.|. La Tua Anima. Il Tuo Corpo .|.

Qualcosa mi dice che dovrei specificare alcune cose: non conosco Orlando e, ancora più triste, non conosco Viggo. Tutto ciò che ho descitto è frutto della mia fantasia e ha come unico scopo quello di fare galoppare la vostra.

E’ la prima ff che scrivo e spero di non aver involontariamente plagiato nessuno. In questo caso giuro che era del tutto non intenzionale.

Se non siete ancora stanche di pensare al modo in cui questa splendida storia d’amore ha avuto inizio, vi racconto come l’ho sempre pensato io.

 

Capitolo 1

~

L’uomo arrivò davanti a casa Baggins e cominciò a salire sulla collinetta. Arrivato quasi in cima, vide la creatura dai capelli biondi. Era seduta vicino al comignolo con le braccia intorno alle gambe e il mento appoggiato alle ginocchia.

Stava guardando qualcosa.

Si avvicinò e si fermò alle sue spalle.

“Legolas! Cosa vedono i tuoi occhi di elfo?”

“Un tendone bianco e piccole persone con i piedi pelosi… C’è anche un uomo… No… E’ uno stregone… Sta mettendo una strana erba dentro ad una pipa… Due hobbit corrono intorno a dei tavoli… Oh Valar… Ad uno è volato via un piede!”

“Cosa?!” Gridò chinandosi vicino all’elfo che alzò un braccio indicando in basso.

“Sì, guarda là… Vicino al carretto di Gandalf”

L’uomo scoppiò a ridere mettendosi seduto “Non ci posso credere! E’ quell’idiota di Billy…”

Anche il ragazzo cominciò a ridere “No!… Lo stanno chiamando in scena! Peter lo ucciderà…”

 

Si girò a fissare il viso dell’uomo al suo fianco che ancora guardava avanti sorridendo.

Quanto amava quel sorriso… Soprattutto quando lo sentiva sulla sua guancia nelle tante foto che avevano fatto insieme. A Vig non piacevano troppo i fotografi e ogni tanto era veramente scocciato allora lo tirava per un braccio, appiccicava la guancia alla sua e gli mormorava “Sorridi ai fotografi… Mr. Bloom” e sentiva quel sorriso sulla sua faccia.

Una volta, dopo averlo tirato a sé, gli aveva messo una mano sotto la giacca e cominciato a dargli dei pizzicotti sul fianco sussurrandogli di non muoversi. Lui subito dopo gli aveva preso la faccia e dato una testata “Sorridi tu! Stronzo” E Vig aveva sorriso… A pochi centimetri da lui…

L’uomo si girò di scatto “Che c’è?!”

Il ragazzo preso alla sprovvista da quel cambio di tono balbettò qualcosa “No… Niente… Io…” Sapeva che gli piaceva metterlo in imbarazzo… E ci riusciva ogni volta…

Si schiarì la voce abbassando lo sguardo davanti a sé.

Lui continuava a guardarlo e rialzò gli occhi “Dovremmo andare prima che Peter voglia uccidere noi” Si alzò e si avviò alla discesa.

Quando si accorse che l’uomo non l’aveva seguito si girò “Vig… Muoviti!… Non abbiamo tutta la giornata e tu non ti sei neanche cambiato”

 

Lo sguardo sorpreso di Viggo durò un lungo attimo, poi si tramutò in un sorriso che cercò di mascherare con un’espressione di curiosità. Si alzò e raggiunse il giovane mettendo le mani nelle tasche dei jeans.

“Orly hai visto Elijah di recente?”

“Elijah?!… Ma che domanda è?… L’ho visto ieri sera… Stava cercando Dom perché Peter voleva parlare con loro di quello che avrebbero fatto oggi dato che poi lui girava con noi il pezzo di Fangorn…”

“E dopo non l’hai più visto?” Lo sforzo per rimanere serio stava aumentando

“Avrei dovuto?”

“Bhe… Sì… Contando che Peter l’aveva mandato ad avvertirti che oggi non si girava… Sì… Sì, direi che avresti dovuto”

“Stai scherzando”

Viggo cominciò a ridere “No!”… L’altro non parlava e tornò serio “Ti dico di no! John è ko per l’allergia, Ian non può essere contemporaneamente Gandalf il grigio e Gandalf il bianco e Peter ha pensato che tanto valeva rimandare così lui poteva stare qui e seguire la scena della Contea… “ Il ragazzo era immobile “Ma veramente non lo sapevi?!” E ricominciò a ridere.

“Viggo non c’è un cazzo da ridere!… Quando vedo Elijah mi sente… Ridi ridi tanto sono stato io un’ora a farmi tirare i capelli per niente…”

 

L’uomo adesso sorrideva e passava una mano sulla treccia bionda “Pensavo che dopo tanto tempo ti fossi abituato…”

“Sì, mi sono abituato a non farmi venire i lacrimoni, ma non è che mi diverto!… E lascia stare che poi se si rovina la parrucca danno la colpa a me… “ Si sistemò la bandana, ma l’altro non smetteva. Aveva tolto l’elastico sciogliendogli i capelli e passandoci le dita in mezzo “E se non smetto cosa…”

“Ah! Vig! No l’orologio… Si è impigliato… Mi stai… Ah!”

