.|. Amore .|.

by Stregababablu

Dicembre 2003. Le riprese sono finite e oramai anche l’ultimo episodio sta per uscire nei cinema. Gli attori si ritrovano alla prima di Los Angeles, ormai il Tempo della Compagnia è finito…….

Sentimentale | Slash | Rating PG -13| One Piece

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Non conosco Viggo e Orlando e gli altri coinvolti nelle mie fantasie. Non so quali siano le loro preferenze sessuali e anche i fatti descritti non gli appartengono. Non ho rispettato ne tempi ne luoghi ma mi servivano così.

 

Era arrivata finalmente l’uscita dell’ultimo episodio della trilogia, la conclusione di questa lunga e bellissima storia che aveva appassionato non solo il pubblico, la critica e anche loro gli attori, i registi, gli sceneggiatori e chiunque avesse contribuito alla sua realizzazione.

“ L’avventura è finita” mormorò tra se. Il solo pensiero lo rendeva triste, era veramente la fine, la compagnia si sarebbe sciolta….. Nuovi film, nuovi impegni e poco tempo già ma è così che gira la ruota del cinema….

In quei giorni la tristezza aveva colpito un po’ tutti, anche se regnava comunque un atmosfera allegra. E poi c’era lui, già il suo amore, chissà come avrebbero fatto adesso, sarebbe stato più difficile rivedersi, entrambi avevano altri film in programma e questo li avrebbe separati. Ma ritrovarsi sarebbe stato ancora più bello e importante, perché avrebbe fatto in modo di non far passare troppo tempo lontani, non avrebbe potuto resistere. Orlando era la sua vita, la sua fonte di energia, la sua ispirazione, la sua vita ormai ruotava intorno a lui. A quel ragazzo così giovane che poteva essere suo figlio e chi gli si era donato anima e corpo, che lo amava con l’entusiasmo della sua giovane età. Un lieve bussare lo riportò al presente.

“Avanti” disse e si girò, sorrise alla vista di Orlando che entrava, ma il sorriso si gelò sulle sue labbra quando vide la sua espressione seria, qualcosa non andava.

“ Cosa c’è amore, cosa succede perché quella faccia?” chiese e si fece avanti per abbracciarlo.

“Vig ti devo parlare” gli rispose Orlando evitando l’abbraccio…… Vig si sentì gelare, improvvisamente fu assalito dalla paura, qualcosa gli diceva che la favola era alla fine. La sua vita stava per cambiare, ma non come aveva sempre sognato nei mesi passati, quello che sarebbe arrivato sarebbe stato un periodo di nero e di ombra….

Orlando teneva gli occhi bassi, non riusciva a guardarlo, se l’avesse fatto non sarebbe riuscito a parlare.

“Orlando che c’è parla” lo incalzò Viggo.

“ E’ finita Viggo, basta, la nostra storia finisce qua oggi” lo disse tutto d’un fiato “ non può più andare avanti”

“Ma perché?” Il dolore lo aveva colpito così forte che per un attimo temette di svenire, non riusciva a respirare, il suo cuore e la sua mente rifiutavano quelle parole.

“ Perché…..perché…” sussurrò ancora

“ Perché non ti amo più” la risposta di Orlando fu gelida, alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi con uno sguardo glaciale. Si girò e uscì dalla porta.

Il dolore si stava impossessando di lui, ogni singola fibra del suo essere voleva urlare, ma nessun suono usciva dalle sue labbra se ne stava li inebetito a fissare la porta che si era chiusa……

Finalmente le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso, e si trasformarono in singhiozzi convulsi. Pianse fino a perdere la nozione del tempo li immobile in piedi al centro della stanza. Non poteva essere successo, no non era vero il suo cucciolo non lo aveva lasciato no no…… non poteva essere……

“ Ehi Vig ci sei?” la voce di Dom lo riscosse dal suo torpore.

“Si” si asciugò il viso e aprì a porta.

