.|. Passione Eterna .|.

9. Aiuto Inatteso

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Aragorn sentiva la testa pesante e il corpo debole, si era svegliato ma non aveva la forza di riaprire gli occhi…lentamente gli tornarono alla mente i fatti della sera precedente…aveva bevuto, molto, poi una ragazza lo aveva accompagnato in una stanza e poi Legolas…cos’era successo con lui? Cosa gli aveva fatto? L’unico ricordo chiaro era il suo sguardo, le sue lacrime…Ad un tratto sentì una mano stringersi tra i suoi capelli e tirargli indietro la testa…a fatica aprì gli occhi…dov’era?

“Finalmente…” disse Gaenry “Non abbiamo tutto il giorno…vostra maestà…”

Non era possibile…solo allora però si accorse di essere in ginocchio e di avere i polsi legati dietro alla schiena. Erano nel bosco, piuttosto lontano da palazzo e si stava facendo giorno…non riusciva a guardarsi attorno ma sentiva che non erano solo loro due…sentiva la presenza di qualcun altro ed infatti, appena il Consigliere lasciò la presa consentendogli di rialzare la testa li vide…Gwomyr era in piedi poco distante con un arco tra le mani e vicino a lui legato ad un albero…

“Legolas…” sussurrò il ramingo cercando di alzarsi ma Gaenry glielo impedì puntandogli un pugnale alla gola…quel pugnale…

“Sì lo so…” disse l’uomo quando vide l’espressione del re di Gondor “…abbiamo preso in prestito di nuovo le armi del vostro amante ma non se ne avrà a male…non le userà mai più…”

“Come siete fuggiti? E cosa volete da noi questa volta? Avete fallito…nessuno crederà alla vostra storia…” disse Aragorn fissandolo con odio.

“Per fortuna alcuni dei miei uomini mi sono ancora fedeli, e poi non ci vuole molto per mettere fuori gioco qualche ragazzino…” rispose ridendo Gwomyr mentre gettava l’arco a terra prendendo tra le mani l’altro pugnale dell’elfo “…un colpo alla testa e te li togli di mezzo per molto tempo…”

“Per quanto riguarda l’altra domanda…mio signore…” continuò Gaenry con tono sarcastico “…non servirà che qualcuno credi alla nostra storia, quando vi troveranno morto per mano del vostro amante, le cose saranno chiare di per sé…” si girò guardando il capitano “…sveglia il bel principe…è ora di cominciare…”

Aragorn respirava a fatica, la sua mente ancora non era completamente lucida e faticava a mettere insieme tutto quanto…poi vide Gwomyr avvicinarsi a Legolas con il pugnale tra le mani…

“Che ne dici se lascio un ricordo su questo bel visino…” disse sorridendo il capitano, con la lama sfiorò la guancia dell’elfo.

Il re era immobile avrebbe voluto gridare ma la paura che la sua voce potesse causare un movimento brusco di Legolas era troppa…cosa gli avevano dato? Sembrava stesse dormendo ma respirava velocemente come se gli mancasse il fiato, era saldamente legato all’albero con una fune, la testa piegata in avanti ed i capelli biondi gli ricadevano sul petto…Ad un tratto vide che Gwomyr allontanò il pugnale ridacchiando ma gli diede un violento schiaffo…

“No!” gridò Aragorn spalancando gli occhi “Non toccarlo maledetto!” cercò di alzarsi ma di nuovo sentì alla gola la lama affilata “Avvicinati ancora a lui e giuro che ti uccido con le mie mani!”

Il capitano si voltò un attimo verso il re con un sorriso crudele sul volto per poi colpire di nuovo l’elfo con la stessa violenza.

Legolas scosse lentamente la testa riaprendo gli occhi, sentiva le guance in fiamme ma non riusciva a comprendere cosa stava succedendo, cercò di muoversi ma capì di essere legato, alzò lo sguardo e vide davanti a sé il capitano delle guardie, il cuore iniziò a battergli prepotentemente nel petto…poi una voce…

“Legolas…Legolas stai bene?”

“Aragorn…” sussurrò l’elfo alzando la testa, vide che l’uomo era inginocchiato e il consigliere gli teneva uno dei suoi pugnali sulla gola.