“E stai fermo… Un attimo… Non riesco…” L’uomo gli aveva messo una mano sulla testa e lo guardò fisso negli occhi “Orlando! Se ti muovi è peggio… Aspetta!” Lo prese per la nuca e lo avvicinò a sé per vedere dove si era impigliato l’orologio. Sentì il giovane appoggiare la fronte contro di lui.

I fili biondi si erano già liberati da soli, ma non voleva lasciarlo andare. Ogni volta il contatto con lui era troppo breve… Davanti ai flash, in scena, quando si tenevano su a vicenda dopo aver bevuto troppa birra… Sempre, maledettamente, troppo brevi.

Sentì la voce in un sospiro “Hai finito?”

“Viva la calma elfica!” Ma non si erano mossi “Ti do fastidio?”

 

Orlando spalancò gli occhi senza muoversi.

Cosa poteva rispondere? Non poteva certo dirgli che sarebbe rimasto appoggiato al suo corpo per ore… Il suo respiro si fece più veloce…

E l’uomo si staccò “Ok… L’ho tolto… Ti ho fatto male?”

Cercò di rallentare i battiti del cuore “… No”

L’uomo ricominciò a ridere e gli diede un colpo sulla spalla “Allora era tutta scena come al solito! Non dirmelo… Ti ho incrinato un’altra volta la costola!”

“Vaffanculo Vig! Mi faceva veramente male quella volta!… E non è vero che mi sono lamentato così tanto! Dom per una scheggia in un piede ha fatto più scena di me…” Ma lui continuava a guardarlo divertito “Ah… Ma perché sto ancora qui a parlare con te… Vado a cambiarmi…”

Si girò e scese veloce dalla collinetta… Perché doveva sempre finire così?… Perché doveva sempre trattarlo come un bambino viziato?… E perché lui si faceva trattare così?!

“Ehi elfo!”

Alle sue spalle la voce di Viggo che lo stava raggiungendo di corsa.

“Oltre alla calma stai perdendo anche l’educazione?… Non si saluta?”

“Ciao” E lo superò.

Ancora la voce di Vig che però questa volta non si era mosso.

“Pensi di metterci molto?”

“Il tempo non è mio problema, sono immortale ricordi?… Tu piuttosto… Riuscirai a sopravvivere senza di me?”

“Credo di no” Era stato un sussurro… Doveva aver capito male… Quella voce però…

“Dopo volevo andare in un posto, ma se ci metti tanto fa lo stesso. Vado da solo” Sparita.

Il tono era semplicemente quello di sempre e anche quello che aveva detto… Sì, doveva aver capito male.

“Pensavo di rilassarmi un po’ dopo…”

“Ok, andrò con Sean”

“Divertitevi” E si girò avviandosi verso la roulotte dei truccatori.

Bravo! Vai con Sean! Non mi freghi più con questa storia del “Volevo andare in un posto”… Mi sono stancato di tramonti sull’acqua e di te che mi ci butti dentro… Di campeggi sulle montagne in cui mi guardi bere e il mattino Peter se la prende con me… E poi tu e Sean siete tanto amici! Forse lui verrà con te in capo al mondo e ti guarderà mentre lo butti giù come fai con me… O forse lo fai solo con me perché sono l’ultimo arrivato e sono solo un ragazzino e potrei essere tuo figlio… Stronzate! Vuoi solo che sia il tuo passatempo… Bhe… Il giocattolo si è stancato…

Stava camminando velocemente… Troppo velocemente. Cercò di rallentare il passo e di riprendere fiato…

Fanculo. Fanculo tutto…

Ed entrò dai truccatori.  

 

Viggo passeggiava sul set osservando i macchinari per la prospettiva forzata. Si avvicinò a Peter che guardava in un piccolo schermo la scena che avevano appena girato.

“Che ne dici Vig? Ballano bene i nostri hobbit”

“Sì… Con quei piedi non potrebbero fare di meglio”

“Non me ne parlare! Mi sento in colpa ogni volta quando penso alle ore che devono passare al trucco! Astin sta già contando i giorni in cui glieli ho fatti mettere e poi non li ho ripresi… Mi presenteranno il conto quei quattro!… Ma tu lo sai… E’ la dura vita dell’artista!” Gli diede una pacca sulla spalla ridendo e si allontanò mentre Elijah si stava avvicinando ridendo con Dom e Billy.

“Ehi Granpasso! Stasera pensavamo di andare a Hamilton. Sei dei nostri?”

“Hai visto Orlando?”

“N… No… Perché?”

“Non gli hai detto che oggi non giravamo?”

“Oh cazzo! Ieri sera dopo cena siamo usciti e mi sono scordato!… Tu l’hai visto?”

“Sì”

“Ed era arrabbiato?”

Billy cominciò a ridere “Elij ma che domande fai?! Sarà incazzato nero!” E Dom “Sì! Devo assolutamente esserci quando inizierà a picchiarti! Billy tu porti la birra e io i pop-corn!”