“ Dai dobbiamo andare…. Ma cosa è successo sei sconvolto?”

“Niente Dom mi sono addormentato e ho avuto un incubo, cinque minuti e arrivo”

“Sei sicuro si stare bene?”

“ Si Si non preoccuparti”

Si vestì in fretta e si richiuse la porta alle spalle. Doveva farcela, arrivare alla fine di quella serata, ce la poteva fare…… era forte…. Non sentiva niente, il suo cuore, le sue emozioni erano chiuse in un involucro di plastica e nulla passava. Sorrideva, scherzava, firmava autografi, parlava con i fans e i giornalisti, come se niente fosse, ma era come se un avesse un peso dentro che lo opprimeva. E lui era la bello allegro sorridente, come se niente fosse….. già ma lui non l’amava più.

Finalmente la sera volse al termine, per fortuna perché il dolore stava riprendendo il sopravvento e le lacrime erano ancora li e sapeva che non sarebbe riuscito ad arginarli ancora per molto.

Riuscì ad andarsene, corse in camera. Chiuse la porta vi si appoggiò contro e lasciò che il dolore esplodesse, era come se la diga avesse ceduto e le acque  a lungo trattenute, prigioniere irrompessero con furia e travolgessero tutto quello che incontravano. Pianse finchè i suoi occhi non furono asciutti poi prese il telefono.

“ Si sono Mortensen, potrebbe prenotarmi un volo per New York, si il primo disponibile” attese in linea..

“ C’è un volo fra un’ora”

“ Bene lo confermi e mi chiami un taxi scendo subito” buttò la sua roba nella sacca da viaggio e uscì da quella stanza……………

In aereo il suo pensiero ritornò a quella sera, non si spiegava quello che era successo, ma a pensarci bene aveva notato che nell’ultima settimana Orlando era stato strano, sfuggente, assente.

“ Cosa c’è, cosa ti rode?” gli aveva chiesto una sera.

“ Niente sono solo un po’ triste perché ormai questa bellissima avventura è veramente giunta alla fine. Cosa succederà adesso?” poi lo aveva abbracciato e ancora una volta si erano persi uno nell’altro. Ritornò con il pensiero agli inizi.

 

Era arrivato quella mattina, lo avevano contattato il giorno prima e praticamente aveva accettato il lavoro su consiglio del figlio Henry che conosceva la storia. In aereo aveva letto l’opera comprata al duty free dell’aeroporto, almeno per farsi un’idea. Era stanco, spaesato, fuso. Stava parlando con Pj quando una figura quasi irreale gli era venuta incontro.

“ Piacere io sono Orlando/Legolas, benvenuto fra noi in questa gabbia di matti” e gli fece un sorriso.

“ Viggo piacere” fu tutto quello che era riuscito a dire. Era rimasto senza parole a quella apparizione, per un attimo quando la figura gli era venuta incontro, circondata da un’aurea di luce gli era sembrato di vedere veramente un elfo, una visione. Era rimasto folgorato.

Nei giorni seguenti, si era integrato perfettamente con il resto del gruppo e già era cominciata quella alleanza che li avrebbe uniti sempre più. Con Orlando in particolare aveva legato più di tutti. Ormai erano inseparabili, lui era diventato il leader della compagnia e Orlando il suo fido compagno. Nel film, come nella realtà. Piano piano si era reso conto che quel ragazzo era diventato troppo importante per lui, sempre più spesso il suo pensiero andava a lui, sentiva la necessità di vederlo, di stare con lui.