“Andrà tutto bene…” disse il ramingo quando, guardandolo negli occhi li vide di nuovo pieni di paura.

“Io non direi…” lo interruppe Gaenry “Comunque…signori devo comunicarvi cosa succederà tra qualche istante…il principe Legolas qui presente ucciderà il nostro amato Re Elassar, dopo averlo trovato tra le braccia di una bella sconosciuta, poi forse per il rimorso si toglierà la vita a sua volta…so che non è un piano molto elaborato ma abbiamo avuto poco tempo…il risultato lo otterremo comunque…la povera regina rimasta sola chiederà l’aiuto dei suoi Consiglieri e noi due torneremo ai nostri incarichi dato che nessuno potrà più accusarci di niente…”

Aragorn e Legolas rimasero a bocca aperta ma non fecero in tempo a razionalizzare tutto quanto…il consigliere si mise davanti al re puntandogli la lama dritto al cuore.

“Direi che questo è il punto migliore…avete tradito la fiducia del vostro amore e ora ne pagherete le conseguenze…” disse ridendo.

“Ma chi siete voi?” bisbigliò il ramingo fissandolo con rabbia “Con che coraggio fate tutto questo? Voi non siete degli uomini…avete ucciso un ragazzo innocente ed ora volete fare lo stesso con noi…solo per ottenere il potere su questo regno? E’ questo che volete? Il potere?” girò la testa verso l’elfo e lo guardò intensamente, quando lo vide annuire si voltò di nuovo verso Gaenry “Voi non avrete mai il mio regno…”

“Resterei volentieri a parlare con voi di questa questione ma non abbiamo tempo…” rispose il consigliere, strinse la mano sull’impugnatura “Addio Re Elassar…” ma non fece in tempo a finire la frase…Aragorn si liberò dalla corda che gli teneva legati i polsi e alzandosi in piedi con la stessa velocità di un elfo, la strinse intorno al collo di Gaenry. Il consigliere sorpreso da quel gesto lasciò cadere il pugnale, portando entrambe le mani alla gola.

Gwomyr cercò di accorrere in suo aiuto ma Legolas alzò una gamba e lo colpì violentemente alla schiena facendolo cadere a terra, poi velocemente iniziò ad allentare i nodi della fune.

Il capitano però si rialzò immediatamente, dirigendosi a grandi passi verso i due.

“Aragorn!” gridò l’elfo quando vide che Gwomyr stava per colpire il ramingo con il pugnale.

Il re di Gondor lasciò la corda che stringeva intorno al collo del consigliere, spingendolo via e si abbassò velocemente, recuperando l’altro pugnale e bloccando il colpo dell’avversario.

 

Gaenry respirò profondamente per recuperare il fiato che stava perdendo e si guardò attorno…anche questo piano era fallito…o forse no…allungò una mano e prese una freccia dalla faretra che era posata poco lontano, si alzò e senza dire una parola si scagliò contro Legolas che stava ancora tentando di liberarsi. L’elfo spalancò gli occhi cercando una via di fuga, ma ancora non poteva allontanarsi dall’albero…rimase immobile, con gli occhi fissi sull’uomo che si stava avvicinando velocemente, la freccia puntata al suo cuore… Quando vide che la freccia stava per colpirlo, si spostò di lato…ma non abbastanza da evitarla, la fune era legata ancora troppo stretta…

Un grido di dolore uscì dalle sue labbra quando Gaenry gli conficcò la freccia nel braccio, poco sotto la spalla…

 

Aragorn stava combattendo, come meglio poteva contro il capitano, non aveva ripreso ancora completamente le forze e l’uomo era molto forte fisicamente, doveva fare qualcosa…alzò lo sguardo per un attimo e vide che il sole si stava alzando nel cielo…il sole…

Gwomyr alzò il pugnale, sferrando un colpo verso il viso del ramingo ma Aragorn lo bloccò, fissando l’uomo che aveva davanti attraverso le lame incrociate.

“Dì addio a questo mondo…” sussurrò.

