.|. La Tua Anima. Il Tuo Corpo .|.

Capitolo 2

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Il sole entrava dalla finestra aperta.

Orlando era steso sul letto con le braccia aperte. I suoi occhi fissavano il soffitto senza però vederlo.

I suoi pensieri vagavano disordinati, ma un’immagine si formava di continuo nella sua mente… Viggo… Vestito da Aragorn sul set… In giacca alle première… Con quella camicia nera che adorava e i capelli biondi… Con la barba di una settimana… Con le ferite sulle mani dopo i combattimenti al Fosso di Helm… Con il sudore che gli scendeva sulla fronte… E ancora le sue mani… Quando spuntava da dietro un albero con la macchina fotografica… E ancora… Di nuovo… Le sue mani… Sapeva che gli erano sempre piaciute, ma adesso era diverso… Non gli bastava vederle maneggiare una spada le voleva vedere e sentire maneggiare lui! Voleva vedere i suoi muscoli senza chili di costume addosso… Voleva poter toccare quel corpo senza dover dare un motivo per farlo… Voleva guardare quegli occhi azzurri per ore… Voleva… Voleva… Ma una nuova immagine si era formata adesso… Quel suo sorriso sarcastico, quel modo feroce con cui lo metteva in imbarazzo e lo prendeva in giro con Sean… E quella sua calma! Cazzo lo mandava in bestia… Quell’impressione di sicurezza che emanava… Quel suo spirito d’adattamento che gli permetteva di calarsi in ogni ruolo in pochi attimi, mentre a lui servivano 5 minuti ogni volta e perdeva la concentrazione ad ogni movimento un po’ più brusco del cameraman… L’unica definizione che gli veniva in mente era… Dilettante… E più cercava d’imparare da lui, più Viggo lo vedeva come un dilettante… E più cercava di stargli vicino… E più lo voleva… Non poteva continuare così, doveva smettere di torturarsi in quel modo… Anzi, Viggo doveva smettere di torturarlo così e rendersi conto una volta per tutte che non era un deficiente qualunque, che non era il cucciolo da addomesticare e lasciare a casa per andare a divertirsi…

La frustrazione e la rabbia risuonarono nella stanza in un lungo urlo.

Riprese la giacca che aveva appoggiato sulla sedia e uscì velocemente.

Doveva fare qualcosa… Qualcosa… Qualcosa…

Si stava dirigendo alla macchina… Che strano, nel parcheggio c’era anche quella di Viggo, evidentemente non era andato via con Sean… Forse allora poteva trovarlo in giro…

Sì… E per dirgli cosa? Non riesco a smettere di pensare a te e nello stesso tempo ti detesto per come mi tratti?… Ma per piacere!… No, doveva scaricare la rabbia in qualche modo…

Vide Elijah arrivare dalla parte opposta e gli andò incontro… Forse aveva trovato qualcosa da fare…

“Proprio te cercavo”

“Ah… Ciao Orlando… Anch’io ti cercavo, volevo…”

“Cosa Elijah? Dirmi che oggi non dovevo girare? Che Peter ti aveva mandato a dirmelo e te ne sei dimenticato?… O forse l’hai fatto apposta? Chi te l’ha suggerito, Dom o Billy?”

“Orlando… Io…” Era sconvolto dalla rabbia esagerata dell’amico che adesso si era avvicinato e gli urlava sulla faccia

“Ho passato un’ora al trucco e quasi due ad aspettare che Peter finisse con voi senza sapere che non avrebbe finito con voi… Potevo andare da qualche parte a fare un giro e invece per colpa tua ho sprecato mezza giornata in cose completamente inutili!”

Elijah non l’aveva mai visto così ed era sinceramente dispiaciuto… Ma a tutto c’è un limite!

“Orlando calmati! MI dispiace ok? Che devo fare mettermi in ginocchio? Anch’io ho passato ore al trucco per poi non girare perché magari veniva a piovere, sono cose che succedono!… Ma che avete tutti oggi? Prima Vig quasi mi prende a schiaffi, adesso tu mi assali come se ti avessi rovinato la vita… Mi avete eletto capro espiatorio delle frustrazioni della Compagnia?!”

“Che vuol dire che Vig ti voleva prendere a schiaffi?”

“Sì… Prima mi ha cercato sul set per chiedermi se ti avevo detto di oggi e quando gli ho detto che mi ero dimenticato mi ha guardato come se volesse mettermi le mani addosso… Capisco che siete amici, ma neanche mi fossi dimenticato di dirlo a lui…”

“Che bastardo…”

“Senti ti ho già chiesto scusa…”

“Non tu! Viggo!… Prima mi sfotte perché non lo sapevo poi il protettore degli indifesi… Glielo faccio vedere io chi è l’indifeso…”

Lij rimase fermo a guardare l’amico che se ne andava a passo veloce imprecando e borbottando.

Poi sentì una mano sulla spalla “Allora?… Ti ha picchiato?”

“Ad un certo punto pensavo l’avrebbe fatto…” Una risata.

“Sì… Ce lo vedo proprio Orly che mena qualcuno… Non toccherebbe una formica” Lij sentì la mano spostarsi dalla spalla ai capelli e quella voce abbassarsi “Figuriamoci i tuoi ricci…”

A quel tocco un brivido gli corse giù per la schiena e la voce gli uscì in un sussurro “… Dom”

L’altro tolse la mano di scatto e lui chiuse gli occhi sospirando.

“Dài Lij, andiamo… Billy ci sta aspettando” Gli diede una leggera botta al braccio avviandosi verso l’altra parte del parcheggio.