.|. La Tua Anima. Il Tuo Corpo .|.

Capitolo 5

~

Hugo lo aspettava nel parcheggio. Era appoggiato alla portiera e chiacchierava con Ian.

“Pensavo avessi cambiato idea! Sono venti minuti che ti aspetto” E guardando Ian “Questi Uomini sono sempre così lenti… Eppure sono mortali dovrebbero sbrigarsi” E risero entrambi.

Sean non li ascoltava. Stava ancora pensando a quello che aveva visto nel corridoio.

 

Viggo aveva aperto la finestra e si era appoggiato al davanzale, quando sentì una macchina mettersi in moto.

“Accidenti! Sean!” Era partito e non l’aveva salutato. Cercò il cellulare dentro le tasche di una giacca e gli telefonò.

 

Hugo si era accorto che Sean era molto silenzioso, ma pensava fosse preoccupato per il viaggio, sapeva quanto lo rendesse nervoso volare. Ad un tratto un cellulare suonò e mise d’istinto la mano sul suo che aveva appoggiato sul cruscotto.

“E’ il tuo” L’altro continuava a guardare fuori dal finestrino.

“Sean! E’ il tuo!”

“Come?… Ah sì… Scusa…” Prese il telefono dal taschino della camicia e guardò il display.

Il cellulare continuava a squillare

“Chi è?”

“Viggo”

“E… Non rispondi?…” Sean si girò a guardarlo come se si aspettasse che lui gli dicesse se rispondere o no… Poi con un sospiro portò il telefono all’orecchio.

“Ciao Vig”

 

“Ciao Sean. Dove sei?”

“In macchina”

“Allora era proprio la vostra quella che ho sentito partire!… Mi dispiace di non averti salutato… Quando torni?”

“Non lo so di preciso… Direi fra una venti giorni”

“Mmm… Ok, mi prenoto per una cena per quel giorno”

“Sì…”

Ma che aveva? In genere era sempre molto caloroso quando lo chiamava… Forse stavano parlando di qualcosa d’importante e aveva scelto un momento sbagliato…

 

“Ti ho cercato in stanza prima… Dov’eri?”

Ma perché diavolo glielo stava chiedendo?! Sapeva benissimo che molto probabilmente era con Orlando… E il silenzio dall’altra parte confermava l’ipotesi…

“Va bhe… Siamo arrivati devo salutarti… Ciao” Aveva riattaccato.

Hugo non staccava gli occhi dalla strada, ma sapeva che si stava interrogando su quello che aveva appena sentito… Conoscendolo non avrebbe chiesto niente… E lui non sapeva ancora se voleva parlarne.

Continuava a guardare fuori dal finestrino, ma un profondo sospiro gli uscì più forte di quanto avesse voluto… L’altro continuava a non chiedere…

“Cosa faresti se sapessi che uno dei tuoi migliori amici sta commettendo l’errore più grosso della sua vita?”

Hugo sorrise “Il più grosso della sua vita?!… Non lo so… Credo che… Bho… In fondo non credo che esista l’errore ‘più grosso della vita’…”

“Ok… Facciamo degli ultimi quattro anni”

“Mmm… Intanto mi chiederei se è veramente l’errore più grosso degli ultimi quattro anni”

“Bhe, su questo non ci sono molti dubbi… Voglio dire… Si vede lontano un miglio che si sta illudendo… Che sta creando qualcosa che… Non potrà durare… Che non sopravviverà alle partenze… Si sta solo comportando come… Come… Come un adolescente in balìa degli ormoni!… Passi per l’altro, ma cazzo lui è un uomo! Non può farsi prendere in questa maniera da una cosa… Da una cosa che… Da una cosa così!!”

“E secondo te questo lui lo sa?”

“Se ha ancora un briciolo di cervello sì!… Solo un cretino non si renderebbe conto che comportandosi così sarà destinato solo a soffrire!…”

“Bhe… Sai come si dice… ‘Meglio aver amato e perduto che non aver amato mai’…”

“Sì, ma qui non si sta parlando d’amore! Qui al massimo si sta parlando di… Di… Di desiderio… Di… Di confusione… Di follia! Follia allo stato puro!!”

Ci fu un attimo di silenzio. Hugo stava pensando a quello che aveva detto e forse lui aveva detto troppo… Qualunque cosa avesse visto in quel corridoio non doveva essere lui a raccontarla…

L’altro parlò per primo.

“Credo che chiederei al mio amico cosa ne pensa e perché lo vuole fare”

Sean sapeva che era chiaro ad entrambi chi era “l’amico” in questione e apprezzò la riservatezza che l’altro stava dimostrando.

“E se tu non avessi avuto il tempo per chiederglielo?”

Sorrise “Starei a rimuginare su questa cosa per venti giorni… O…”

“O… Cosa?”

“Direi all’autista di girare la macchina e tornerei indietro a chiederglielo”

Si fermò ad uno stop e si girò verso di lui senza togliere le mani dal volante.

Sean lo guardava senza riuscire a decidere cosa fare, poi indicò la strada con un gesto veloce della mano… Viggo se la cavava sempre da solo, ci sarebbe riuscito anche quella volta.

“E’ libero… Puoi andare”

L’uomo sospirò “Ok” e ripartì

“Hugo…”

“Mmm…”

“Potresti girare la macchina e tornare indietro?”

Una risata “Sì” E fece inversione.