Ma Elijah non li ascoltava.

Lo sguardo di Viggo era rimasto puntato su di lui. In genere era il primo a non prendersela troppo per i contrattempi sul set, ma questa volta sembrava veramente arrabbiato… Il tono della sua voce ghiacciò anche le risate di Billy e Dom.

“Chiedigli scusa… E stai più attento la prossima volta” E se n’era andato.

La tensione era ancora nell’aria quando Billy disse che era meglio tornare sul set e si avviarono.

 

“Orlando!… Orlando!…” Liv lo stava raggiungendo a passi veloci. Aveva ancora in dosso il trucco e il vestito rosso di Arwen “Ciao Orl…”

“Ciao Liv”

“Volevo andare a fare un po’ di compere dopo, mi accompagni?”

“No… Liv oggi non è proprio giornata… Sono stanco”

“Dài, lo sai che sono impedita a guidare… Per favore…”

“Liv ti ho detto di no! Non ho voglia né di guidare, né di accompagnarti per negozi, chiedi a Karl… Io me ne torno al residence” E se n’era andato. Liv non si era mossa, poi, scuotendo la testa, era entrata nella roulotte da cui lui era appena uscito.

Ma bravo Orl… Bella scena! Oggi ci mancava che te la prendessi anche con Liv… Forse le dovrei chiedere scusa… Ah, al diavolo! Non sono mica il suo autista…

 

Viggo stava andando verso la palestra dove si allenavano gli stuntman

“Ehi! Vieni qui Aragorn!”

Si girò verso l’uomo che lo stava chiamando e si diresse da lui. Era seduto su una panchina al sole “Ciao Sean… Che vuoi?”

“Niente! Ma mi diverto troppo a vedere che rispondi anche quando ti chiamo col nome del tuo personaggio!”

Vig rise.

“Dove stavi andando?”

“In palestra… Non ho niente da fare… Pensavo di andare a menare un po’ di orchi”

“Non li riduci già abbastanza male sul set?”

“Ah, ma non conta… Lì è per finta…” E scoppiarono entrambi a ridere.

“E tu invece che fai?”

“Mi godo gli ultimi attimi del sole neozelandese, domani devo tornare in Inghilterra per un po’” L’altro si era seduto di fianco a lui “… Ma Orlando dov’è?”

Viggo lo guardò sorpreso “Perché dovrei saperlo?”

“Bhe, da quando sei arrivato è sempre con te… Prima ce l’avevo sempre attaccato addosso e adesso non lo vedo quasi più…”

“Geloso?”

 

Sean scoppiò a ridere “Geloso?… Sì, dev’essere per quello…”

Quando smise di ridere Viggo lo stava guardando, ma a parte il leggero sorriso non sembrava scherzasse… “Ma sei serio?”

“Non lo so… Tu sei serio?”

Apriva e chiudeva le labbra sorpreso… Non sapeva che dire... “Vig… Io… Ma perché me lo chiedi?”

Il sorriso di Vig non andava via e continuava a non capire se stesse scherzando o no. Oltretutto non rispondeva.

“Non è che sei tu quello geloso?”

Vig finalmente aveva smesso di guardarlo e aveva abbassato lo sguardo davanti a sé. Allora era vero? Quella che sembrava una semplice amicizia era diventata qualcosa di più… Almeno per Viggo… Per Orlando… Orlando era un’altra questione… Lui era sempre solare con tutti, sembrava più amare il mondo intero qualcuno in particolare…

“E’ successo qualcosa che mi vuoi raccontare?”

Vig non sembrava sorpreso di quella domanda “No… Niente…”

“Mmm… Allora vuoi parlare di quello che non sta succedendo?”

Adesso sorrideva.

“Sean…” Un sospiro “Io non lo so cosa sta succedendo… So che… Ah, niente… Lascia perdere… Il sole deve avermi cotto la testa” Si alzò in piedi e lui lo seguì

“Ti rivedo prima che parti?”

“Sì, Hugo mi accompagna all’aeroporto dopo cena”

“Ok, allora a dopo Uomo di Gondor” E si buttò su di lui prendendolo alla vita poi se ne andò ridendo

“Ma quando la smetterai?”

“Quando tu smetterai di dire in giro che ogni volta che ti vedo ti placco come un giocatore di rugby” Alzò la mano in segno di saluto e proseguì verso il residence.

 

Adorava Sean, il fatto di essere i due Uomini della Compagnia aveva creato tra di loro una strana sintonia, prima sul set, poi anche fuori. Uscivano spesso a cena. Parlavano di libri, di arte, di musica… Non lo sorprendeva che avesse intuito qualcosa a proposito di Orlando… Orlando… Come faceva a parlargli di lui?… Di certo non sarebbe stata la prima volta che parlavano di argomenti a sfondo sessuale, ma quella volta era troppo diverso… Come avrebbe potuto spiegare ad un altro uomo quello che provava? Quel bisogno di contatto che lo prendeva quando il ragazzo gli stava vicino… Quella voglia di abbracciarlo che non era solo amicizia… Era protezione… Era tenerezza… Era possesso… Era… No… Non poteva essere niente più che lussuria…