“Ma vostra maestà…” rispose ridacchiando il capitano anche se faceva fatica a resistere in quella posizione “…avevate detto che non mi avreste ucciso…state venendo meno alla vostra parola…”

“Ti sbagli, non hai ascoltato attentamente…” disse il re di Gondor, mosse il polso e un raggio di sole si riflesse sulla lama colpendo dritto negli occhi il capitano che fece un passo indietro abbassando la guardia. Allora Aragorn lo colpì col pugnale, facendo affondare la lama nel suo petto…restò in silenzio fino a quando Gwomyr non ricadde a terra, con gli occhi sbarrati, poi si inginocchiò esausto vicino a lui.

“…ho anche detto che se avresti toccato ancora Legolas ti avrei ucciso…” sussurrò respirando velocemente. Rimase a fissarlo ma dopo pochi istanti sentì il grido di Legolas…alzò la testa e vide la freccia nel suo braccio.

“Legolas!” gridò cercando di alzarsi ma sentì un forte dolore allo stomaco…istintivamente portò la mano in quel punto…quando abbassò lo sguardo vide che era ricoperta di sangue…spalancò gli occhi ed allora notò un piccolo pugnale nella mano di Gwomyr…lo guardò e vide un sorriso comparire sul suo volto poco prima di smettere di respirare…

 

Legolas chiuse gli occhi, cercando di resistere al dolore…per fortuna la freccia aveva colpito anche una parte della fune così, dopo pochi tentativi, riuscì a liberarsi completamente. La fune cadde a terra e l’elfo con essa…non riusciva a stare in piedi, si sentiva ancora debole a causa di quella sostanza che gli avevano fatto respirare…alzò la testa e vide che il consigliere stava salendo in sella ad un cavallo. Doveva fermarlo…ma come poteva fare…era già partito al galoppo…guardò a sinistra e vide il suo arco.

Allungò una mano afferrandolo, poi stringendo i denti, chiuse il pugno sulla freccia estraendosela dal braccio…poteva farcela…doveva farcela…alzò un ginocchio e lentamente si mise in piedi, preparandosi a tirare…le mani gli tremavano, il sangue usciva copiosamente dalla ferita e la sua vista non era completamente tornata alla normalità…respirò profondamente

“Fermati…” sussurrò puntando la freccia in direzione dell’uomo che si allontanava a cavallo. Incredibilmente l’animale rallentò il passo, fino a fermarsi completamente e voltarsi con il muso verso la radura.

“Muoviti maledetto!” gridò Gaenry ma appena alzò lo sguardo una freccia lo colpì dritto al cuore…

Il cavallo si mise di nuovo al galoppo, facendo rotolare a terra il corpo senza vita del consigliere e poco dopo anche l’altro animale, che era rimasto legato ad un ramo, si liberò e corse via, seguendo il compagno.

 

Legolas sorrise e girò la testa, vide il capitano Gwomyr steso a terra senza vita e al suo fianco Aragorn che lentamente si stava rialzando con una mano sullo stomaco. L’elfo fece qualche passo verso di lui ma appena vide la sua tunica macchiata di sangue si mise a correre, usando tutte le forze che riusciva a recuperare.

“Aragorn!” gridò raggiungendolo e prendendolo tra le braccia appena in tempo per evitargli una brusca caduta, lo aiutò a stendersi sul terreno inginocchiandosi al suo fianco “Aragorn cos’è successo? Fammi vedere…”

L’elfo mise una mano sulla sua allontanandola dalla ferita e spalancò gli occhi…era grave, molto grave…

“Mi ha colpito…” bisbigliò il ramingo girando leggermente la testa per guardarlo “…riesci a muovere il braccio?…”

“Sì Aragorn…io sto bene…” mentì Legolas accarezzandogli il viso con la mano destra, la sinistra era appoggiata a terra, non riusciva più ad alzarla “Sei tu ad aver bisogno di aiuto…devo portarti dai curatori…riesci a camminare?”

“Non credo…” rispose Aragorn chiudendo gli occhi per un istante, quasi non sentiva più le gambe, sapeva cosa stava succedendo e sapeva anche che se non fosse stato curato immediatamente…

“Allora ti porterò io…” disse l’elfo guardandosi attorno “…i cavalli sono scappati ma dobbiamo farcela comunque…”

“No Legolas…non puoi portarmi fino a palazzo, stai perdendo troppo sangue, non ce la farai mai…” sussurrò l’uomo guardandolo negli occhi, vide l’espressione sul suo viso, era terrorizzato.