“ Non è normale” si ripeteva, ma non poteva farci niente. Si trovava spesso a fissarlo incantato, e non solo per il suo carattere allegro, per la sua simpatia per la sua capacità di trascinare gli altri, no lo guardava come….. come un innamorato guarda l’oggetto del suo amore, dei suoi desideri. Si la verità era quella si era innamorato di Orlando. Avrebbe voluto parlargliene, avrebbe voluto amarlo ma non poteva, non era giusto. Per lui era solo un amico, non poteva e non doveva e così nascose i suoi sentimenti in fondo al suo cuore e continuò come se niente fosse, anche se diventava sempre più difficile. Quando per caso si sfioravano o Orlando in uno dei suoi slanci lo abbracciava, si sentiva percorrere da un fremito e la tentazione di baciarlo diventava sempre più forte. Per fortuna in un modo o nell’altro era sempre riuscito a controllarsi.

 

“ Le posso portare qualcosa?” la voce dell’hostess lo riscosse dai suoi pensieri. Lo aveva riconosciuto e gli fece un sorriso invitante.

“ No grazie” rispose non raccogliendo l’invito sottinteso. Era una bella ragazza, ma non gli interessava…non era quello che voleva.

Cercò di dormire un po’, ma niente era impossibile, la sua mente non voleva fermarsi, tornava sempre a quella sera. Si agitò nervosamente sul sedile…… e   alla fine un ricordo si fece strada prepotente verso in lui. L’inizio di tutto……..

 

Era qualche giorno che era inquieto e cercava di evitare Orlando, finite le riprese si isolava, non era poi così strano per cui gli altri ci facevano caso si e no.

Quella sera aveva per l’ennesima volta rifiutato di unirsi agli altri, e si era rintanato nella sua camera. Stava scrivendo, come faceva spesso in quei gironi, era molto ispirato…..

Sentì bussare alla porta.. “ Avanti” - Sarà qualcuno che verrà per convincermi a unirmi a loro.- pensò.

Orlando entrò “ Ehi Vig, posso stare qua con te, non mi va di andare con gli altri, non ne ho voglia, so benissimo come andrebbe  a finire”

Vig lo guardò e come sempre il suo cuore perse un colpo.

“ Prometto che non disturbo” gli disse sorridendo Orlando

“ Si resta, tanto non  riesco mai a dirti di no”  maledicendosi un attimo dopo per non essersi trattenuto.

Orlando lo guardò perplesso e un pensiero si fece strada subito scacciato con un movimento della testa.

Si accomodò sul letto accese la tv e cominciò a fare zapping mangiando un pacchetto di patatine che si era portato.

“ Vig, cosa stai scrivendo?”

“ Delle poesie” rispose l’altro chino su un quaderno, al quale affidava i suoi pensieri.

“ Uff non c’è niente, diavolo, mai un programma interessante”

Spense la Tv e si mise a fissare Viggo. Dio come gli piaceva, adorava la sua espressione assorta e concentrata quando scriveva, era come se in quei momenti fosse in un’altra dimensione, fuori dal mondo.

Vig non riusciva concentrarsi, non ci riusciva mai quando aveva Orlando vicino, ancora meno se continuava a fissarlo, si sentiva il suo sguardo addosso.

“ Smetti di fisssarmi Orlando”

“Io no ti sto fissando” rispose questi arrossendo come uno scolaretto.

“ Cosa c’è Orlando, mi devi dire qualcosa?”

“ Io ….. si veramente si avrei una cosa da chiederti”

“ Dimmi allora” disse.  Posò la penna chiuse il quaderno e si andò a sedere vicino a lui sul letto.

“ Ecco non è facile, non so da che parte cominciare….. Ti è mai capitato di provare qualcosa per qualcuno e sapere che non è giusto, che non è come dovrebbe essere?”

Vig lo fissò per un attimo e una piccola  speranza si fece strada in lui. “Cosa intendi dire?” gli chiese..

“ Ecco non so spiegarlo bene, ma….” Aveva già perso il suo coraggio…..

“Ma cosa?”

“ Ecco Vig, io mi sono innamorato di te” lo disse tutto d’un fiato guardandolo con quegli occhi color del cioccolato pieni di speranza e di paura.

Vig rimase senza fiato, per un attimo fu come paralizzato, quelle  parole, dio per quanto tempo aveva agognato di sentirsele dire.

