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Capitolo 7

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Viggo chiuse la porta alle sue spalle rimanendovi appoggiato… Non sapeva se ridere o piangere era talmente frastornato da tutto quello che era successo in quelle poche ore… Adesso all’immagine del ragazzo si aggiungeva anche il viso preoccupato di Sean. Parlare con lui gli aveva fatto bene ma non era così sicuro di quello che gli aveva detto.

Non era vero che aveva pensato a quello che sarebbe successo dopo, sapeva solo che quello che voleva si stava realizzando… Adesso.

Al diavolo tutto il resto…

Non voleva rovinare tutto scavando e riflettendo ogni singolo movimento dell’universo come faceva di solito… Aveva bisogno d’aria, aveva bisogno di spegnere al testa…

Ancora quei dannati colpi alla porta… Quante volte li aveva sentiti ormai?! Era stanco di quella scena!

Aprì la porta con uno scatto impaziente e prima che Orlando potesse fare un passo gli mise una mano sul petto. “Non entrare!… Usciamo”

Tornò dentro e buttò all’aria un po’ di vestiti cercando un paio di scarpe. Trovò gli stivali e l’infilò mentre maltrattava un paio di jeans per tirare fuori il portafoglio.

Prese le chiavi della macchina, quelle della stanza e uscì.

 

Orlando era rimasto fermo nel corridoio a guardare l’uomo che si muoveva in fretta buttando in giro tutto quello che gli capitava in mano… Stava anche parlando da solo, ma non capiva cosa diceva… Adesso stava armeggiando con la serratura in modo preoccupante…

“Ti stanno aspettando da qualche parte?”

“No”

“Mmm… Ti vogliono arrestare…”

“No… Maledetta chia… Cosa?!… Perché mi dovrebbero arrestare? Sei ubriaco?… Ma perché ‘sta porta non… Oh… Finalmente!”

Lo prese per il polso e lo trascinò via camminando a lunghi passi.

“Vig ma che diavolo… Dove stiamo andando?”

“Fuori”

“Sì, questo lo vedo… Ma… Dove?”

“Non lo so… Ma se rimango ancora un po’ in quella stanza divento pazzo”

“Bhe… Per quello sei già sulla buona strada”

Viggo si fermò di botto e lui gli finì quasi addosso.

“Mi stai dicendo che sono pazzo?”

“Sì”

“Mmm… Ok… Andiamo” Ed era ripartito a passo veloce trascinandolo di nuovo con sé. Lo lasciò quando arrivarono davanti alla macchina.

“Sali!”

Non lo guardava nemmeno… Forse se non fosse salito se ne sarebbe accorto solo all’arrivo… Non si mosse.

Lo guardò salire in macchina e sentì che metteva in moto poi la sua voce da dentro

“Ti muovi?!”

Non rispose.

 

Viggo mise una gamba fuori e si alzò appoggiando il braccio al tettuccio. “Che ti prende?”

“Dove andiamo?”

“Non lo so!”

“Non vengo”

“E perché?!”

“Perché quando vuoi portare qualcuno da qualche parte prima glielo chiedi”

“Vuoi salire?”

“… Con gentilezza”

Lo aveva trascinato per tutto il parcheggio senza dargli la minima spiegazione, era talmente preso dal bisogno di uscire che non aveva pensato a quanto doveva essere sembrato folle e brutale il suo comportamento…

Spense il motore e uscì sfogando il nervosismo sbattendo forte la portiera.

Fece il giro della macchina senza mai togliere gli occhi dal ragazzo. Gli aprì la sua portiera e cercò di parlare con calma.

“Sono stanco di stare chiuso in quella stanza e ho voglia di uscire anche se non so ancora dove andrò… Ti andrebbe di salire in macchina e venire con me?”

Era stato abbastanza gentile?

“Perché?”

Forse no.

“Come perché?”

“Perché?… Perché dovrei venire con te in un posto che nemmeno tu sai dov’è?”

Dopo quello che era successo quel pomeriggio aveva dato per scontato che Orly volesse stare ancora con lui… Si era sbagliato?… Forse per lui era stato solo un originale diversivo in una giornata noiosa… Altrimenti perché tante storie per seguirlo…

Di certo non l’avrebbe supplicato… Aveva ancora un orgoglio no?

“Perché ho bisogno di stare con te stasera”

No.

“Ok… Mi sembra un buon motivo” Un bacio veloce sulle sue labbra ed era salito mettendo sul sedile posteriore una borsina di plastica.

Gli chiuse la portiera e salì anche lui.

Dopo aver agganciato al cintura si voltò verso il ragazzo. Aveva una gamba piegata ed era girato completamente verso di lui con un’espressione strana in viso.

“Cos’è quella faccia?”

“Lo sguardo n. 18”

“Cos’è?!”

L’altro scoppiò a ridere. “Lascia perdere… Te lo spiego un’altra volta E si era girato in avanti continuando a ridere.

Scosse la testa ridendo… Aveva rinunciato a commentare.

Mise in moto e partì.