“Ma…d’accordo vado a cercare delle erbe per coprire la tua ferita…in questo modo…”

“Legolas no…” lo interruppe Aragorn scuotendo la testa, iniziava a sentirsi sempre più debole “…sai quanto me che non servirebbero a niente…non ho bisogno di erbe…” alzò un mano e la posò dolcemente sulla guancia del compagno, “…ho bisogno di te…resta qui…se devo morire…voglio farlo guardandoti negli occhi…”

Legolas quasi non riusciva a respirare, non era possibile…

“Tu non morirai…” disse, con la mano prese quella del ramingo e intrecciò le dita con le sue, appoggiandola sul petto dell’uomo “Tu non puoi morire…non così…non adesso” sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

“Legolas mi dispiace…” sussurrò Aragorn guardandolo “…non avrei mai dovuto trattarti male…non volevo ferirti…io mi fido di te…potrai mai perdonarmi?”

“Non dire così…” disse l’elfo mentre le lacrime iniziavano a scivolare sulle sue guance, ripulendo lentamente il sangue che la mano dell’uomo aveva lasciato “…ne parleremo tra qualche giorno quando starai meglio…”

“Ti amo Legolas…” bisbigliò il ramingo, sentiva le palpebre pesanti ma non voleva chiudere gli occhi…voleva continuare a guardarlo…quel viso che non avrebbe rivisto mai più…

“Aragorn ti prego…devi resistere…”

Ad un tratto l’elfo sentì in lontananza dei rumori, sembravano cavalli al galoppo, ma forse se li stava immaginando, non voleva voltarsi a controllare, teneva gli occhi fissi sull’uomo e la mano stretta alla sua…

 

“Sono feriti presto!” gridò Eomer scendendo da cavallo e inginocchiandosi al fianco di Legolas. I curatori fermarono il carro e corsero a loro volta verso di loro.

“E’ molto grave…” disse uno di loro esaminando la ferita del re “…dobbiamo curarlo qui, non possiamo spostarlo, portate il necessario…”

“Legolas…” disse il re di Rohan guardando l’elfo “Legolas…siamo qui…”

“Non lasciatelo morire vi prego…” sussurrò Legolas, ancora non riusciva a rendersi conto di quello che stava succedendo, la sua mente era concentrata sugli occhi di Aragorn e sul suo respiro che si stava facendo sempre più debole “Aragorn…resisti, non andartene…”

“Continua a parlargli…” sussurrò Eomer “Fino a quando sentirà la tua voce non si lascerà andare…”

“Aragorn…parlami ti prego…” disse l’elfo mentre le lacrime continuavano a scorrergli sul viso, non riusciva a pensare a niente se non a lui, a quello che avevano vissuto insieme fino a quel momento “…ricordi i giorni che abbiamo passato insieme a Lothlòrien? Quando ci allontanavamo da tutti e restavamo soli…” vide che Aragorn sorrise, girando la testa verso di lui.

“Come potrei dimenticare…” bisbigliò il ramingo “…ricordo quando…” trattenne il fiato per un attimo quando i curatori iniziarono a ripulirgli la ferita “…quando mi hai portato sulla torre e per la prima volta ho…” strinse i denti di nuovo per non gridare dal dolore “…ho sentito il tuo corpo…non puoi immaginare cosa provavo dentro di me in quei momenti…avrei rinunciato ad ogni cosa per restare con te…i Valar mi avevano fatto un dono meraviglioso…”

Legolas sorrise ma ad ogni parola dell’uomo sentiva le lacrime aumentare di intensità

“Continua Estel…” sussurrò, vide che uno dei curatori si stava avvicinando a lui con una lama per tagliargli la manica della tunica e controllargli la ferita al braccio “No…non ne ho bisogno…prendetevi cura di lui…”

“Lascialo fare…sono già in tre ad occuparsi del re” disse Eomer “Andrà tutto bene…”