“ Vig ti prego dimmi qualcosa, qualunque cosa, mandami a quel paese se vuoi, ma parlami” cominciava a sentirsi disperato.

“ Orly, anch’io ti amo e non sai da quanto” si sentì rispondere.

Alzò gli occhi verso l’altro e vi lesse riflesse le stesse sue emozioni, le stesse sue incertezze, le stesse sue paure.

Gli si avvicinò  “ Sono così felice, avevo una paura terribile , non sai per quanto tempo ho lottato contro quello che provavo, a volte avevo la sensazione, che fosse così anche per te, ma poi mi dicevo che non  poteva essere” e gli sfiorò le labbra.

“ Le tue parole fanno di me la persona più felice sulla terra”  rispose Viggo “ anch’io mi sono accorto di amarti, ma non avrei mai pensato che tu mi ricambiassi”

Orlano si perse in quegli occhi azzurri come laghi di montagna, carichi d’amore e di promesse e gli fece uno dei suoi sorrisi, che lo illuminavano tutto.

Poi fece uno scattò e imprigionò il corpo del compagno sotto il suo, cominciando ad accarezzarlo mentre gli sfiorava le labbra, dapprima dolcemente e poi sempre più prepotentemente, finchè la sua lingua non riuscì a farsi strada in mezzo a esse. Le loro lingue si cercavano si prendevano e si lasciavano per poi unirsi ancora. Intanto Orlando aveva aperto la camicia a Viggo e con le mani stava esplorando il suo ampio torace, ben presto le mani lasciarono il posto alla bocca e alla lingua che lasciavano una scia infuocata, con le mani aveva intanto slacciato la cintura dei pantaloni e ora le sue dita accarezzavano il bordo dei boxer mentre la sua bocca giocava con i capezzoli del compagno. Vig sentiva un fuoco irrompere dentro di lui, era una sensazione incredibile, stava assaporando tutte le sensazioni che le mani e la bocca di Orlando facevano nascere in lui e il suo desiderio cresceva prepotentemente. Non riuscì a trattenere un grido di piacere quando la lingua di Orlando si insinuò nell’elastico dei boxer e prese a lambirlo.

“ Ah si …….. si  …… mi stai facendo impazzire” non riusciva più controllarsi. Cominciò ad armeggiare con la maglia di Orlando sfilandogliela per poi passare ai pantaloni, voleva fargli provare le stesse sensazioni……… con uno scattò invertì le posizioni e fu sopra ad Orlando, finirono di spogliarsi e si ritrovarono nudi con i loro membri che si   sfioravano mentre si accarezzavano e si baciavano. Vig prese a scendere lungo il torace di Orlando baciando e leccando, si fermò sui capezzoli turgidi, giocando un po’ con loro mentre la sua mano si chiuse a pugno sul desiderio del compagno cominciando ad andare su e giù. Orlando si perse completamente in quelle sensazioni e gemeva accompagando con il bacino i movimenti del compagno. Viggo scese sempre più giù finchè la sua bocca non si sostituì alla mano e cominciò a leccare succhiare finchè Orlando non esplose dentro di lui.

“ Oh dio Vig, non pensavo …..non mi era mai capitato si sentirmi così, mai….”

Poi fissando il compagno negli occhi “ Prendimi, Vig voglio essere tuo totalmete, completamente”

“ Lo vuoi davvero, ne sei sicuro?”

“ Si” quel semplice monosillabo esprimeva tutta la sua decisione.

Vig gli fece allargare un po’ le gambe si chinò su di lui e con la lingua prese a lambirlo per inumidirlo e poi piano piano introdusse un dito e poi un altro, spiando le sue razioni per vedere se gli provocava dolore, poi  quando capì che era pronto piano piano entrò in lui piccoli colpi decisi, poco alla volta stando attento. Orlando allacciato le sue gambe intorno alla vita e muoveva il bacino per andargli incontro “ Ti prego Vig, voglio sentirti” gli sussurrava e poi visto che il compagno esitava si diede una spinta con il bacino e lo prese tutto . Spalancò un attimo gli occhi e gridò per il dolore, ma fu subito sostituito da gemiti di piacere quando Vig cominciò a muoversi dentro di lui. Vig chiuse di nuovo la mano a pugno e il ritmo aumentò finchè tutti e due esplosero.

