restando immobile. Non stava sognando. Bussavano veramente alla porta… Si alzò più lentamente di quanto avesse voluto, senza nemmeno accendere la luce andò ad aprire… Nessuno… Fece qualche passo fuori e lo vide fermo nel corridoio che lo guardava.

“Orl… Hai… E’ successo qualcosa?…” L’altro infilò le mani in tasca e alzò le spalle.

“…Volevo sapere se dormivi”

Rise stupito “Bhe… Sì… Stavo dormendo…”

“Io no”

“Lo vedo”

“Non mi sono nemmeno svestito”

“… Vedo anche questo” Quella conversazione stava diventando ridicola “Dovevi dirmi qualcosa?”

“… No… Anzi… Sì… Ma non… Io…” Era nervoso, aveva abbassato gli occhi e le sue labbra si muovevano ma non usciva nessun suono.

“Vuoi entrare?”

“Sì” Ed era arrivato a lunghi passi da lui, passandogli davanti.

Vig chiuse la porta dietro di sé. Orlando gli dava le spalle immobile.

“Vuoi sederti?” Lo vide inspirare.

“…No” Si era girato verso di lui.

“Vuoi…”

“No… Voglio…” Si stava avvicinando lentamente “Volevo… Volevo dirti qualcosa… Ma adesso…”

Lo aveva guardato un lungo istante negli occhi… Cosa c’era in quello sguardo?… Non riusciva a definirlo… Era dolce… Era innocente e allo stesso tempo passionale… Quando sentì le labbra sulle sue era solo un leggero tocco… Chiuse gli occhi inspirando il suo profumo.

Lo riaprì quando lo sentì allontanarsi e lo vide di nuovo davanti a lui. Lo guardava sorridendo.

“…Sei bellissimo”

La gola gli si era chiusa… S’inumidì le labbra… Non riuscì a rispondere a quel complimento.

Gli passava le dita sul viso e con gli occhi seguiva lo stesso percorso… Quelle carezze lo stavano facendo fremere, il suo corpo si stava di nuovo tendendo in un’eccitazione che questa volta non avrebbe potuto non soddisfare… Voleva stringerlo, ma rimase immobile a guardare quel viso che adorava mentre le mani gli scendevano sulle spalle.

 

Continuava a guardare quel corpo che stava percorrendo con le mani, era questo quello che aveva sempre voluto… Tempo… Tempo per esplorarlo… Per sentirlo suo… Non voleva guardarlo negli occhi, se lo avesse fatto, se avesse incontrato di nuovo quell’azzurro e quelle labbra così vicine il desiderio lo avrebbe ripreso e non voleva… Non voleva che la passione gli annebbiasse la mente… Voleva rimanere lucido… Ascoltare il suo cuore… Voleva che anche l’altro lo sentisse…

 

Senza alzare lo sguardo si tolse la camicia e risalì dai fianchi alle spalle, molto lentamente lo abbracciò premendo il petto contro il suo.

“Lo senti Vig?… Batte così ogni volta che ti sto vicino… Ogni volta che siamo sul set e tu mi sfiori… Ogni volta che sono solo e penso a te…”

Aveva cominciato a baciargli il collo per poi scendere sulle spalle con quella lentezza esasperante che amplificava le sue sensazioni… Stava scendendo sul suo petto… Non doveva succedere… Era sbagliato… Mise una mano sulla sua guancia per farlo rialzare

“Orl… Non…”

“Shhh…”

L’altro gli aveva preso la mano baciandone il palmo e le dita, poi se l’era riportata sulla testa tenendogliela premuta contro i suoi capelli… Lo sentì scendere insieme ai vestiti.

Chiuse gli occhi. Sentiva i suoi baci sulle cosce mentre le mani gli accarezzavano i glutei… Sempre lentamente, sempre più esasperante…

 

Anche se la mano sulla sua testa assecondava i suoi movimenti senza forzarlo, sapeva

che per l’altro doveva essere insopportabile… Stava assaporando ogni parte della sua pelle come se fosse l’ultima volta… Scorse con una mano la sua eccitazione prima di passarci la lingua… Un gemito uscì dalle labbra dell’uomo e la mano si era chiusa tra i suoi capelli, ma ancora senza forzarlo… Si stava lasciando torturare, gli stava lasciando godere ogni singolo attimo… Poi un sussurro… Una supplica…

“Orly ti…” E lo aveva strinto tra le labbra.

Sentiva il suo respiro spezzato e la pressione sulla sua nuca. Non resistette a quella richiesta ed eccitandosi a sua volta abbandonò ogni lentezza.

Il suo nome usciva da quelle labbra intervallato dai gemiti…

“Orly… Aspetta… Io…”

Sapeva che mancava pochissimo e che avrebbe cercato di spostarlo, ma non voleva farlo, voleva tutto di quella notte. Strinse di più sul suo didietro e aumentò ancora il ritmo finché il suo sapore gli arrivò in gola.

Non voleva ancora lasciarlo e premendo la fronte contro il suo ombelico continuò a baciarlo finché non sentì il suo respiro tornare normale.

Si alzò, gli prese il viso tra le mani appoggiando la fronte alla sua e quel pensiero gli uscì dalle labbra… “Grazie”

 

Viggo aprì gli occhi fissandoli nei suoi… Lo stava ringraziando?… Sorrise di quella dolcezza…

“…Avrei dovuto dirlo io”

“Dimmi di sì” Il ragazzo aveva chiuso gli occhi e la sua voce era un sussurro. Sembrava stesse parlando da solo.

“…A cosa?”

Silenzio.

Quando Orlando voleva qualcosa non si faceva di certo pregare, cosa gli voleva chiedere di tanto importante?…

“Dimmi che posso rimanere qui con te fino a mattina”

Non riuscì a trattenere una risata e l’altro spalancò gli occhi.

“Non puoi… Devi!”

Fine

 

Fine è una parola grossa, anche perché sto già pensando ad un seguito ih ih ih…

Via con i ringraziamenti, naturalmente NON in ordine d’importanza, ma solo come mi vengono in mente:grazie alle mie Tre Parche (Anna, Manu, Elena) per essere state le prime a voler leggere e le prime a commentare.

Un grazie formato famiglia alle ragazze del WG forum che forse non si rendono conto di quanto ci sia di loro in questa fic.

Grazie a Leia e le Mellyn per aver creato questo sogno di sito (o sito di sogno?…NdMarzullo).

E naturalmente grazie tutte quelle/i che sono arrivate fino a qui… Vi prego fate un altro piccolo sforzo e commentate!!!!

Elewhin