“Legolas…” disse Aragorn, la voce sempre più bassa “…ricordi quando ci hanno preparato le stanze? Mi sembrava di vivere un sogno…poterti stringere tutta la notte e al mio risveglio trovarti ancora fra le mie braccia…” stava per chiudere gli occhi, si sentiva troppo debole e il dolore si stava facendo sempre più forte “Non voglio morire…non voglio lasciarti”

“No! Aragorn no! Resta con me!” gridò Legolas tra le lacrime quando sentì la mano dell’uomo stringere la sua e vide i suoi occhi chiudersi “Non lasciarmi…non lasciarmi…ti prego…”

“Ha solo perso i sensi Legolas…” disse Eomer appoggiandogli una mano sulla spalla “Non morirà…lo salveranno”.

 

Diversi giorni passarono da quando il re di Gondor venne ferito nella radura, i curatori avevano fatto del loro meglio ma ancora Aragorn non aveva ripreso conoscenza. La ferita stava già guarendo, perciò gli uomini sostenevano che il sonno prolungato era un effetto del sonnifero che circolava ancora nel suo corpo misto ad altre erbe che avevano dovuto usare per curarlo.

Era sera e Legolas era come al solito seduto sulla sedia, di fianco al letto dove giaceva il re, e teneva stretta nella sua la mano del compagno, raramente si allontanava dalla stanza, passava tutto il tempo parlandogli dolcemente in attesa di qualche segno…guardava il suo petto alzarsi e abbassarsi ad intervalli regolari, sapeva che il pericolo era passato ed ogni momento ringraziava in silenzio i Valar per non avergli portato via la sua unica ragione di vita.

La porta si aprì, Arwen ed Eomer entrarono avvicinandosi al letto.

“Va a riposare Legolas, resteremo noi con lui…” disse la dama, ma sospirò rassegnata quando vide l’elfo scuotere la testa “Devi riposare Legolas! Sono giorni che non lo fai e non hai nemmeno toccato cibo…avanti, gli terrò io la mano come ho fatto quando ti stavano curando la ferita…”

“No…grazie ma lo farò io ora che posso…” sussurrò Legolas senza voltarsi “…non voglio riposare, non voglio mangiare, non voglio bere…non ne ho bisogno…voglio solo restare con lui…”

Arwen stava per parlare di nuovo ma sentì la mano di Eomer posarsi sulla sua

“Come va il braccio?” disse il cavaliere.

“Io sto bene…non sento più dolore…” rispose l’elfo, poi abbassando lo sguardo “…almeno, non al braccio…” Il male che sentiva era al cuore…voleva sentire di nuovo la sua voce, vedere i suoi occhi…

Ad un tratto sentì la mano di Aragorn stringere la sua con forza e poi un sussurro

“Legolas…”

“Aragorn…” disse l’elfo spalancando gli occhi, il suo viso si illuminò “Aragorn…sono qui…guardami…” con la mano gli accarezzava il volto.

Il ramingo aprì lentamente gli occhi e girò la testa verso di lui

“Sei vero? Non sto sognando?” bisbigliò alzando una mano e appoggiandola sulla guancia del compagno…quel viso meraviglioso che credeva di non rivedere mai più, quegli occhi blu che adorava, quei capelli sottili come seta…

“Oh Legolas…mi sono sentito perso, credevo di dover rinunciare per sempre alla tua luce e invece sono qui…ero immerso nell’oscurità ma sentivo la tua voce…la tua voce mi ha guidato…”

“Aragorn!” disse Arwen avvicinandosi a lui “Come ti senti?”

“Bene…almeno credo…” rispose il ramingo e lentamente si mise seduto, senza lasciare la mano dell’elfo “Sì…bene…non sento quasi più niente, la ferita si sta rimarginando…” poi girandosi di nuovo verso il compagno “Tu come stai?”

“Benissimo adesso…” sussurrò sorridendogli Legolas.

“Avete corso un grande pericolo…per fortuna è tutto definitivamente finito!” disse Eomer mettendosi al fianco di Arwen.

“Grazie Eomer…per tutto quanto…” disse il re di Gondor guardandolo “…so che è un po’ tardi ma…grazie di cuore…a proposito, come ci avete trovato? Come lo sapevate?”