Si lasciarono ricadere sul letto e si abbracciarono e il sonno li colse.

 

“ Si prega i signori passeggeri di allacciare le cinture, stiamo per atterrare all’aeroporto di New York” la voce della hostess riportò Viggo alla realtà.

Una volta sbarcato recuperò i bagagli prese un taxi e si fece portare a casa. Entrò si diresse in camera da letto e si buttò sul letto e vinto dalla stanchezza si addormentò.

 

Dom bussava alla porta di Vig senza ottenere risposta. “ Ehi Vig ci sei?” ma niente silenzio.

“ Ehi Dom cosa c’è?” gli chiesero LiJ e Sean.

“ Viggo non risponde, strano”

“ Sarà già sceso”

“ No sono già andato a controllare, non l’hanno visto”

“ Vado a vedere” disse Sean.

Tornò poco dopo con un’espressione corrucciata.

“ Se n’è andato, ieri sera. Ha prenotato un posto sul primo volo per New York dopo la festa”

“ Non sarà successo qualcosa?” disse Lij  “ non è da lui andarsene senza dire niente”

“ Ehi Orly” disse Dom a Orlando che stava uscendo dalla sua camera “ Sai perché Vig se n’è andato in fretta e furia ieri sera?”

“ No non mi ha detto niente” rispose. Se n’è andato e  l’enormità di quello che aveva fatto lo colpì. Si è stato meglio così doveva essere così, non potevo fare in altro modo, se gliene avessi parlato lui non me lo avrebbe permesso.

“Avrà avuto un impegno” disse Orlando tanto per sdrammatizzare.

“ Non lo so ieri sera quando sono venuto a chiamarlo per andare al party sembrava sconvolto, in un primo momento pensavo che avesse pianto, ma mi ha detto che aveva avuto un incubo. Non so è tutto così strano”

“ Vedrai che alla prima occasione ci spiegherà” cercò di tranquillizzarlo Lij.

 

Era arrivata la serata degli oscar il film era candidato a undici statuette e tutti fremevano. Avevano deciso di essere presenti in massa, ma all’ultimo minuto Viggo  aveva dato forfait così come Orlando che era impegnato sul set di Troy. “ The Oscar goes To….” Fu un successone tutte le statuette per cui erano in lizza, furono vinte con grande soddisfazione di tutti. Erano al settimo cielo, le loro fatiche erano state ampiamente ripagate.

“ Dai Dom chiamiano Orlando e Viggo” disse Lij. Viggo era irraggiungibile ma Orli rispose al primo squillo

“ Ehi Orly, abbiamo stravinto gli urlarono appena rispose”

“ Si ho sentito sono felicissimo, mi spiace solo di non essere li, a festeggiare con tutti Voi. E gli altri cosa dicono Vig…..?”

“ Sono tutti contenti, Viggo non c’è” disse Lij “ e al telefono non risponde.”

“ Ah, va be adesso vi saluto, devo andare”

Non c’era andato forse per non incontrarlo, già sicuramente, dio quanto male gli doveva aver fatto ma era giusto così anche se più passava il tempo meno ne era convinto.