“Le guardie che avevi messo di sorveglianza alle stanze di quei due sono corse da noi, appena recuperate le forze, per avvertirci della loro fuga…” iniziò il re di Rohan “…ci stavamo preparando per andare a cercarli quando Arwen, mentre camminava nel corridoio per raggiungere la stanza di Legolas, si è imbattuta in una ragazza svenuta sul pavimento, aveva il volto coperto di lividi…”

“Si chiama Elaviel…” lo interruppe Arwen “…Gwomyr l’ha colpita, ci ha raccontato tutto quanto e ci ha anche detto che, prima di perdere completamente i sensi, ha udito i due uomini parlare del loro piano e di dove volevano portarvi…”

“Abbiamo controllato ed anche voi eravate spariti…” continuò Eomer riprendendo la parola “…così ci siamo precipitati nel bosco, portando anche dei curatori, visto le intenzioni di quei due…quando abbiamo trovato per terra il corpo di Gaenry trafitto da una freccia, abbiamo capito che era la direzione giusta…”

“Eomer, ci avete salvato…non potrò mai ringraziarvi per…” disse Aragorn ma il cavaliere lo fermò.

“Niente ringraziamenti…diciamo solo che non era nel vostro destino morire in quel modo…cosa che non si può certo dire di quei due…l’hai colpito tu il consigliere al cuore?” chiese guardando l’elfo che annuì “…un colpo perfetto…in pieno centro, complimenti!”

Legolas sorrise, subito sentì di nuovo sul viso la mano di Aragorn che lo accarezzava così si girò verso di lui.

“Andiamo ora…riposatevi entrambi…” disse Eomer allontanandosi con Arwen al suo fianco “Sono giorni che Legolas non mangia e non riposa…”

 

Quando rimasero soli, Aragorn lo guardò seriamente

“E’ vero?”

“Io non…non ne avevo bisogno…” rispose Legolas abbassando lo sguardo “Volevo solo restare con te…non potevo lasciarti solo, dovevo stringerti la mano altrimenti…”

Il ramingo sorrise dolcemente nel sentire le sue parole…si ricordò di quello che gli aveva detto quella sera nel giardino…

“Vuoi sdraiarti accanto a me?” gli disse baciandogli la mano stretta alla sua. Legolas annuì sorridendo e si alzò ma si accorse che non poteva fare il giro del letto, non senza lasciare la mano dell’uomo…così fece l’unica cosa possibile…mise prima un ginocchio e poi l’altro sul materasso, scavalcando il corpo disteso del compagno…

Aragorn lo seguì con lo sguardo…quando l’elfo gli fu sopra, mise la mano libera tra i suoi capelli, tirandolo verso di sé e teneramente gli baciò le labbra…da quanto tempo non le sentiva? Morbide e dolci contro le sue…

“A…Aragorn…” sussurrò l’elfo chiudendo gli occhi, cercando di resistere alla voglia di stringersi contro di lui, di sentire il suo corpo vivo e caldo contro il suo…

“Scusa…lo so…non posso ancora fare movimenti bruschi…” disse il ramingo lasciandolo. Legolas si lasciò cadere al suo fianco, appoggiando la testa sulla sua spalla.

“Dovrai resistere ancora qualche giorno re Elassar…” bisbigliò sorridendo.

“Non dirmelo…” sussurrò sconsolato l’uomo “…sai una cosa…quando credevo di morire, un pensiero si è fatto strada nella mia mente…tra molti, molti anni, quando qualcuno leggerà la mia storia, troverà scritto del mio matrimonio con Arwen, del nostro amore ma…non troverà la verità…nessuno saprà mai che nella mia vita ho amato te, solo te, non voglio lasciare questo mondo così…”

“Non importa cosa penseranno gli altri…” rispose Legolas “abbiamo sempre saputo che questa nostra storia sarebbe rimasta segreta purtroppo, non possiamo farci niente…io ti ho donato il mio cuore, legandomi a te per l’eternità e mi basta sapere che anche tu sei…insomma, che anche tu mi ami…” fece un sospiro prima di continuare “Estel tu…ti legheresti a me? Se fosse possibile e se non l’avessi già fatto con Arwen e se…”

“Sì Legolas…” disse Aragorn baciandogli la fronte “Mi legherei a te per la vita, davanti a tutto il mio popolo…se solo fosse stato possibile l’avrei già fatto…”

Legolas sentì il cuore battere con forza e senza pensare lo abbracciò forte, chiudendo gli occhi.

Il ramingo strinse i denti, il braccio dell’elfo aveva sfiorato la sua ferita e il dolore non era passato del tutto…ma non voleva che quel momento finisse, era ancora con lui…e sarebbe restato così per sempre. Quell’esperienza l’aveva in parte cambiato, aveva solo una vita da vivere…non poteva farlo nascondendo i suoi veri sentimenti fino alla morte…Mise una mano sulla testa dell’elfo, stringendolo a sé, mentre l’altra era ancora unita alla sua.

“Re Elassar…vi siete svegliato!” disse Elenband entrando nella stanza all’improvviso “Finalmente! Eravamo tutti così preoccupati…”

Legolas alzò la testa di scatto, cercando di allontanarsi ma Aragorn non glielo permise…invece di lasciarlo andare gli strinse più forte la mano.

Lo sguardo dell’elfo passava dal volto del re a quello del giovane in pieno panico…ma era impazzito? Notò però che Elenband non rimase per niente sconvolto da quello che vide…anzi, si sedette tranquillamente sulla sedia, accanto al letto, e continuò a parlare.

“Vi hanno raccontato cos’è successo? Non era il mio turno di guardia ma appena sono stato avvisato sono corso subito ad avvertire la regina Arwen e per fortuna anche re Eomer era con lei…gli altri ragazzi stanno bene ma non è stata colpa loro, ve lo assicuro, alcune guardie più anziane li hanno colpiti…adesso però di loro non c’è più traccia, forse hanno saputo e sono scappati…”

“Non ho intenzione di punirli…” disse Aragorn sorridendogli “…dovrei ringraziarli piuttosto, ci avete salvato…se non era per voi…”

Legolas sentì le dita dell’uomo sulla guancia e guardò preoccupato il giovane seduto ma vide che gli stava semplicemente sorridendo.

“Ora che è tutto finito, dobbiamo parlare della tua ricompensa Elenband…” disse il re guardandolo “…te la senti di prendere il comando delle mie guardie? So che non è molto ma…”

“Veramente vostra maestà?” sussurrò il ragazzo spalancando gli occhi “Ne sono onorato, spero di essere all’altezza…ve ne sono grato…anche se a dire il vero, ho già ricevuto una ricompensa…” quando pronunciò quelle parole abbassò lo sguardo e le sue guance si tinsero di rosso “Ecco…”

In quel momento qualcuno bussò alla porta

“Entra…” disse Elenband voltandosi. Aragorn e Legolas lo guardarono perplessi ma quando videro la persona che varcava la soglia, tutto si fece più chiaro…

“Scusate il ritardo…stavo finendo di pulire la frutta…” disse Elaviel richiudendo la porta e appoggiando sul tavolino vicino al letto la ciotola piena di frutta “La regina Arwen ha detto che eravate affamati…come vi sentite vostra maestà?”

Aragorn la guardò per un momento, quando nella sua mente riaffiorarono i ricordi di quella notte sentì un calore improvviso al volto.

“Oh…quello…” disse la ragazza che aveva notato la sua reazione “Non preoccupatevi…è passato ormai…” guardò Legolas e gli sorrise “…abbiamo già chiarito tutto quanto…sempre che voi non vogliate punirmi per aver…”

“No…” la interruppe il re ridendo “…non voglio punire nessuno, quindi smettetela di preoccuparvi…piuttosto, va tutto bene? Mi hanno detto che Gwomyr…”

“Sì certo…mi ha solo colpito per farmi perdere i sensi ma…” abbassò lo sguardo incrociando quello di Elenband “…i miei sensi sono stati più furbi di lui e non mi hanno lasciato fino a quando non ho scoperto tutto il suo piano…”

Legolas continuava a restare in silenzio, non capiva ancora perché Aragorn non l’avesse lasciato né all’arrivo della guardia né ora…

“Direi che è meglio andare…” disse Elaviel sorridendo “…dovete mangiare…” poi si mise davanti ad Elenband che ancora la stava guardando estasiato, gli mise le mani sul petto, stringendo i pugni sui suoi abiti e lo costrinse ad alzarsi “…e noi dobbiamo fare altre cose…” sussurrò sensualmente sulle labbra del giovane prima di uscire dalla stanza.