Viggo era a casa aveva seguito la premiazione in diretta alla tv e pianse di gioia. Era veramente contento che il film avesse riscosso così tanto successo. Era la soddisfazione più grande per tutto quel lavoro che era stato fatto. Aveva cercato tra i presenti Orlando ma lui non c’era. Già era sul set di Troy, non avrà potuto lasciarlo. Come gli mancava, aveva creduto di riuscire a dimenticare ma gli era quasi impossibile. Il dolore era sempre forte e presente. C’erano giorni in cui persino alzarsi dal letto era un’impresa. Aveva perso la voglia di vivere, persino la fotografia, la poesia non gli davano più niente, non riusciva più a provare emozioni. Meno male che stava per uscire il suo nuovo film e così sarebbe stato un po’ impegnato con le premiere. Ma alla fine non gli importava nemmeno di quello. Dove sarà, con chi mi avrà già sostituito, quante volte si era fatto quelle domande alle quali non poteva rispondere. Si torturava, lo sapeva ma era più forte di lui. Persino suo figlio se n’era accorto che qualcosa non andava e alla fine gli aveva raccontato tutto. Henry aveva reagito bene..

“ Non mi importa se stai con un uomo o con una donna, gli aveva detto l’importante è che tu sia felice…. Sono i sentimenti che contano ….” Lo aveva abbracciato e avevano pianto insieme.

 

“Hey Orly” la voce allegra di Lij risuonò nelle sue orecchie quando rispose al telefono. “ La prossima settimana esce il film di Viggo e lui verrà qui a Londra, che ne dici gli facciamo una sorpresa io tu e Dom?”

“ Non posso sono impegnato sul set” rispose in fretta Orlando.

“ Non che non lo sei, mi hai detto che per quindici giorni non avrete riprese, te ne sei scordato?”

“ Ah già hai ragione, non ci pensavo, si va bene dai sarò dei vostri” finì di prendere accordi e riattaccò.

Non dovevo accettare, cosa farò, come mi comporterò, non so nemmeno se vorrà parlarmi. Dio perché tutto è così complicato…… ma al momento non aveva trovato una scusa plausibile.

Nei giorni seguenti fu molto nervoso, ma prese una decisione. Gli avrebbe parlato, spiegato se accettava di ascoltarlo gli avrebbe chiesto perdono e chissà magari con il tempo Viggo lo avrebbe amato ancora. In quei mesi si era maledetto mille e mille volte per quello che aveva fatto. Ma come al solito aveva seguito il suo impulso e quando avrebbe voluto rimediare, era stato troppo tardi Viggo se n’era andato.

 

Arrivò la sera della prima. Erano tutti e tre contenti di rivedere il loro re, gli era mancato.

“ Eccolo ehi Vig Vig” cominciò a urlare Dom.

Viggo si girò verso quella voce amica, era tutta sera che lo chiamavano a destra e sinistra, ormai non sapeva dove girarsi. Si ritrovò a fissare le facce allegre di Lij e Dom che agitavano le braccia e poi quasi gli venne un colpo dietro di loro c’era Orlando.

I due gli corsero incontro e lo abbracciarono e gli diedero in dono un cavallo di pezza che avevano acquistato quel pomeriggio per prenderlo in giro.

Viggo per la prima volta dopo tanto tempo rise di gusto “ siete sempre i soliti mattacchioni” poi si girò verso Orlando, non sapeva cosa fare, cosa dirgli, se abbracciarlo o no. Poi gli andò incontro e lo abbracciò.

Orlando ricambiò un po’ incerto l’abbraccio e gli sussurrò in un orecchio “ Mi sei mancato, ho bisogno di parlarti”.

Quelle parole riaccesero la speranza nel cuore di Vig. Una piccola debole fiammella aveva ripreso ad ardere. Passò il resto della serata come in un limbo.

“ Ehi Vig, noi ce ne andiamo” gli dissero Dome Lij “ Ci sentiamo in questi giorni, visto che sei a Londra, potremo vederci con calma.”

“ Contateci” rispose

“ Ehi Orly, che fai vieni?”

“ No ragazzi mi fermo ancora un po’ a parlare con Viggo, ci sentiamo”.

Viggo salutò tutti e seguito da Orlando andò verso la sua camera. “ li parleremo tranquillamente senza che nessuno ci interrompa”. Rimasero in silenzio finchè la porta non si richiuse alle loro spalle. Viggo si era fermato al centro della stanza e  lo fissava, lui  era rimasto li vicino alla porta. Non parlò, non gli chiese niente, aspettava solo che  cominciasse a parlare.