Elenband rimase un attimo immobile poi guardò Aragorn

“Bene…io allora…devo andare” disse velocemente prima di inchinarsi davanti al re “…vostra maestà…” e lasciò anche lui la camera.

 

Legolas si mise seduto fissando il ramingo poi entrambi si misero a ridere.

“Forse non dovevo farlo capitano…” disse il re tra le risate “…in questo momento ha di meglio da fare che impartire ordini…”

L’elfo abbassò lo sguardo, il pensiero che qualche giorno prima Aragorn ed Elaviel erano distesi sul suo letto lo fece rabbrividire, ma era tutto finito…doveva dimenticare…

“Avanti…” disse “Devi mangiare…”

“Come sarebbe a dire devo…” disse Aragorn guardandolo “Credevo che anche tu dovessi farlo? E questa volta se non lo fai verrai punito…”

“Avevi detto che non volevi punire nessuno…” sussurrò Legolas sorridendo, lentamente si rimise seduto sopra di lui lasciandogli la mano per afferrare la ciotola con la frutta.

“Ma tu fai eccezione principe…” sussurrò il ramingo e non si accorse di quanto la sua voce fosse piena di desiderio “…per me è sempre un piacere infliggerti delle punizioni…” la vista del compagno sopra di lui gli faceva perdere la testa, gli mise la mani sulla vita e sentì l’elfo tremare, indossava una tunica di un verde scuro, così leggera che gli sembrava di toccare il suo corpo…

Legolas chiuse gli occhi per un attimo, forse non doveva agire così, il compagno non poteva fare sforzi inutili…doveva mantenere il controllo della situazione ma come poteva…sapeva fin troppo bene che Aragorn era nudo sotto quelle coperte, non indossava niente se non la benda bianca stretta attorno alla vita per proteggere la ferita e lo sentiva…sentiva contro di sé la sua eccitazione crescere…

“Non sei nelle condizioni di infliggere punizioni…” sussurrò prendendo tra le dita un lampone e avvicinandolo alle labbra dell’uomo “Puoi solo mangiare…”

Aragorn guardò l’espressione seria sul suo volto sorridendo, poi aprì la bocca…vide l’elfo sorridere soddisfatto mentre gli avvicinava un altro lampone ma questa volta gli catturò le dita, succhiandole sensualmente…

“No…no…Estel no…” bisbigliò Legolas ma si accorse di quanto deboli fossero i suoi lamenti.

“Dammene un altro…” disse l’uomo lasciandogli libere le dita, non riusciva a pensare più a niente…nella sua mente c’era solo Legolas…

L’elfo prese un altro lampone e lo avvicinò di nuovo alla bocca di Aragorn, l’uomo lo accettò ma invece di inghiottirlo, allungò una mano mettendola dietro alla testa del compagno e tirandolo a sé con forza lo baciò. Appena Legolas socchiuse le labbra, fece scivolare la lingua nella sua bocca con anche il frutto, costringendolo a mangiarlo. Sentì che lentamente l’elfo iniziava a muoversi sopra di lui con lo stesso ritmo delle loro lingue.

“Ne vuoi ancora?” sussurrò il ramingo sorridendo, quando si allontanarono per riprendere fiato “Adesso ti è venuta voglia di cibo?”

Legolas si passò la lingua sulle labbra fissandolo avidamente come se l’uomo avesse tutto ciò che desiderava ottenere.

“Sì…e molta anche…” disse prendendo tra le mani una mela, gli diede un morso e, tenendo il pezzo tra i denti si avvicinò di nuovo a lui.

“Tu vuoi farmi veramente impazzire…” sussurrò Aragorn sorridendo prima di mordere una parte della mela per raggiungere ancora le sue labbra.