Orlando cercava di vincere l’ansia di trovare le parole che lo avrebbero portato dritto al cuore di quell’uomo che amava tanto ma che aveva  così profondamente ferito.

“ Ecco… io non so è così difficile, non so da che parte cominciare…” gli scappò un sorriso “ ogni volta che devo dirti qualcosa di importante non so mai da che parte cominciare.” Fece un sospiro alzò le spalle e guardò Viggo dritto negli occhi.

“ Sono stato uno stupido, per le mie paure e incertezze ti ho lasciato. Ho ferito l’unica persona che io abbia mai amato veramente, l’ho allontanata perché sono uno stupido  ragazzino viziato che invece di affrontare i problemi li fugge, nasconde la testa nella sabbia e spera che una volta che la ritira fuori siano spariti. Ho ancora una volta parlato senza riflettere, senza pensare alle conseguenze e ho combinato un disastro.” Riprese fiato un attimo, Viggo era ancora immobile davanti a lui, sembrava una statua, lo guardava, lo ascoltava, ma nessuna reazione.

“ Vig avevo paura della nostra storia, di quello che sarebbe successo, una volta finito il film, paura di non essere in grado di gestirla, di perderti. Mi dicevo che avevi un figlio, un adolescente, che esempio sarebbe stato suo padre per lui, se continuava a frequentare me un ragazzino immaturo, mi dicevo che una volta tornato a casa avresti riflettuto e ti saresti accorto di quanto io ero inadeguato per te, non ero alla tua altezza, non ti meritavo. Non so questi pensieri mi hanno torturato per settimane e poi tu dicevi che una volta a casa avresti dedicato tutto il tuo tempo a tuo figlio, perché lo avevi trascurato troppo e per un po’ non ti saresti dedicato che a lui, chiudendo fuori tutto il resto. Mi sono spaventato, l’idea che tu mi considerassi come tutto il resto, il fatto che comunque avremmo dovuto vederci di nascosto da tutto e da tutti. Non ce l’ho fatta e ho pensato se lo lascio io starò meno male e l’ho fatto. Me ne sono pentito subito, ma tu te ne sei andato….. e io mi sono convinto che alla fine era quello che volevi anche tu….” Piangeva, ma rimase li fermo immobile a fissare Viggo negli occhi in attesa di una sua reazione.

Viggo non si muoveva, la speranza aveva lasciato posto alla certezza. Orlando lo amava…

“ Mio figlio sa di noi, gliel’ho detto. Mi ha risposto che a lui non importa se  io amo un uomo o una donna, l’importante è che sia felice. Per il resto Orlando, perché non me ne hai parlato. Anch’io avevo paura, avevo mille dubbi e incertezze. Eri così giovane, e se ti fossi reso conto che alla fine era solo un gioco….” Orlando cominciò a singhiozzare e Viggo lo prese tra le braccia.

“ Vieni cucciolo” gli disse. Si sedette sul divano e lo tenne stretto tra le sue braccia fino a che non si fu calmato.

“ Ti amo Orlando”

“ Anch’io ti amo Viggo” e lo abbracciò più stretto. Si rilassò e si addormentò sereno tra le sue braccia. Viggo gli fece una carezza e sussurrò “ Ci sarà tempo per rimediare, tutto il tempo che vorremo”……

 

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finita non credevo ci sarei riuscita, ma ci sono arrivata in fondo. Ho scoperto per caso il vostro gruppo e mi sono iscritta, e ho cominciato a leggere le vs. fic…. All’inizio mi sembrava strano  pensare a Vig e Orli insieme ma poi poco alla volta mi sono resa conto che sono veramente una copia perfetta si si completano l’un l’altro. Attendo i vs. commenti e le vs. critiche…..

baci.